The Last of Us: Left Behind, viaggio nel passato di Ellie. Recensione dell'episodio 7

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Gabriele Lippi

Gabriele Lippi

La puntata dal titolo Left Behind adatta l'omonima espansione del primo gioco e racconta come la protagonista fu morsa. La storia di una adolescente alla scoperta di se stessa, di un'amicizia così forte da superare ogni barriera e diventare amore, di un dolore impossibile da cancellare. L'episodio 7 in lingua originale sottotitolata di The Last of Us è andato in onda il 27 febbraio alle 3 del mattino, in contemporanea con gli Usa, in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. Disponibile anche on demand

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Left Behind vuol dire tantissimo per chi conosce l’universo di The Last of Us (LO SPECIALE), per chi ha giocato ai videogiochi Naughty Dog per Playstation. Per questo il settimo episodio della serie tv HBO andato in onda lunedì 27 febbraio alle 3 del mattino in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, in contemporanea con gli Stati Uniti, era attesissimo fin dall’annuncio del titolo e dalla diffusione delle prime immagini. Le attese, altissime, non sono state deluse da una puntata che in poco più di 50 minuti concentra una serie impressionante di picchi emotivi, in grado di lacerare l’animo dello spettatore e di sconvolgere ancora una volta anche chi già conosce la storia raccontata.

Prima del morso

Adattamento dell'espansione del primo capitolo della saga videoludica Naughty Dog, Left Behind è un lungo flashback, un tuffo nel passato di Ellie quando ancora non era l’ultima speranza dell’umanità contro la pandemia di Cordyceps, quando era solo una adolescente come tante nella scuola militare della FEDRA a Boston. Racconta di come fu morsa e molto di più. La storia di una adolescente alla scoperta di se stessa, irrequieta, spaventata dalla scomparsa improvvisa dell’amica e compagna di stanza Riley. A mettere in moto gli eventi del settimo episodio e le dinamiche che porteranno a una maturazione del personaggio di Ellie è proprio il ritorno improvviso e inaspettato di Riley, che trascina l’amica in una fuga notturna alla scoperta delle meraviglie del vecchio centro commerciale abbandonato.

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UNA STORIA D'AMICIZIA E AMORE

Left Behind è una storia di amicizia, di fiducia, d’amore nella sua forma più pura. Un episodio con una fotografia fatta di buio, penombre, luci artificiali dai toni prima rossi e poi più gialli, capaci di esaltarsi specialmente nel lungo segmento ambientato dentro il centro commerciale. Un luogo in cui il mondo è rimasto sospeso e i segni del tempo e dei saccheggi convivono con gli ultimi residui di un futuro mai realizzatosi, tra locandine di blockbuster bloccati a metà della loro esistenza in sala e bigliettini che annunciano un eterno “torno tra 5 minuti”.

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TUTTA LA BRAVURA DI BELLA RAMSEY

Bella Ramsey dà l’ennesima prova di una bravura ormai fuori scala, di una capacità di esprimere la più vasta gamma possibile di emozioni. In poco più di 50 minuti la vediamo determinata, arrabbiata, violenta, riflessiva, tenera, spaventata, nuovamente arrabbiata. Lo stupore che riempie i suoi occhi nello scoprire per la prima volta delle scale mobili o nel ritrovarsi all’ingresso di una sala giochi piena di schermi illuminati è capace di riflettersi generando a sua volta ulteriore stupore in chi guarda. L’espressione dei suoi sentimenti nei confronti di Riley commuove nella sua evoluzione.

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UNA CHIMICA STRAORDINARIA CON STORM REID

Naturalmente in questo ha una parte determinante la chimica perfetta che si crea con Storm Reid (già apprezzatissima nel ruolo di Gia in Euphoria). Le due attrici si cercano con gli sguardi e si trovano nelle pause tra una battuta e l’altra, tra un’azione e la successiva. C’è grande credibilità nella loro recitazione, la sensazione autentica di trovarsi davvero davanti a due amiche, fortunati e privilegiati spettatori di un sentimento naturale che cresce e matura, tra tensioni ordinarie e ostacoli sociali. Ellie e Riley dovrebbero, a un certo punto, trovarsi da due parti opposte della barricata che separa l’esercito dai ribelli, ma il legame che le unisce è più forte persino della guerra civile che imperversa a Boston.

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UN ANNO DOPO, UN'ALTRA ELLIE

Il viaggio nel passato di Ellie si chiude con un’altra scena che spezza il cuore, uno di quei pugni in pancia a cui The Last of Us ci ha abituati. Il ritorno al presente è freddo come la neve dello Utah e doloroso come la ferita di Joel. È passato circa un anno dai fatti del Centro Commerciale eppure Ellie è profondamente cambiata, indurita dalle esperienze e da un carico di responsabilità difficile da sostenere. Ha perso tutto ciò che amava, le è rimasto solo quest’uomo di 56 anni che non è suo padre eppure lo sta diventando. E non ha alcuna intenzione di perdere anche lui.

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L'adattamento dal gioco alla serie

La trasposizione dal videogame alla serie è ancora una volta fedelissima nei dettagli essenziali, pur distanziandosi in quelli secondari. Molti elementi visivi e fortemente emotivi sono direttamente presi dal videogame e trasportati sullo schermo da Mazin e Druckmann, forse con un'adesione al materiale originario senza pari nelle precedenti puntate, almeno per quanto concerne la parte riguardante Ellie, Riley e come furono infettate. Merito anche di un segmento di gioco già di suo molto narrativo e cinematografico.

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Il segmento di gioco rimosso

Nel DLC Left Behind, infatti, l'azione è limitata e confinata prevelantemente a una parte che Mazin e Druckmann scelgono di ignorare, o liquidare in maniera più semplice, quella della ricerca da parte di Ellie dei medicinali per salvare la vita a Joel: se nel gioco tutto ciò avveniva in un grande magazzino infestato, con una lunghissima fase di combattimento contro infetti e soldati, nella serie Ellie trova ago e filo tra i cassetti e gli armadi della casa in cui si è rifugiata con Joel, dinamica che peraltro è l'ennesimo easter egg di un gioco in cui cercare alcol e garze tra i cassetti è importante almeno quanto avere una buona mira.

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Le scenografie come amplificatore di emotività

Pur perdendo un punto forte di contatto nel parallelo tra il racconto del presente e del futuro (entrambe le vicende, nel gioco, accadono all'interno di un centro commerciale), la scelta premia dal punto di vista narrativo, con l'effetto di concentrare la storia sulla parte più intensa dal punto di vista delle emozioni e dei sentimenti alla quale forniscono un enorme contributo delle scenografie capaci di riportare fedelmente le atmosfere del gioco.

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