Pippo Baudo, i ricordi della casa natale a Militello

Spettacolo
Foto di Sky TG24

Mentre sono in corso funerali del presentatore morto il 16 agosto all’età di 89 anni si stanno, la nostra inviata Giuditta Avellina ha visitato le stanze della sua casa natale a Militello in Val di Catania

Il 7 giugno 1936, a Palazzo Sciannaca, nel centro di Militello in Val di Catania, una donna aveva le doglie e una levatrice era accorsa nella casa per dirigere il parto. Poco dopo, era nato Pippo Baudo.

 

Oggi, mercoledì 20 agosto, mentre i funerali (LA DIRETTA - FOTOGALLERY) del presentatore, che è morto il 16 agosto all’età di 89 anni, si stanno svolgendo nella chiesa di Santa Maria della Stella, la nostra inviata Giuditta Avellina ha visitato le stanze che sono state testimoni dei primissimi anni della sua vita. Nel salotto, che conserva ancora i pavimenti d’epoca, il padre avvocato riceveva i clienti. Nella camera da letto, invece, Baudo si era affacciato sul mondo. Attraverso il portone, ancora bambino, raggiungeva la parrocchia e il cine-teatro. Poi il trasferimento, prima in un’altra dimora in via Roma, ma sempre nello stesso paese, e in seguito nella città di Catania, dove aveva studiato Giurisprudenza anche per accontentare il papà, che avrebbe immaginato per lui un futuro da notaio. Nella provincia siciliana, però, Baudo aveva infine intrapreso un altro percorso, quello artistico, a partire dagli spettacoli con Duccio Musumeci. Da lì è partita “la valanga che è arrivata dopo”, ha raccontato ai microfoni di Sky TG24 il signor Salvatore, che oggi abita nella casa natale di Baudo. “È stato uno dei pochissimi che ha fatto una carriera così strepitosa, e l’ha fatta tutta con le sue forze, perché non l’ha aiutato mai nessuno, perché è stato il suo genio a portarlo dove è arrivato”.

 

Qualche volta, Salvatore l’aveva incontrato. Del resto, quando veniva in vista al paese, il presentatore “non voleva filtri, stava in mezzo alla gente”. Un tempo, poi “veniva spesso, prima molto di più perché era residente a Militello e quindi votava qui”.

 

Oggi l’ultimo saluto è il preludio di “una giornata triste, perché è l’ultimo giorno in cui avrà la ribalta”. In ogni caso, Baudo “andrà al nostro cimitero, e questo la dice lunga. Lui è molto attaccato al nostro paese, tant’è che ha voluto le esequie e il funerale qua”. In fondo, dire Militello era come dire Pippo Baudo: “Il nome era quello”.