Leonard Cohen, 55 anni fa usciva il suo disco d'esordio: tutto quello che c'è da sapere

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L’album Songs of Leonard Cohen, esordio discografico del cantautore canadese, è stato pubblicato il 27 dicembre 1967 negli Usa. Un capolavoro che contiene molte delle sue canzoni più celebri, da Suzanne a So Long, Marianne. Ecco le curiosità da conoscere

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Il 27 dicembre 1967 usciva negli Usa l’album Songs of Leonard Cohen, esordio discografico e capolavoro del cantautore canadese, morto nel 2016. Sono passati 55 anni dalla pubblicazione di quella che è diventata una pietra miliare della musica. Con canzoni come Suzanne, Master Song, Winter Lady, The Stranger Song, Sisters of Mercy e So Long, Marianne, lanciò la carriera di Cohen, all’epoca noto per le sue raccolte di poesie, come Flowers for Hitler. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul disco (I BRANI PIÙ FAMOSI DI LEONARD COHEN).

La genesi del disco

Cohen era già noto alla critica come poeta e romanziere, ma continuava a coltivare un grande interesse per la musica: da ragazzo aveva suonato la chitarra in una band country chiamata Buckskin Boys. Nel 1966, Cohen partì per Nashville, dove sperava di diventare un cantautore country, ma invece fu coinvolto nella scena folk di New York. Nel novembre 1966, Judy Collins registrò Suzanne (scritta da Cohen) per il suo album In My Life e il produttore discografico John Hammond si accorse così del talento autoriale del ragazzo canadese e lo mise sotto contratto per la Columbia Records. Il produttore però si ammalò e fu sostituito da John Simon. Per le sessioni di registrazione furono chiamati alcuni musicisti esterni e questa mossa fece innervosire Cohen. Con Simon ci furono scontri sulla strumentazione e sul missaggio: Cohen voleva che l'album avesse un suono scarno, mentre Simon voleva introdurre arrangiamenti con archi e fiati. Il risultato finale non entusiasmò il cantautore.

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Le canzoni

Tutti i testi e le musiche dei 10 brani sono scritte da Leonard Cohen. L'album contiene alcune delle sue canzoni più celebri. Il disco si apre con Suzanne, che inizialmente era stata pubblicata nel 1966 come una poesia. Il brano si ispira alle visite a casa della ballerina Suzanne Verdal e di suo marito, lo scultore Armand Vaillancourt. Negli anni Cohen ha sempre smentito qualsiasi coinvolgimento sessuale o sentimentale con la protagonista femminile. Tra l’altro Cohen per anni non ha goduto dei diritti della canzone perché aveva firmato un documento in cui li cedeva per un certo lasso di tempo all'arrangiatore Jeff Chase. Solo nel 1987 i due si accordarono per la restituzione dei diritti al cantautore. Altri brani simbolo del disco sono Master Song, Winter Lady e The Stranger Song. Il lato A del vinile si chiude con Sisters of Mercy, scritta a Edmonton e dedicata a due ragazze che Cohen incontrò durante una tempesta di neve. Si ripararono in una camera e mentre loro dormivano, lui scrisse di getto testo e musica facendo ascoltare il risultato appena si svegliarono. Il lato B si apre con la meravigliosa So Long, Marianne. Ispirata da Marianne Ihlen, la fidanzata dell’epoca di Cohen, sua musa per diverse canzoni. La donna in seguito dirà che le parole originali della canzone non erano "Addio, Marianne", ma "Dai, Marianne", indicando che in una prima versione la canzone non era intesa come un arrivederci.

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La copertina

La copertina dell'album è una foto color seppia di Cohen attribuita a Machine. Sulla quarta di copertina del disco invece c'è un'immagine religiosa messicana dell'Anima Sola raffigurata come una donna che si libera dalle sue catene circondata dalle fiamme e che guarda verso il cielo. In un'intervista a Rolling Stone, Cohen ha descritto l'immagine come "il trionfo dello spirito sulla materia. Lo spirito è quella bellissima donna che evade dalle catene, dal fuoco e dalla prigione". Cohen ha trovato l'immagine in un negozio di articoli religiosi vicino all'Hotel Chelsea nel 1965.

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L’uscita e il successo

Negli Usa il disco è stato pubblicato il 27 dicembre del 1967. L'album ha ricevuto recensioni contrastanti al momento della sua uscita. C’è anche chi l’ha stroncato perché il tono malinconico “stonava” in un’epoca in cui spopolava l’ondata hippie. Tanti altri, soprattutto nel tempo, l’hanno invece definito una pietra miliare, non solo della discografia di Cohen ma in generale della musica contemporanea. La tiepida accoglienza iniziale non influenzò comunque le vendite: soprattutto in Europa il disco ebbe ottimi riscontri. In Uk rimase oltre un anno in classifica ad esempio. In seguito diverse canzoni dell’album furono utilizzate da Robert Altman nel suo film I compari (per la precisione The Stranger Song, Sisters of Mercy Winter Lady). Invece SuzanneSo Long Marianne e Hey, That’s No Way to Say Goodbye finirono nella colonna sonora del film Fata Morgana di Werner Herzog. Ben 5 brani dell’album sono infine inclusi nella soundtrack di Beware of a Holy Whore di Rainer Werner Fassbinder. La classifica del 2020 di Rolling Stone con i 500 migliori album di tutti i tempi ha inserito Songs of Leonard Cohen al 195esimo posto.

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