
È il 5 maggio del 2000 quando a Firenze scompare, all’età di 85 anni, "Ginettaccio", uno dei più grandi fuoriclasse nella storia dello sport italiano: tre Giri d’Italia, due Tour de France e un dualismo leggendario con Fausto Coppi. LA FOTOSTORIA

Vent'anni fa, il 5 maggio 2000, Gino Bartali moriva a Firenze all’età di 85 anni. Campione indiscusso del ciclismo italiano, il toscano vinse tre volte il Giro d’Italia e due volte il Tour de France. Indimenticabile la sua rivalità con l’altrettanto leggendario Fausto Coppi
Shoah, Gino Bartali nominato "Giusto tra le Nazioni": FOTONato nel 1914 a Ponte a Ema, un piccolo centro vicino a Firenze, l’esordio di Bartali nel ciclismo avvenne nei primi anni ’30, da dilettante. Fu invece nel 1935 che diventò professionista e si iscrisse alla Milano-Sanremo
Chi era Gino Bartali
L’anno successivo, con la squadra Legnano, arrivò il primo grande successo di Bartali: vinse il Giro d’Italia

Nel 1937 Bartali veniva già considerato il ciclista migliore d’Italia e non fu una sorpresa vederlo trionfare nel suo secondo Giro d’Italia consecutivo

Nel 1938 Bartali non partecipò alla Corsa Rosa per concentrarsi sul Tour de France: corsa a tappe che il campione italiano vinse per la prima volta in carriera

Era dal 1925, con il successo di Ottavio Bottecchia, che un italiano non vinceva il Tour de France
Intanto, nel 1940, fu proprio Gino Bartali a volere nella sua Legnano il promettente Fausto Coppi. I due saranno protagonisti di una delle rivalità più memorabili nella storia dello sport

Quell’anno fu Fausto Coppi a vincere il Giro d’Italia, aiutato dallo stesso Bartali che a causa di una foratura e di una caduta si era trovato attardato in classifica

Con lo scoppio della Seconda Guerra mondiale Gino Bartali, così come tutti i ciclisti professionisti, dovettero momentaneamente abbandonare l’attività agonistica

Durante la guerra, Bartali si adoperò in favore dei rifugiati ebrei come membro di un’organizzazione clandestina. Era lui a portare in bici documenti e fototessere nascosti nel telaio. Fu anche ricercato dalla polizia e rimase nascosto a Città di Castello per 5 mesi. Nel 2006 il presidente della Repubblica Ciampi gli conferì la medaglia d'oro al merito civile per aver salvato “circa 800 cittadini ebrei”

Dopo la Seconda Guerra mondiale, a 31 anni, Bartali si ripresentò al Giro d’Italia e vinse davanti a Fausto Coppi

L’eterno rivale, di cinque anni più giovane, era intanto passato alla Bianchi ma arrivò alle spalle di Bartali per soli 47 secondi

Nel 1948 arrivò la grande impresa con la vittoria al Tour de France all’età di 34 anni. Fu quella l’ultima grande corsa a tappe vinta da Gino Bartali. Nel 1949 e nel 1950 arriverà secondo al Giro

Proprio nel 1950, però, ci fu per Bartali un'altra vittoria importante: sotto il diluvio, trionfò in un’epica Milano-Sanremo. Era la quarta volta in carriera dopo i successi del 1939, 1940 e 1947
Nell’immenso palmares di Bartali ci sono anche tre Giri di Lombardia vinti nel 1936, 1939 e 1940
Bartali partecipò anche ai Tour del 1951 e del 1952: arrivò quarto in entrambe le edizioni ma in quella del ’52 fu decisivo per la vittoria di Fausto Coppi
All’età di 38 anni, nel 1952, vinse il suo ultimo grande titolo: il campionato italiano

Nel 1954, a 40 anni, Bartali partecipò per l’ultima volta in carriera al Giro d’Italia

Un’edizione che lo vide arrivare al tredicesimo posto ma venne comunque salutato come una leggenda da tutti gli appassionati italiani

Sempre nel 1954, a Città di Castello, Bartali decise di concludere la sua attività da professionista correndo in un circuito creato apposta per l'occasione

Come lui stesso ha sempre confessato, Bartali era molto legato alla sua famiglia, composta dalla moglie Adriana Bani (sposata nel 1940 a Firenze) e dai tre figli Andrea, Luigi e Bianca

Dopo il ritiro, rimase nel mondo del ciclismo con la sua squadra San Pellegrino. Nel 1959 cercò anche di rilanciare l’eterno rivale Fausto Coppi che però era ormai nella fase calante della sua carriera