Le migliori canzoni di Leonard Cohen

Musica

Da "Suzanne" a "Alexandra Leaving" passando per "Hallelujah", le canzoni più famose di Leonard Cohen 

Si intitola “Thank You for the Dance” il primo album postumo di Leonard Cohen, in uscita il 22 novembre. Disco che segue di 3 anni la pubblicazione del precedente “You Want It Darker”, uscito nell’ottobre del 2016, rilasciato dal cantautore canadese 19 giorni prima di morire. Ecco le sue canzoni più belle e più famose, da “Suzanne”, estratta dal suo album di esordio, “Songs of Leonard Cohen”, pubblicato nel 1967, fino a “Alexandra Leaving”, presente invece in “Ten New Songs”, disco pubblicato nel 2011.

  • Suzanne
  • Sisters of Mercy
  • Bird on a Wire
  • Famous Blue Raincoat
  • Hallelujah
  • Everybody Knows
  • Alexandra Leaving

Suzanne (Songs of Leonard Cohen, 1967)

Si tratta della prima traccia dell’album di esordio di Leonard Cohen: la canzone con cui l’artista si è quindi fatto conoscere per la prima volta al pubblico, sorta di biglietto da visita. Il pezzo è ispirato alle visite dello stesso cantautore alla ballerina Suzanne Verdal e al marito, lo scultore Armand Vaillancourt. La canzone è estremamente realistica, in grado di dipingere quei momenti di quotidianità. Ne esiste anche una versione in italiano, cantata da Fabrizio De André.

Sisters of Mercy (Songs of Leonard Cohen, 1967)

La canzone è dedicate a due ragazze che Leonard Cohen aveva conosciuto a Edmonton nel 1967, a margine di un concerto. Un incontro casuale, trasformatosi poi in una notte d’amore in una stanza d’albergo. Il brano è stato inserito nella colona sonora de “I compari”, film di Robert Altman.

Bird on a Wire (Songs of a Room, 1969)

Il pezzo nasce in uno dei periodi più cupi della vita di Leonard Cohen, quando l’artista viveva sull’isola greca di Hydra. La canzone muove dalla visione di un uccello solitario appollaiato su un cavo telefonico: immagine che avrebbe regalato all’artista l’ispirazione per la scrittura del pezzo, ma solo a distanza di diverso tempo.

Famous Blue Raincoat (Songs of Love and Hate, 1971)

Si tratta di una lettera: racconto del triangolo amoroso tra lo stesso cantante, una donna di nome Jane e la persona a cui è destinato il testo stesso. Non si sa chi sia quest’ultimo, che viene dipinto all’interno della canzone come “Mio fratello, il mio assassino”.

Hallelujah (Various Positions, 1984)

La canzone più celebre e amata del repertorio di Leonard Cohen, che conosce una famosissima versione incisa da Jeff Buckley. Il pezzo ha avuto una lunghissima gestazione, essendo stato scritto in ben due anni, come rivelato da Bob Dylan, su confessione dello stesso musicista canadese. In origine, la canzone si “componeva” di ben 80 strofe, che ovviamente sono poi state sfoltite, nonostante il brano rimanga ancora piuttosto lungo e complesso.

Everybody Knows (I’m Your Man, 1988)

Brano particolarmente pessimista del repertorio di Leonard Cohen: procede per immagini, tutte estremamente buie, sull’esistenza che circonda il cantautore canadese. Il pezzo ha conosciuto molti omaggi, con versioni firmate da Don Hendley, Concrete Blonde, Rufus Wainwright.

Alexandra Leaving (Ten New Songs, 2011)

Siamo nel nuovo millennio. “Alexandra Leaving” è un brano ispirato a una poesia del poeta greco Konstantinos Kavafis, da cui il cantautore canadese era rimasto particolarmente colpito. La scoperta della produzione del poeta risale a un periodo che Cohen ha trascorso nell’isola greca di Hydra.

Spettacolo: Per te