Busta paga di dicembre, come cambia tra bonus, tredicesima e conguagli Irpef
EconomiaIntroduzione
A dicembre la busta paga, o l’assegno della pensione, sono più consistenti. Perché? Sicuramente influisce la tredicesima, ma ci sono anche una serie di altri aspetti che possono far salire la cifra finale rispetto a quella degli altri mesi. Ecco cosa sapere, dai bonus al conguaglio Irpef
Quello che devi sapere
Conguaglio Irpef
Dicembre è prima di tutto il mese del conguaglio Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche). Si tratta dell’operazione con cui il datore di lavoro somma tutti i redditi percepiti nell’anno (da gennaio a dicembre), poi ricalcola l’Irpef dovuta in base al reddito complessivo e alle detrazioni spettanti. Quindi confronta l’imposta dovuta con le ritenute già trattenute durante l’anno.
Il risultato è variabile:
- a debito: se nelle buste paga dei singoli mesi sono state applicate ritenute più basse, allora lo stipendio subirà un taglio necessario per recuperare la differenza dovuta.
- a credito: al contrario, in caso di ritenute applicate in misura più elevata (o bonus non riconosciuti) la busta paga risentirà positivamente degli effetti del conguaglio.
Per approfondire:
Manovra 2026, dall'Irpef alle pensioni: chi ci guadagna e chi ci perde?
La soglia dei fringe benefit
Come ricorda il Corriere della Sera, è in merito al limite differenziato relativo ai fringe benefit che i datori di lavoro sono chiamati a valutare l’eventuale superamento della soglia prevista.
Per il 2025 i fringe benefit conservano il regime di esenzione fino alle seguenti soglie:
- 2.000 euro per i lavoratori con figli fiscalmente a carico;
- 1.000 euro per i lavoratori senza figli a carico.
Se si supera il limite massimo non sottoposto a tassazione, l’intero importo erogato rientrerà nel calcolo del reddito imponibile sia ai fini Irpef che per quel che riguarda i contributi dovuti.
Bonus Irpef da 100 euro
Nei calcoli di fine anno rientrano anche quelle per determinare la posizione dei contribuenti beneficiari del bonus Irpef di 100 euro. Il conguaglio di fine anno consente di determinare l’effettivo ammontare che spetta a ciascuno, anche considerando i redditi effettivamente corrisposti nel corso dell’anno.
L’erogazione “anticipata” del bonus in busta paga fa i conti ogni anno con il rischio, dunque, di restituzione in caso di superamento delle soglie previste. Quindi, nel caso in cui le operazioni di conguaglio determinino il superamento del limite di reddito per il riconoscimento del bonus di 100 euro, il sostituto d’imposta dovrà recuperare l’importo. Questa operazione può essere fatta con un massimo di otto rate di pari importo (in caso di somme dovute superiori a 60 euro).
Le cifre e le soglie
Il bonus spetta:
- con trattamento pieno di 1.200 euro all'anno (100 euro al mese) ai lavoratori con reddito imponibile tra 8.500€ e 15.000€.
- ai lavoratori con reddito imponibile tra 15.000€ e 28.000€ per massimo 1.200 euro all'anno, ma solo se le detrazioni a cui si ha diritto sono superiori all’Irpef dovuta.
Il Bonus Natale per i pensionati
C’è poi un Bonus Natale da 100 euro anche con la pensione di dicembre 2025, insieme alla tredicesima. È previsto per oltre 400mila pensionati un importo aggiuntivo fino a 154,94 euro, spesso chiamato appunto Bonus Natale. Non è automatico per tutti, come spiega anche Confcommercio: dipende dal tipo di trattamento e, soprattutto, dai limiti di importo e di reddito. La conferma del Bonus è arrivata anche con il messaggio del 15 dicembre 2025, n. 3781 dell’Inps.
Il bonus spetta ai titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’Assicurazione generale obbligatoria e delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative, oltre ad alcune forme pensionistiche obbligatorie. Nello specifico, il bonus spetta a chi ha una pensione compresa tra 7.844,20 euro e 7.999,14 euro annui e rispetta specifici limiti reddituali:
- reddito personale fino a 11.766,30 euro;
- reddito familiare, se coniugati, fino a 23.532,60 euro.
L’importo aggiuntivo viene accreditato d’ufficio con la pensione di dicembre 2025, se spettante. Sul cedolino di dicembre 2025, per chi ne ha diritto, è prevista la dicitura: “Importo aggiuntivo (Legge 23 dicembre 2000, n. 388) – CREDITO ANNO 2025”.
La tredicesima per i lavoratori dipendenti
La tredicesima è un tipo di retribuzione differita: viene maturata nel corso di tutto l’anno, ma viene corrisposta in un’unica soluzione nel mese di dicembre. Non si tratta di una cifra "fissa": le modalità di calcolo specifiche vengono stabilite dai vari contratti collettivi di lavoro. Generalmente però l’importo dipende dalla retribuzione globale di fatto percepita durante l’anno di riferimento, in base all’importo degli elementi fissi dello stipendio.
In linea generale, la tredicesima corrisponde solitamente a un dodicesimo dello stipendio totale percepito. Ogni mese, cioè, si accantona una rata pari appunto a un dodicesimo del lordo annuo. Chi non ha lavorato per 12 mesi, perché ad esempio è stato assunto in una nuova azienda a metà anno, ha comunque diritto alla tredicesima, che sarà però calcolata moltiplicando lo stipendio fisso per il numero di mesi di lavoro effettivo e dividendolo poi per 12.
Per approfondire:
Stipendi lavoratori privati, ecco chi guadagna di più in Italia: la classifica dell’Inps