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Il Trono di Spade 8, la recensione dell’episodio 3: Arya VS il Re della Notte

Serie TV

Linda Avolio

Una ragazza è Arya Stark di Grande Inverno...e ha ucciso il Re della Notte! Ecco finalmente l'attesissima Battaglia di Grande Inverno, 80 minuti di angoscia, numerose perdite (ma comunque meno del previsto) e alcuni colpi di scena decisamente ben piazzati, dal ritorno, previdibile e allo stesso tempo inaspettato, di Melisandre all'eliminazione, totale e definitiva, del Re della Notte per mano della giovane lupa della casa Stark. Leggi la recensione del terzo episodio dell'ottava stagione de Il Trono di Spade. - OVVIAMENTE PERICOLO SPOILER PER CHI NON HA VISTO L'EPISODIO

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Un ritorno prevedibile e allo stesso tempo inaspettato, numerose dipartite (ma comunque decisamente meno di quelle previste!), e la sconfitta totale e definitiva del Re della Notte. Perché "Cosa diciamo al Dio della Morte?" Non oggi! A concludersi per sempre oggi, invece, è stata una delle storyline portanti dell'intera serie, quella dell'avanzata del Re della Notte, quella dei morti contro i vivi, quella dell'immenente oscurità rimasta relegata per millenni oltre la Barriera.

La Lunga Notte, però, si rifarà viva prima del previsto: il primo e unico prequel confermato finora sarà infatti ambientato proprio durante la prima Lunga Notte, circa diecimila anni prima dell'inizio de Il Trono di Spade. Ma torniamo al terzo episodio e lla Battaglia di Grande Inverno: ecco la nostra recensione.

L'ultima magia della Sacerdotessa Rossa

The Long Night, il terzo episodio dell'ottava e ultima stagione de Il Trono di Spade, si apre con il ritorno a Grande Inverno di Melisandre. Un ritorno che in realtà era stato preannunciato da lei stessa nella settima stagione, ma che, comunque, è arrivato in maniera piuttosto inaspettata, proprio pochi minuti prima dell'inizio dello scontro. La Sacerdotessa Rossa sa che è durante quella notte che si deciderà il futuro degli esseri umani, il futuro dei vivi, a Westeros così come a Essos, e sa bene che il Signore della Luce ha un compito importante per lei.

Melisandre dunque ritorna, e, per prima cosa, infuoca le armi dei Dothraki. Purtroppo, però, ciò non serve. Poi la vediamo dare fuoco ai tronchi appuntiti sistemati nel fossato costruito attorno a Grande Inverno, ma neanche questo suo contributo è abbastanza per fermare l'avanzata dei morti. C'è però un ultimo fuoco che sarà metaforicamente originato dalla Sacerdotessa Rossa, e sarà questa fiamma a essere determinante: stiamo ovviamente parlando di Arya. Nella terza stagione, durante il loro incontro nella foresta, Melisandre disse ad Arya che in lei vedeva dell'oscurità, e che in quell'oscurità vedeva degli occhi che la guardavano: "Occhi marroni, occhi blu, occhi verdi. Occhi chiusi per sempre da te..."

Ora, si tratta ovviamente di una visione a dir poco generica...eppure è proprio in questo momento che Melisandre capisce il vero significato di quanto visto: gli occhi blu sono gli occhi del Re della Notte. Sarà Arya a sconfiggerlo, dunque sarà Arya a salvare i vivi. Ciò significa che quindi è la giovane lupa della casa Stark il tanto attenso Azor Ahai? Non lo sapremo mai, ma qualcosa di dice che, alla fine, Azor Ahai, da figura leggendaria che si rispetti, altro non è che un monito e un invito all'azione per i vivi, per evitare la discesa della Lunga Notte.

A battaglia conclusa, la Sacerdotessa Rossa, esauriti i suoi poteri, cammina tra i morti appena fuori le mura di Grande Inverno. Si toglie il collare con la pietra magica che l'ha mantenuta giovane fino a quel momento, e si allontana. Ser Davos la osserva invecchiare di colpo, accasciarsi a terra e scomparire: dopo centinaia di anni, finalmente ha portato a termine la sua missione. Salutiamo Carice Van Houten, che è stata una Melisandre semplicemente perfetta.

