Catch-22, trama e recensione dell’episodio 3

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Mattia Ferrarini

Prosegue l’avventura di Catch-22, la serie tratta dall’omonimo romanzo di Joseph Heller del 1961. Il terzo episodio ha proseguito e ampliato la linea narrativa introdotta nei due precedenti, mostrandoci un protagonista sempre più frammentato tra il senso del dovere e il desiderio di tornare a casa.
Martedì prossimo, 4 giugno, andranno in onda gli ultimi due episodi alle 21.15 su Sky Atlantic. Intanto, ecco la recensione dell'episodio numero 3.

Catch-22, episodio 3, trama

Si avvicina sempre di più la resa dei conti a Bologna tra americani e tedeschi: la missione è pericolosissima, ed è lo stesso Cathchart a comunicarlo ai suoi soldati. Non tutti torneranno, per molti sarà l’ultima, fatale, battaglia. Ed è la paura di morire che fa venire in mente a Yossarian una nuova idea per saltare la missione: decide di persuadere l’ufficiale di mensa, Milo, a mettere nella zuppa di pomodoro del sapone per il bucato.

Inizialmente restio, Minderbinder si lascia convincere, innescando un potente malessere intestinale a tutto il reparto di aviazione, motivo per cui la missione viene annullata. La voglia di fuggire, però, è tanta. I ragazzi pensano perfino di disertare, fuggendo con un aereo in Svizzera o in Svezia, andando così incontro a tutti gli eventuali rischi che comporterebbe la cosa.

Tuttavia, Yossarian, consapevole che l’annullamento della missione bolognese è solo provvisorio, decide di andare dal Maggiore Maggiore Maggiore per chiedergli se ha letto il "manuale dell'ufficiale di alto livello". Risposta negativa, ovviamente, tra i vani tentativi di quest’ultimo di nascondersi da un furioso YoYo. Per il protagonista, non c’è altra scelta: decide, di notte, di spostare la linea di bombardamento sulla mappa, ponendola sopra Bologna. In questo modo, dalla mappa figura che la città è stata conquistata, così Cathcart decide di annullare la missione, pieno di gioia. Tuttavia, non avrà una sorte felice il povero Maggiore De Coverley che, ignaro della falsità della notizia, si recherà a Bologna, finendo nel vivo di un comizio fascista. Sarà catturato, e di lui non si saprà più niente.

Prosegue, poi, la love story tra Nately e Clara. Il ragazzo, però, rimane deluso quando la giovane prostituta fugge a bordo di una limousine con altri uomini. Tuttavia, la spensieratezza, è destinata a miglior vita quando Catchart si accorge che qualcuno ha spostato la linea di bombardamento. Dopo aver riunito tutti i soldati, il Colonnello inizia una terribile invettiva contro l’anonimo colpevole, con tanto di punizione. Le missioni aumentano a 50, riducibili a 45 solo nel caso in cui il colpevole si facesse avanti, ma ciò non accade.

Gli aviatori sono mandati, dunque, a Bologna, dove affrontano la morte in una pericolosissima missione aerea. Yossarian ha una nuova idea di sabotaggio, e strappa i fili dell’interfono. Non riuscendo più a comunicare con i suoi colleghi di bordo, che alla fine vengono persuasi a tornare indietro, il risultato è dunque un bel dietrofront.

La missione, però, nel complesso va a buon fine e Catchart decide di offrire della torta gelato a tutti i suoi soldati. Il gruppo di Yossarian è l'unico a non ricevere il dessert. Beccati! Catchart, su tutte le furie, chiede il motivo del loro abbandono, affermando che non è una valida ragione per abbandonare il campo di battaglia. Il gruppo ne esce ferocemente umiliato. McWatt, in particolare, è furioso con YoYo e deluso.

Il finale apre un tragico scenario. I ragazzi sono al mare, a svagarsi, quando un aereo plana sopra di loro: è McWatt che, amante degli scherzi, si diverte a volare rasoterra. Volo che però gli costerà caro. Difatti, prende in pieno il giovane Kid Sampson, che muore sul colpo. Non rimane più nulla di lui, se non qualche brandello di pelle e ossa, così come da li a poco non rimarrà più nulla di McWatt. Preso dalla disperazione di quello che ha fatto, il giovane pilata decide di suicidarsi schiantandosi contro una roccia.

 

Catch-22, episodio 3, recensione

La battaglia per la vita di Yossarian continua anche in questo terzo episodio. Il protagonista si ingegna ancor di più, escogitando più metodi per scappare dalla guerra, ma fallendo miseramente ogni volta. Ed è qui, che emerge un lato del personaggio non ancora ben esplorato nelle precedenti puntate, la vigliaccheria. Sì, perché YoYo si dimostra un vigliacco. Certo, le motivazioni che lo spingono ad esserlo sono gravi e in tanti, al suo posto, probabilmente, si sarebbero comportati nel medesimo modo.

Il punto in cui Yossarian dimostra più codardia è quando Cathchart chiede chi abbia modificato la linea di bombordamento, una testa per 5 missioni in meno. Tuttavia, YoYo rimane impassibile e non fa un passo avanti. Certo, se si fosse dichiarato colpevole sarebbe andato incontro a pesanti conseguenze, ma, in questo modo, ha messo ancora più a rischio non solo se stesso, ma anche i suoi compagni.

D’altro canto, però, occorre considerare che Cathchart è spietato e avrebbe aumentato le missioni in ogni caso, vanificando l’eventuale confessione di Yossarian. Il gesto di quest’ultimo, però, avrà un’altra, pesante conseguenza: la sparizione del Maggiore de Coverley, probabilmente rapito dai nazisti. Il finale, poi, è davvero tragico. Due morti inattese e non necessarie, avvenute in una situazione ludica: uno scherzo finito male, sotto gli occhi increduli di tutto il gruppo. Kid e McWatt dicono definitivamente addio alla serie.

 

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