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Succession 4, Game Over. la recensione del finale di stagione della serie tv Sky Esclusive

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Paolo Nizza

Tra le Barbados e New York si consuma l’ultimo atto della saga della famiglia Roy. Il decimo episodio (disponibile su Sky) del capolavoro creato da Jesse Armstrong e griffato HBO ci rivela finalmente il nome del successore dell’impero creato da Logan in un crescendo rossiniano di intrighi e colpi di scena

ATTENZIONE SPOILER

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Niente è per sempre. Così anche Succession, una della serie migliori della storia della tv giunge al termine. Come diceva Carlito Brigante (Al Pacino) nel monologo finale del gangster-movie firmato Brian De Palma: “Me ne sto andando, lo sento: ultimo giro di bevute, il bar sta chiudendo, il sole se ne va.”. Ma il decimo episodio (disponibile su Sky) non lascia l’amaro in bocca. Tutt’altro, perché, al solito, è l’ennesimo capolavoro di scrittura, regia e recitazione. E questo lungo addio (la durate della puntata è di un’ora e mezza: in pratica un film) in originale si intitola “With Open Eyes” - “Con gli occhi aperti”. Si tratta di un verso tratto da  Dream Song 29, una poesia di John Berryman pubblicata nel 1964. Ed è la quarta volta che Armstrong sceglie una frase estrapolata da questo  componimento poetico per chiudere una stagione. Le precenti citazioni utilizzate erano Nobody Is Ever Missing (2018) , This Is Not For Tears (2019) e All the Bells Say (2021). E gli eredi dell’impero creato da Logan Roy saranno costretti a spalancare le pupille per osservare l’abisso in cui stanno precipitando (in)consapevoli che l’abisso li guarda ormai da tempo. Non a caso le parole occhi e bulbi oculari vengono pronunciate di continuo in questa puntata.

Giochi da adulti

In Succession nulla accade per caso. Infatti,  la decima e ultima puntata della serie si apre e si chiude sul personaggio di Kendall. Terminata la visione dell’episiodio di primo acchito, pensi all’amena storiella dei pifferai di montagna che andarono per suonare, ma furono suonati. Ma la serie HB0 risulta meno prosaica dell’aneddoto popolare gia presente nell’opera dell’illuminista italiano Pietro Giannone. Il secondo genito di casa Roy, spadroneggia quanto un imbelletato Padrone delle ferriere, chiama l’assistente appena assunta “Nuova Jess” in stile Il Diavolo veste pradal e incita al carpe diem. Insomma, ci manca soltanto che si metta a citare la celebre battuta di Woody Allen: "Non sono narcisista né egocentrico; se fossi vissuto nell’antica Grecia non sarei stato Narciso, ma Giove.” Eppure, comprendiamo che si tratta di un nevrotico piccolo principe ansioso di sedersi sul trono che il padre gli promise all’età di sette anni. Sicché,  Kennie conta i potenziali componenti del board che potrebbero votare contro l’aquisizione della Waystar Rocyo da parte di GoJo, come un fanciullo conta le figurine. Ma la matetica non sarà mai un’opinione e i giochi degli adulti possono essere molto feroci.

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Fratelli coltelli alle Barbados

Umiliato e offeso, Roman si è rifugiato alle Barbados, nella villa di sua madre Lady Caroline Collingwood (Harriet Walter).  L'uomo è ferito nello spirito e pure nel corpo, dopo il confronto niente affatto amichevole con i rivoltosi aficionados del partito democratico. Un (auto)esilio che risulta assai sociopatico. E qualche responsabilità, forse, è da imputare pure a mamma. Mai visto in una fiction e per fortuna nemmeno nella vita, una genitrice impossibilitata  a mettere il collirio al proprio figlio perché, cito testualmente:  “C’è qualcosa negli occhi che finisce per disgustarmi. Non mi piacciono quei grumi di gelatina che ci ruotano nella testa come uova”. Chissà forse perché, per quanto sia un assunto banalissimo, risultano sempre lo specchio dell’anima. Ma tant’è, una volta scoperto il buen retiro di Romie, Kendall e Shiv si precipitano, ça va sans dire, con il jet privato di ordinanza, per convincere il fratellino a tornare a New York per esprimere il suo voto sull’accordo. Romolus (così lo chiamava solo suo padre) sembra davvero un pargolo, con quella t-shirt, i bermuda e senza le scarpe. E senza filtro si indigna con i fratelli coltelli che vorrebbero si schierasse con  i loro rispettivi schieramenti, tant’è che Roman, a un certo punto esclama: “Con un dollaro vi prendete un boccone del voto umano. Perché non mi taglio le braccia e ve ne dò una per uno?“. E non basterà un gargantuesco punch al rum ad addolcire la pillola.