L'entrata in scena del Re della Notte

La Battaglia di Grande Inverno ormai è nel pieno, ma del Re della Notte non c'è traccia. Il sovrano dei morti si è fatto attendere così tanto che a un certo punto abbiamo veramente pensato che, come ipotizzato da numerosi fan, si fosse recato più a sud, per un attacco a sorpresa alla Fortezza Rossa. Invece no. Proprio come previsto da Bran, il Night King è caduto in trappola. Prima, però, ha causato un bel po' di morte e distruzione, anche se indirettamente. Nè lui né i suoi generali, infatti, si sono lanciati in battaglia, ma hanno preferito, GIUSTAMENTE, mandare avanti le innumerevoli schiere di soldati non morti "reclutati" fino a quel momento.

A dire il vero, il Re della Notte ha combattuto almeno un po', in aria, in groppa a Viserion. Lo scontro ad alta quota vede contrapporsi il Re della Notte da una parte e i Jonaerys dall'altra. Sì, perché Jon, questa volta, non è rimasto sul campo al fianco dei suoi uomini, ma si è lanciato all'inseguimento del nemico numero uno. Mentre Drogon e Daenerys fanno fuoco, letteralmente, sulle schiere dei non morti, l'ex Re del Nord insegue il Re della Notte. Lo scontro tra i draghi, il vivo Rhaegal e il non morto Viserion, è violento, così violento da far cadere a terra il Night King. Daenerys ne approfitta, e ordina a Drogon di trasformarlo in cenere. Ma, sorpresa: il fuoco di drago non può nulla contro il sovrano dei morti.

La scena in cui Daenerys viene, involontariamente, disarcionata da Drogon - quasi completamente ricoperto di non morti e dunque costretto a darsi una bella scrollata e ad alzarsi in volo - ci fa capire che, in questa stagione, nessuno è veramente al sicuro: quando la Madre dei Draghi impugna la spada, è evidente che la situazione è critica. Anche Jon se la passa male, prima circordato dal nemico in campo aperto, poi sotto il tiro del fuoco blu di Viserion. Il suo tentativo di elimare il Re della Notte non va a buon fine, ma la sua intuizione è giusta: togliere di mezzo lui significa togliere di mezzo tutti quelli sotto di lui. E se da un lato un po' ci dispiace di non aver assistito allo scontro con la esse maiuscola tra Jon e il Night King, dall'altro siamo stati ben contenti di aver visto quest'ultimo cadere per mano di Arya.

Le cripte di Grande Inverno

Come previsto dai fan della serie, le cripte di Grande Inverno si sono effettivamente rivelate meno sicure di quanto immaginato, quantomeno dopo l'arrivo del Re della Notte. In realtà l'idea di usarle come rifugio per chi non si sarebbe gettato nella mischia non era così stupida, e comunque non si poteva prevedere che il Night King fosse in grado di far tornare in vita (o meglio, in non vita!) anche chi non è caduto per mano di un Estraneo o di uno dei suoi soldati non morti! Che il Re della Notte è, o meglio, era, in grado di far tornare in vita tutti i morti l'abbiamo scoperto anche noi spettatori solo in quel momento, fino ad allora non c'era nulla di certo. Ai soliti criticoni ad ogni modo diciamo: e dove avrebbero dovuto nascondersi, se non nelle cripte??

Molto toccante il momento in cui Sansa e Tyrion - per forza di cose relegati a un ruolo secondario in questo episodio - si preparano a loro modo a combattere e, per qualche istante, ricordano quanto sia stato assurdo il loro matrimonio, ma anche quanto, alla fine, entrambi siano stati, l'una per l'altro, i partner migliori mai avuti.

Una ragazza è Arya Stark di Grande Inverno, ed è qui per uccidere il Re della Notte.

Alcune recenti teorie avanzate dai fan avevano azzardato l'ipotesi secondo cui sarebbe stata Arya a togliere di mezzo una volta per tutte il Re della Notte...e alla fine così è stato! Dopo l'ansiogena sequenza ambientata nella biblioteca, e dopo il salvataggio di fortuna a opera di Beric Dondarrion e di Sandor Clegane, Arya si ritrova nella stessa stanza insieme a Melisandre. Ed è proprio la Sacerdotessa Rossa a farle intendere che dovrà essere lei a eliminare per sempre il Re della Notte. Sarà lei a far chiudere per sempre quegli occhi blu. Tocco di classe la frase-messaggio che la Strega Rossa pronuncia: "Cosa diciamo al Dio della Morte?", una citazione alla lettera della battuta più famosa di Syrio Forel, non lascia spazio ai dubbi, il Re della Notte, il Re della Morte, sarà eliminato.

