
Il regista, Jeff Finn, avrebbe cercato il cantante per 39 anni. Secondo lui il leader dei Doors non sarebbe morto nel 1971 all'età di 27 anni per overdose di eroina, ma oggi avrebbe 81 anni e vivrebbe a Syracuse, negli Stati Uniti, con il nome Frank. Non è la prima volta che si diffondono teorie del complotto sulla scomparsa del cantante
Jim Morrison sarebbe ancora vivo. È la tesi sostenuta dalla docuserie in tre episodi Before the End: Searching For Jim Morrison, diretta da Jeff Finn, un grande fan dei Doors che avrebbe cercato il cantante per 39 anni. Secondo il regista, Morrison, che il 3 luglio 1971 è stato ritrovato senza vita all’età di 27 anni nella vasca da bagno del suo appartamento di Parigi a causa di un’insufficienza cardiaca, forse dovuta a un’overdose di eroina, oggi avrebbe in realtà 81 anni e vivrebbe in incognito a Syracuse, nello Stato di New York, con il nome Frank. Nella docuserie, disponibile negli Stati Uniti su AppleTV+, Finn ha intervistato l’uomo, che avrebbe una cicatrice sul naso proprio nello stesso posto dove Morrison aveva un segno simile. Inoltre, Frank ha risposto a Finn in maniera vaga sulla propria identità.
LE TEORIE DEL COMPLOTTO
All’epoca della morte, la compagna di Morrison, Pamela Courson, aveva raccontato che durante la notte il cantante si era sentito poco bene e aveva deciso di fare un bagno caldo. Il mattino seguente, la donna avrebbe ritrovato il cantante senza vita. Sugli eventi di quella sera esistono tuttavia numerose teorie del complotto basate su diversi elementi, dalla mancata esecuzione dell’autopsia e dell’esame tossicologico, alla frettolosa chiusura del caso con la sepoltura al cimitero Père Lachaise a Parigi, fino alla diffusione della notizia della morte soltanto dopo le esequie. Nel libro The End: Jim Morrison di Sam Bernett, pubblicato nel 2007, si legge che il cantante sarebbe morto nel bagno del Rock & Roll Circus Club, dove sarebbe andato in cerca di droga. Secondo il proprietario del locale, dopo aver bevuto birra e vodka Morrison sarebbe sparito e sarebbe stato ritrovato nel bagno intorno alle tre del mattino con la schiuma e il sangue alla bocca. Per nascondere l’accaduto, l’avrebbero portato a casa attraverso un passaggio sotterraneo e l’avrebbero lasciato nella vasca. Nessuno ha però compiuto indagini in tal senso. Secondo un’altra teoria, Courson avrebbe portato Morrison nella vasca per tentare di rianimarlo dall’overdose, ma senza successo. La donna avrebbe allora chiamato i soccorsi, che avrebbero infine constatato la morte. Nel 2014, invece, la cantante e attrice Marianne Faithfull aveva raccontato che il responsabile del decesso di Morrison sarebbe stato il suo fidanzato dell’epoca, Jean De Breteuil, pusher di molte celebrità. La sera della tragedia, infatti, l’uomo avrebbe consegnato eroina a casa del cantante. “La dose era troppo forte? Sì. Lui morì e io non ne sapevo niente”, aveva spiegato Faithfull, che dopo la morte di Morrison era partita per il Marocco con De Breteuil, a sua volta stroncato da un’overdose l’anno successivo. Secondo altri, la Cia avrebbe invece inscenato la scomparsa del leader dei Doors così come avrebbe fatto in precedenza con altri artisti come Jimi Hendrix, Brian Jones e Janis Joplin. La ragione? Sarebbe stato “un artista scomodo”, in grado di influenzare con i propri testi il movimento hippy. Alternativa, invece, la versione del tastierista dei Doors, Ray Manzarek. “Jim era un’anima inquieta”, aveva dichiarato nel 2008 al Daily Mail. “Era sempre in cerca di qualcosa di diverso nella vita, e anche sei anni di successo e di eccessi con i Doors non erano abbastanza per lui”. Un anno prima della presunta morte, Morrison avrebbe mostrato ai compagni di band una brochure delle Seychelles, dove secondo Manzarek vivrebbe ancora oggi. “Non sarebbe un luogo perfetto per fuggire, mentre tutti pensano che sei morto?”, avrebbe detto all’epoca il cantante.