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Il pasto di un re

Succession spariglia le carte, parimenti a come accade nella realtà perché “la vita non è brutta, né bella, ma originale”, per citare Italo Svevo.  Cosi i tre fratelli consumano insieme,  nell’esotica cornice dell’isola caraibica, una (ultima?) cena.  Il Perozzi di Amici miei lo sa benisismo che "il genio è  fantasia, intuizione, colpo d occhio e velocità d'esecuzione". E Armstrong stilla genialità senza soluzione di continuità. A bordo piscina Shiv  scopre di essere buggerata dal vichingo ramingo.  Nessuna donna sarà mai l’amministratore delegato born in the Usa dell’impero di Logan.Nemmeno cambiando l’ordine dei proprietari il risultato cambia. Non è un paese, un’azienda e purtroppo un mondo per le ragazze e non solo sul piccolo schermo, sicché Kevin convince la sorella e Roman a sostenerlo  come unico candidato per guidare la Waystar Royco. Al diavolo Lukas e il suo danaro. Insomma, complimenti Kennie hai vinto la bambolina. È stregata e maledetta e niente andrà bene, ma goditela. Per celebrare questa inaspettata comunione di intenti, è d’uopo una sfida. Una challenge di quelle che tanto piacciono sui social; l’aspirante Boss deve ingollarsi un frullato a vase di sottaceti scaduti, latte, uova, pane, salsa piccante, saliva e altri improbabili ingredienti  E’ il pasto di un re, ma avrà mai un regno questo traballante sovrano? Si evince che si tratta di un gioco che i Roy  praticavano da bambini, Tant’è che Roman si esibisce in una lussuriosa ed esilarante  leccata del formaggio preferito da Peter, il nuovo di compagno della madre. Quasi una regressione all’età prescolare.  Un  ritorno all’infanzia che trova il suo climax nel battesimo pagano di Kennie . Al posto della corona, il co-SEO viene regalmente investito del titolo con ciò che resta delle mefitica mistura. Sembra una citatione  del terrificante scherzo subito da Sissy Spacek in Carrie – Lo sguardo di Satana. In fondo pure quella era la grottesca parodia di un'incoronazione.

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Faccio l'accento svedese

Il mondo maschile illustrato da Succession non è mai stato amico di Shìv e nemmeno le sue leggi. Il tradimento di Mattson risulta più fatale e doloroso di quello perpetrato a  Gano di Maganza. Il magnate svedese manifesta tutto il suo sessismo quando dichiara a Tom: “Se posso avere chiunque  al mondo perché non prendo quello che le ha messo il bambino dentro, invece della signora con il bambino.” Sicché sarà Mister Wambsgans, il nuovo amministratore delegato. D’altronde il nuovo boss cerca un frontman, mica un partner. È così convinto della propria superiorità intellettuale che ignora la possibilità dei cellulari attuali di poter registrare le conversazioni e poi tradurle nella propria lingua di origine. E meno male che Lukas si considera un mago della tecnologia. Così l’apprendista stregone Gregg spiffera tutto a Kendall. I fratelli volano a New York  per la battaglia finale

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Il trono di Spade

Prima dell’incontro con il consiglio, Kennie, Roman e Shiv fanno un salto da Connor per la bizzarra cerimonia di riassegnazione. Il  fratello maggiore vuole svuotare la casa del padre e la procedura per scegliere gli oggetti desiderati risulta più complessa del regolamento della trasmissione Amici. Alla seconda settimana di matrimonio con Willa, la coppia di sposini ha già deciso di sperimentare il brivido della relazione a distanza, forse ignari di quante coppie aperte sono morte a causa degli spifferi. Tuttavia pure in questa situazione che gronda sarcasmo e ironia, si palesano istanti di autentico turbamento. Un televisore trasmette le immagini registrate di Logan a cena con il suo staff. Il patriarca elenca un’infinita lista di perdenti della politica americana: da Al Smith a Bob Dole. I figli si commuovono, ma con ogni probabilità il genitore avrebbe inserito pure loro nell'elenoco. Il gruppo si trasferisce nella sede della Waystar. Parimenti a un contemporaneo Trono di spade, la scrivania di Logan è un florilegio di elmi da antico guerriero, di immagini di condottieri scozzesi, C’è pure una foto con il presidente Ronald Reagan. Kendall si siede sulla "poltrona magica" e appoggia i piedi sullo scrittoio paterno. Forse è questo gesto triviale, questo atto di lesa maestà a far cambiare idea a Shiv. La votazione si conclude con un pareggio: 6 a 6. E sarà proprio il sì all’accordo pronunciato da Siobhan a rendere valida l’acquisizione da parte di GoJo. L'impero della famiglia Roy finisce qui.

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Succession 4, la recensione dell’episodio 5 (SPOILER)

This is the end

Alla fine, come ipotizzato da Gerri, vincono sempre i soldi. Il denaro non dorme e Lukas è un re mida scandinavo, un Creso dalle infinite risorse. Tom è lo scherano adeguato, lo Yes Man ideale per fare il lavoro sporco. Tant’è che si tiene Greg, Karolina e Gerri mentre licenzia Karl e Frank. A Shiv non resta che rimanere accanto al marito: si trasformerà nella moglie (trofeo?) di un amministratore delegato. Roman si rilassa con un Martini Cocktail consumato al bar. Sa benissimo che lui non vale niente, è bullshit, è una puttanata, una cazzata, al pari di suo fratello e sua sorella. Kendall , che durante le votazioni ha pure aggredito fisicamente Romie in una scena assai violenta modello Game of Thrones, resta la walk of shame. Lo sconfitto attraversa Battery Park e si dirige verso l’Hudson. L’attrazione per l’acqua si perpetua anche nel momento più doloroso  della sua esistenza. Eraclito diceva che è impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume ma Kennie pare smentire il filosofo greco perché la coazione a ripetere gli stessi errori e la costante della sua esistenza. Senza proferire verbo osserva il tramonto. I sogni svaniscono come il sole e non sappiamo se risorgeranno mai. I fratelli Roy ci abbandonano, infelici e scontenti, ma resteranno per sempre nella nostra memoria. E chissà per quanti anni continueremo a riflettere su questa unica e straordinaria tragedia moderna chiamata Succession, mentre nelle nostre teste rieccheggiano perpetue le note della magnifica colonna sonora composta da Nicholas Britell

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