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The Idol, recensione episodio 5. Non c’è redenzione nel paradiso dello show business

Serie TV

Benedetta Pellegrini

©Webphoto

La recensione dell’ultimo episodio della serie con protagonisti The Weeknd e Lily-Rose Depp, disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Tra speranza, seduzione e libertà negata, il finale di stagione di Sam Levinson mostra un mondo che può, che ma non vuole salvarsi

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Per cinque episodi, la serie HBO diretta da Sam Levinson (Euphoria), disponibile in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, ha tenuto i riflettori ben puntati sul brutale mondo dell’industria culturale, inscenando un costante, violento e progressivo cinismo, ora giunto al termine. Le luci si sono spente, la perversa manipolazione di Tedros (The Weeknd) è stata messa a tacere e tutto, per l’etichetta discografica di Jocelyn (Lily-Rose Depp), sembra essersi risolto per il meglio. O quasi. Nello spietato finale di stagione di The Idol, la vittima diventa il carnefice, i reietti diventano le star e i giocatori le pedine, in una continua alternanza di potere dove il confine tra bene e male, in un mondo privo di redenzione morale, acquisisce sempre meno importanza.

 

ATTENZIONE SPOILER

Da vittima a carnefice: dove siamo arrivati

La chiusura del quarto episodio di The Idol aveva bruscamente lasciato lo spettatore in sospeso di fronte ad un pericoloso bivio, a metà tra ritrovata libertà e discesa negli inferi. Dopo aver scoperto che Tedros non è che un truffatore da tempo ossessionato da lei e dal suo lavoro, Jocelyn aveva infatti scelto di avere un rapporto con Rob (Karl Glusman), emancipandosi finalmente dal controllo del suo carnefice. Ora, nel quinto ed ultimo episodio, Jocelyn sembra aver effettivamente ritrovato una nuova indipendenza al punto da avere lei stessa il coltello, o forse sarebbe meglio dire il guinzaglio, dalla parte giusta del “cappio”. Tedros, infatti, costantemente alterato dall’alcol al punto da non riuscire a parlare e deriso dagli altri fino ad essere pubblicamente chiamato “truffatore” o “vampiro”, è ormai patetico. Nel frattempo, tutti i seguaci della sua setta, da emarginati senzatetto quali sembravano, si mostrano per i veri artisti che sono: in un continuo movimento di corpi, voci e stranezze, hanno l’opportunità di esibirsi di fronte al rappresentante di Live Nation Andrew Finkelstein (Eli Roth), all'esecutiva dell'etichetta discografica Nikki Katz (Jane Adams) e ai due manager Chaim (Hank Azaria) e Destiny (Da'Vine Joy Randolph). “Non ho mai visto presentazioni del genere”, dicono loro, seduti inermi nel salotto di casa di Jocelyn. Eppure, di fronte a così tanti talenti senza contratto, da diffidenti quali erano si trasformano loro stessi nei nuovi vampiri, decidendo di sottrare gli artisti dalla “scuderia” di Tedros per farli partire in tour insieme a Jocelyn. In questo episodio, ogni personaggio ruba il ruolo dell’altro, in una sottile alternanza psicologica tra sudditanza e potere dove buoni e cattivi sembrano essere la stessa cosa: Tedros, d’altro canto, è talmente tanto disperato da sembrare la nuova vittima di quello stesso malato gioco di cui era stato l’inventore. L’unica rimasta coerente a sé stessa, ma allo stesso tempo impotente, invisa e inascoltata da tutti, è la migliore amica di Jocelyn Leia (Rachel Sennot) che, infatti, decide una volta per tutte di andarsene.

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Libertà e prigionia hanno lo stesso sapore

Nonostante stessero ormai sostituendo Jocelyn con Dyanne (Jennie Kim), un escamotage all’apparenza più semplice e comodo, ora Chaim, Nikki ed Andrew sghignazzano, contenti di essersi invece liberati di Tedros una volta per tutte, dal momento che la soluzione si è rivelata essere molto più fruttuosa. In partenza per il tour di Jocelyn, che ha infatti registrato il tutto esaurito, si dicono fieri di aver fatto pubblicare un articolo che umilia il torbido passato di Mauricio Jackson, vero nome di Tedros. “Lo abbiamo rovinato”, dicono ridendo. E continuano: “Il tour è sold out grazie al lavoro di Tedros, forse dovremmo inviargli una T-shirt”. Ma ride bene chi ride ultimo, perché se è vero che nel sottile gioco di potere dell’ultimo episodio di The Idol ognuno ha preso il ruolo dell’altro, questo significa che Jocelyn non solo ha ripreso in mano la propria vita, ma è anche diventata la padrona di quella degli altri. Ora tutto dipende da lei: una volta sul palco della prima tappa del tour, interamente sold out, Jocelyn prende il microfono, e racconta di aver passato un anno difficile. Poi, dice di voler ringraziare la persona a cui deve tutti i suoi successi e così, improvvisamente, fa salire Tedros sul palco, fatto entrare in precedenza nello stadio in segreto. Tedros, ormai solo, patetico e sbigottito, la raggiunge: di fronte a migliaia di persone, Jocelyn gli sussurra nell’orecchio che lui le appartiene, sugellando così un eterno patto di rivalsa. Sbigottiti, oltre a Tedros, ci sono anche gli stessi Chaim, Nikki ed Andrew, che non ridono più.

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Non c’è redenzione nel paradiso dello show business

The Idol, mettendo in scena la tanto graduale quanto brutale manipolazione psicologica di Tedros, ha consapevolmente offerto allo spettatore la “controfigura” di un villain, una sorta di alter ego che si è fatto carne ed ossa di tutte quelle avare colpe ed intenzioni che già appartenevano, seppur più velatamente, al mondo dell’industria culturale. Sia i suoi assistenti che Tedros, in modi diversi ma con il medesimo obiettivo, avevano infatti cercato di vendere e manipolare il trauma di Jocelyn ma ora è lei, con le stesse malate dinamiche, a tenere tutti in pugno. La serie, dimostrando silenziosamente che non c’è differenza tra chi perpetra il male e chi lo maschera di sane intenzioni, mette in scena uno sprezzante, impassibile e spietato finale che finge di ribaltare tutte le carte in tavola, ma dove la distinzione tra buoni e cattivi, in un mondo che non vuole davvero salvarsi, non è poi più così tanto chiara.

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