Dunque Arya si attiva immediatamente, ma, a differenza di quanto ipotizzato nelle suddette teorie, non indossa il volto di un Estraneo per avvicinarsi al suo nemico. Semplicemente, sfruttando Bran, l'esca perfetta posizionata nel punto perfetto, e sfruttando il caos che regna in quel momento praticamente ovunque, si avvicina furtivamente. Dopo aver colto di sorpresa Jon nel primo episodio, Arya coglie di sorpresa anche il Re della Notte, ma il Re della Notte reagisce prontamente, afferandola per il collo e alzando in aria. Anche lui, però, commette l'errore di sottovalutare quella ragazzina minuta. La guarda in faccia, vuole vederla soffocare per poi potersi dedicare con calma all'eliminazione del Corvo con Tre Occhi. E, così facendo, non si accorge che, nel giro di pochissimo, Arya lascia andare il pugnale che ha nella mano sinistra.

Il pugnale, però, non cade a terra: con una mossa repentina, degna del miglior addestramento mai ricevuto, Arya lo afferra con la mano destra, e poi colpisce il Night King dritto al cuore, nel punto in cui, millenni prima, i Figli della Foresta lo colpirono con una stalattite in vetro di drago. Il cerchio è chiuso. Ed è chiuso due volte: il pugnale che Arya usa per uccidere il Re della Notte è infatti la tristemente famosa daga in acciaio di Valyria appartenuta a Ditocorto. All'inizio della serie, quella lama sarebbe dovuta finire nel petto di Bran, uccidendolo, mentre ora, ormai alla fine della serie, quella lama è finita nel petto del peggior nemico del giovane Stark, salvandogli la vita.

Il Re della Notte va dunque letteralmente in pezzi, e ai suoi generali tocca la stessa fine. I non morti, Viserion compreso, finalmente possono riposare in pace. La Battaglia di Grande Inverno volge al termine: i vivi hanno vinto, la Lunga Notte non scenderà sui Sette Regni. E se è vero che ognuno ha fatto la propria parte, è anche vero che, se non fosse stato per Arya, lo scontro avrebbe preso una piega ben diversa. D'altronde il personaggio di Maisie Williams - a cui facciamo i nostri complimenti, e finalmente, dopo il mezzo polverone causato dalla scena d'amore con Gendry, si tornerà a parlare di lei per la sua bravura - l'aveva detto: "Conosco la morte, ha molte facce. Non vedo l'ora di vedere anche questa." 

Una battaglia (o)scura e spettacolare

La regia dell'episodio - criticato da alcuni per la fotografia un po' troppo scura, ma d'altronde si sapeva che si sarebbe trattato di una battaglia notturna, dunque queste critiche lasciano un po' il tempo che trovano - è stata affidata a Miguel Sapochnik, già dietro la macchina da presa di altre due battaglie, quella dei Bastardi e quella di Aspra Dimora. Questa volta, però, non si è trattato di una porzione di lotta dentro a un episodio: questa volta si è praticamente trattato di un intero episodio, peraltro esteso, quasi 80 minuti di mattanza. Ora capiamo cosa intendevano gli attori quando nelle interviste dicevano che i giorni sul set durante le riprese della Battaglia di Grande Inverno sono stati i più difficili di sempre! Dalle orde di non morti lanciati l'uno sull'altro allo scontro aereo tra Jon, Daenerys e il Re della Notte, The Long Night è stato un episodio letteralmente spettacolare.

Chi è morto

Dalla parte dei vivi sono cadute meno persone del previsto: Beric Dondarrion, che si sacrifica per salvare Arya - e la rivelazione di Melisandre, che il suo essere riportato in vita numerose volte era legato proprio a quel momento -, ci ha discretamente lasciato a bocca aperta; Edd, che cade in battaglia, al fianco dei suoi confratelli e che, prima di soccombere, salva la pelle a Sam; Lyanna Mormont, che viene agguantata da un gigante non morto e che, prima di morire, accoltella il suddetto gigante in un occhio con un pugnale in vetro di drago, portandolo con sé dall'altra parte; Ser Jorah, che cade difendendo la sua amata Khaleesi; Theon, che muore per mano del Re della Notte, nel tentativo di difendere Bran.

Si tratta di personaggi che - suona brutto da dire, ma purtroppo è così - in un modo o nell'altro avevano esaurito il loro arco narrativo: Beric è tornato in vita per salvare colei che, alla fine ha scongiurato l'arrivo della Lunga Notte, dunque ha esaurito il suo compito; Edd prima di morire ha salvato, di nuovo, Sam, e poiché i Guardiani non esistono più, anche lui ha esaurito il suo compito; la combattiva Lyanna Mormont era destinata a cadere (vedere il dialogo del secondo episodio con suo cugino Ser Jorah), ma ne approfitta per togliere di mezzo nientemeno che un gigante non morto; dopo aver liberato sua sorella, Theon si sacrifica per difendere Bran, e il suo arco di redenzione volge così definitivamente al termine.

