Sex Pistols, 45 anni fa usciva Never Mind the Bollocks: le cose da sapere sull’album

Approfondimenti
©Getty

Il 28 ottobre 1977 veniva pubblicato nel Regno Unito il primo e unico disco in studio della band pioniera del punk britannico. L’album ha avuto un successo enorme rivoluzionando il mondo musicale con implicazioni anche nella società e nella moda. Dalle polemiche per i testi alle controversie per il titolo fino ai record di vendita: ecco le curiosità sulla pietra miliare creata da Johnny Rotten e soci

Iscriviti alla nostra newsletter per restare aggiornato sulle notizie di spettacolo

 

Un solo album per entrare nella leggenda. Il 28 ottobre 1977 usciva nel Regno Unito Never Mind the Bollocks, Here's the Sex Pistols, il primo e unico disco in studio registrato dai Sex Pistols, iconici protagonisti della prima ondata punk britannica (LA FOTOSTORIA). Testi provocatori, l’energia sporca nel suono, il mezzo cantato di Johnny Rotten con la sua pronuncia strascicata e beffarda: sono gli elementi distintivi dell’album che ha fatto esplodere il fenomeno punk nel mondo. Un mutamento rivoluzionario di atteggiamenti e costumi che ha influenzato pesantemente l’industria musicale e la società in genere (LA BATTAGLIA LEGALE TRA GLI EX MEMBRI DEL GRUPPO).

La genesi 

Intorno al Let it Rock, negozio anticonformista nel quartiere di Chelsea, di proprietà di Malcolm McLaren e Vivienne Westwood, si forma quella che diventerà la scena punk londinese. Il gruppo dei The Strand, che includeva già il chitarrista Steve Jones e il batterista Paul Cook, si completa nel 1975 con Glen Matlock al basso e John Lydon (ribattezzato Johnny Rotten) come cantante. L’anno dopo il manager McLaren cambia il nome del gruppo in Sex Pistols, prendendo ispirazione da una maglietta venduta nel suo negozio. La band inizia a fare concerti suonando cover e i live si caratterizzano per episodi di volgarità e violenza, cosa che attira l’attenzione dei discografici. Firmano un contratto con la EMI e il 26 novembre 1976 pubblicano il loro primo singolo, Anarchy in the U.K. All’inizio del 1977 Matlock lascia il gruppo e viene rimpiazzato da Sid Vicious, che pur essendo praticamente incapace di suonare il basso, risultava perfetto con il suo look ribelle e gli atteggiamenti provocatori. Intanto la band, dopo varie controversie, firma un nuovo contratto con la Virgin e pubblica il secondo singolo, God Save the Queen, che suscita un’ondata di indignazione nel Regno Unito, venendo visto come un attacco alla Regina Elisabetta (di cui quell’anno ricorreva il Silver Jubilee per i 25 anni di regno). Sono mesi di scandali, incidenti ed episodi controversi, come l’arresto di tutti i membri della band per aver tentato di suonare la canzone su una barca davanti a Westminster. Si arriva così all’uscita del primo e unico album del gruppo.

Layout 1

vedi anche

Sex Pistols 76/77, le radici di Never Mind... in 80 alternate version

Registrazione e pubblicazione

Il disco Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols è stato registrato tra marzo e giugno 1977 a Londra, negli Wessex Studios. La pessima performance al basso di Sid Vicious in Bodies costringe la band a richiamare almeno come turnista l’ex membro Matlock (che risultava anche come co-autore di quasi tutti i testi) che chiede di essere pagato in anticipo e se ne va via subito perché questo non accade. Alla fine tocca al chitarrista Steve Jones suonare anche le linee di basso nelle registrazioni. Nel mentre escono anche i singoli Pretty Vacant e Holidays in the Sun. La Virgin decide, contro il parere della band, di inserire nella scaletta dell’album tutti e quattro i singoli già pubblicati. Intanto un serie di dispute legali porta all’uscita non prevista un bootleg, chiamato Spunk, con demo registrate dai Sex Pistols. L’attesa per la pubblicazione di Never Mind the Bollocks è enorme, con ben 125mila copie già prenotate nel Regno Unito. Alla sua uscita, il 28 ottobre 1977, l’album schizza direttamente al numero 1 delle classifiche britanniche. L'11 novembre esce anche negli Usa.

pistol

vedi anche

Pistol, il teaser della serie sui Sex Pistols che arriva a settembre

Il successo

Dopo il debutto al primo posto nella Official Albums Chart, nel giro di poche settimane il disco è certificato disco d’oro in Uk. Trascorre quasi un anno nella top 75 della classifica degli album più venduti. Già alla sua uscita, la rivista Rolling Stone pubblica un lungo reportage (con tanto di copertina) che dà grande visibilità alla band negli Usa. Nel 1981, il disco raggiunge il milione di copie vendute nel solo mercato americano. Nel 2013 è certificato doppio disco di platino. In anni recenti, Never Mind the Bollocks è stato inserito in prestigiose classifiche dei migliori album di tutti i tempi ed è considerato uno dei più influenti della storia della musica.

sex-pistols_getty

leggi anche

Sex Pistols, God Save The Queen in vetta delle classifiche UK

Le polemiche e le accuse

Il titolo scelto per l’album inizialmente doveva essere God Save Sex Pistols. Ma alla fine è stata scelta l’espressione Never mind the bollocks (letteralmente ‘Sbattitene i co***oni’). Secondo Johnny Rotten questa è anche un’espressione tipica della classe operaia inglese che significava: "Smettila di dire str***te”. Il titolo ha creato problemi nella distribuzione perché numerosi rivenditori si sono rifiutati di esporre il disco in vetrina, considerandolo volgare. A Londra la polizia ha intimato alla Virgin di non esporre i poster con la copertina per evitare di essere denunciati per oltraggio al pudore, a causa di una legge del 1899. C’è stato anche il caso di una persona arrestata a Nottingham per aver esposto in negozio copie del disco. Al processo un docente di letteratura inglese ha spiegato che la parola "bollocks" non poteva ritenersi oscena, in quanto termine arcaico in lingua inglese per riferirsi a un prete. E nel contesto del titolo, significava "nonsense". Il professore ha spiegato anche che alcune vecchie traduzioni della Bibbia utilizzavano il termine "bollocks" per riferirsi ai testicoli. Alcune classifiche di dischi si sono rifiutate di nominare comunque il titolo, mostrando invece solo uno spazio vuoto. Oltre alla copertina, anche i testi di God Save the Queen e Anarchy in the U.k. hanno fatto molto scalpore ma tutte queste controversie non hanno fatto altro che creare ulteriore interesse e pubblicità gratuita al disco, lanciandolo verso un successo che ha fatto epoca e che è rimasto una gemma solitaria: nel 1978 Rotten abbandona la band e l’anno dopo la morte per overdose di Sid Vicious chiude nel modo più tragico l’esperienza dei Sex Pistols.

SEX PISTOLS in 1977

vedi anche

Anche l’ex Sex Pistols John Lydon saluta la regina

Spettacolo: Per te