
Gilles Villeneuve, chi era il pilota morto nel 1982: dalla sfida con Pironi all'incidente
L'8 maggio 1982 la ruota della Rossa del canadese colpisce quella della March di Jochen Mass sul circuito di Zolder. Dopo un volo di 50 metri, neanche il ricovero in ospedale riesce a salvare "l'Aviatore" che a Enzo Ferrari ricordava Tazio Nuvolari per la sua "spregiudicatezza". Dalle corse in motoslitta in Canada alle prove in Formula Uno e ai dissapori con il compagno di squadra Didier Pironi, ecco la storia per immagini di uno dei piloti più amati di sempre

Sono passati 40 anni dal tragico incidente durante le qualifiche del GP di Formula Uno in cui morì “l’Aviatore della Ferrari”, Gilles Villeneuve. A 32 anni lasciò la moglie Joanna e i due figli, Melanie e Jacques. Dalle gare in motoslitta sulla neve del Nord America agli anni nella scuderia di Maranello, ecco la sua storia
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GLI INIZI - Villeneuve nasce il 18 gennaio 1950 a Saint-Jean-sur-Richelieu, provincia del Québec. È lì che fin da giovanissimo inizia a gareggiare su motoslitte, prima di mettersi al volante delle macchine sui circuiti delle gare minori, canadesi e statunitensi
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Nel 1976 vince i campionati della Formula Atlantic. Un anno dopo approda in Formula Uno tra le scuderie McLaren. Il debutto è il Gran Premio di Gran Bretagna del 16 luglio 1977, dove – a bordo di una vecchia M23 – chiude la gara in nona posizione. L’esperienza in McLaren finisce presto. Nel 1977 a chiamarlo è Enzo Ferrari, alla ricerca di un sostituto per Niki Lauda
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LA FERRARI - Villeneuve vola in Italia per incontrare il patron della casa di Maranello. In uno dei suoi ultimi editoriali biografici per La Gazzetta dello Sport, Ferrari paragona il giovane canadese a Tazio Nuvolari, entrambi “uomini che su qualunque tipo di vettura, in qualsiasi circostanza e su qualunque percorso hanno personificato la massima espressione di spregiudicatezza"
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1978 - Il primo anno completo in Ferrari non passerà alla storia: due podi – tra cui il Gp del Canada – e sei ritiri, molti dei quali causati da problemi con i nuovi modelli di ruote radiali Michelin. Enzo Ferrari non corre subito ai ripari e continua a puntare sul nuovo pilota
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1979 - È il 1979 lo spartiacque nella carriera del pilota. Passa alla storia il duello con René Arnoux durante il GP di Francia: a Digione è ruota a ruota tra la sua Ferrari e la Williams dell’avversario. La gara andrà a Jean Pierre Jabouille, ma la stessa “spregiudicatezza” di Villeneuve che colpì Enzo Ferrari diventa adesso chiara al pubblico. Per tutti è ormai “l’Aviatore”
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Le tre vittorie nel GP portano il canadese a un passo dal diventare campione del mondo. Alla fine arriverà secondo, dietro il compagno di squadra Jody Scheckter. A fargli perdere il podio qualche mossa poco calcolata: il motore che rimane senza benzina mentre è in testa in Belgio, la testardaggine nell’inseguire Alain Jones in Olanda, dove lo scontro tra le due vetture fa finire Villeneuve in testacoda (in foto, le Ferrari di Villeneuve e di Scheckter)

1980 - Nel 1980 i bookmaker della Formula Uno scommettono che saranno Villeneuve e la sua Ferrari a vincere il titolo del mondiale. Quell’anno – con cinque ritiri, zero podi e uno schianto sul circuito di Le Castellet - saranno invece solo sei i punti ottenuti dal canadese, quattordicesimo nella classifica finale (in foto, il casco indossato da Villeneuve durate il mondiale del 1980)

1981 – Nella stagione successiva in casa Ferrari c’è odore di novità. Arrivano un nuovo pilota, il francese Didier Pironi, e una nuova macchina, la 126C. Per Villeneuve la gara più importante dell’anno è in Spagna. A Jarama tiene sotto scacco per la maggior parte del tempo cinque auto ritenute più veloci e performanti della sua Ferrari. Chiude il mondiale al settimo posto (in foto, le Ferrari di Villeneuve e di Pironi)

1982 – Il 1982 parte male. Il canadese chiude le prime gare con due ritiri e una squalifica. La quarta tappa del mondiale, quella di Imola, per la Ferrari è un successo: Villeneuve arriva secondo, dietro al compagno Pironi

Il podio non si trasforma però in festa. Villeneuve è arrabbiato sia con Pironi che con la Ferrari. La causa è un malinteso organizzativo: prima della gara era stato deciso che, in caso di vantaggio per le Rosse, la classifica si sarebbe “congelata”, così da evitare rischi e complicazioni inutili
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A pochi giri dal traguardo le Ferrari sono davanti a tutti, senza più competizione per gli altri. Dai box della scuderia il cartello “Slow” chiede ai piloti di rallentare. Villeneuve, in testa, interpreta il segnale come un invito a congelare la gara. Non così Pironi, che finirà per tagliare il traguardo per primo. Vani i tentativi di mediazione di Enzo Ferrari. Il canadese decide che a fine anno se ne andrà, progettando - raccontò la moglie Joanna - di costruire in futuro una sua macchina

LA MORTE – Due settimane dopo l’amara prova di Imola, Villaneuve arriva sul circuito belga di Zolder puntando a chiudere prima di Pironi. È l’8 maggio 1982. Verso la fine della sessione di prove è ottavo, il compagno-avversario è sesto. Tentando la rimonta la ruota anteriore sinistra della Ferrari di Villeneuve colpisce la posteriore destra della March di Jochen Mass

La macchina si stacca da terra e si rompono le cinture di sicurezza. Il pilota viene sbalzato fuori dalla macchina. Cade a terra dopo un volo di 50 metri. In condizioni gravissime Villeneuve viene ricoverato all’ospedale di Leuven. Non ce la farà
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