Leggermente più carica di significato è la morte di Se Jorah, che si sacrifica per la sua regina, per quella donna che l'ha reso un uomo migliore. Che il prode cavaliere sarebbe morto per salvare Daenerys lo avevamo praticamente dato per scontato, ma ciò che non possiamo dare per scontato è il peso che questa perdita avrà per la Madre dei Draghi, che ha dovuto dire addio, nel modo peggiore, al suo uomo più fidato e fedele.

Ma veniamo ora al morto per eccellenza: il Re della Notte, eliminato, come scritto sopra, da un'agguerritissima Arya Stark. Ride bene chi ride ultima! Diciamo definitivamente addio anche allo sfortunanto Viserion, che cade insieme al suo Re. Con l'uscita di scena del Night King esce di scena un nemico decisamente inquitante e, purtroppop, un po' sottoutilizzato.

Chi è sopravvissuto

Contro ogni previsione, Jaime, Brienne, Podrick, Tormund e Verme Grigio sono sopravvissuti. Dopo essere stata insignita del titolo di cavaliere, ci eravamo preparati a dire addio al personaggio di Gwendoline Christie, così come ci eravamo preparati a dire addio a quello di Nikolaj Coster-Waldau. Eppure sono entrambi sopravvissuti, ma li attende un'altra battaglia: quella contro Cersei. Anche Verme Grigio è uscito incredibilmente illeso dallo scontro: forse riuscirà veramente ad andare a Naath insieme all'amata Missandei. Anche per lui, però, c'è un ultimo ostacolo da superare: combatterà per la sua regina, non si tirerà indietro proprio ora. Anche Gendry ce l'ha fatta, e, nonostante non sia proprio un combattente nato, anche Sam respira ancora. What about il Mastino? Vivo anche lui, dunque aspettiamoci l'atteso scontro con il fratello, il CleganeBowl.

Bran è vivo: potrà continuare a fare da server centrale per il Continente Occidentale. Ser Davos è vivo: non si è potuto togliere la soddisfazione di far fuori Melisandre per vendicare l'atroce fine di Shireen, ma ha comunque assistito alla morte di quella donna tanto misteriosa quanto pericolosa. Sansa, Tyrion, Missandei, Gilly, il piccolo Sam e Varys sono vivi, nonostante quanto successo nelle cripte. Su Tyrion c'è da dire che non avevamo dubbi: dovrà esserci un ultimo confronto su Cersei, e ormai ogni cosa indica che sarà proprio lui il valonqar della profezia di Maggy la Rana. La situazione si fa più complicata riguardo a Varys: stando alle parole di Melisandre della settima stagione, il Ragno Teessitore morirà in quel Westeros. Non è però chiaro quali saranno le tempistiche.

Sul versante animalesco, Drogon e Rhaegal continueranno a volare, e anche Spettro è sopravvissuto (si vedono chiaramente tutti e tre nel promo del quarto episodio rilasciato da HBO).

Ad Approdo del Re per l'Ultima Guerra

Che la Battaglia di Grande Inverno non sarebbe stata l'ultima della serie lo sapevamo già da parecchio tempo - risalgono infatti ad alcuni mesi fa le indiscrezioni secondo cui lo scontro tra i vivi e i morti sarebbe avvenuto a metà stagione -, dunque è ovvio che, dal quarto episodio, il nuovo teatro dello scontro si sposterà ad Approdo del Re. L'Ultima Guerra, quella per il trono dei Sette Regni, vedrà contrapporsi Cersei e Daenerys. Ma come la mettiamo col fatto che Jon in realtà è Aegon Targaryen? E "What about the North?", per citare Sansa? Sopravvissuti al Re della Notte, i nostri eroi ora devono anzitutto riprendersi e riorganizzarsi, ma è evidente che Daenerys non perderà tempo prezioso. La chiacchierata con suo nipote, però, non può attendere oltre. Noi spettatori, invece, attendiamo. Con fatica, ma attendiamo.

 

L'ottava e ultima stagione di Game of Thrones è in onda ogni lunedì alle 03.00 in versione originale sottotitolata (poi in replica la sera dopo gli episodi in italiano) e alle 21.15 in versione doppiata in italiano.

Inoltre ogni giovedì sera, alle 20.20, non perdere su sky Atlantic l'appuntamento con Thronecast, il talk show dedicato al commento degli episodi della serie, con tante interviste al cast e con gli interventi di numerosi ospiti.
 

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