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Mogol compie 85 anni: da "in un mondo che" a "le bionde trecce", le sue frasi più celebri

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©IPA/Fotogramma

Il 17 agosto è il compleanno di Giulio Rapetti, per tutti Mogol, uno dei più grandi parolieri della musica leggera italiana. Spegnerà le candeline all'Arena Lido di Rimini. Nella sua carriera ha composto versi immortali per brani indimenticabili cantati da interpreti quali Lucio Battisti, Mina, Celentano

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Il 17 agosto 1938, a Milano, nasceva Giulio Rapetti, in arte Mogol, uno dei più grandi parolieri della musica italiana. Spegnerà le 85 candeline all’Arena Lido di Rimini e riguarderà indietro alla sua carriera in cui ha scritto oltre 1500 brani, che diventano quasi 5000 se si considerano gli arrangiamenti. Tutti di straordinario successo. Un successo partito nel 1961 quando la sua Al Di Là, interpretata dal Luciano Tajoli e Betty Curtis, vinse il Festival di Sanremo, e sancito in particolare modo dal felicissimo sodalizio artistico con Lucio Battisti, Adriano Celentano o Mina: impossibile dimenticare Un’Avventura, Non è Francesca, Acqua Azzurra, Acqua Chiara, Dieci Ragazze o Mi Ritorni in Mente. E poi ancora Anna, Il mio canto libero, Insieme, Emozioni, Oro, L’emozione non ha voce, Riderà, Io ho in mente te o A chi. Ecco una viaggio attraverso le frasi più celebri e iconiche delle sue canzoni, spesso vere e proprie poesie.

Emozioni (1970)

Seguir con gli occhi un airone sopra il fiume e poi ritrovarsi a volare: i versi sono tratti dal celebre brano Emozioni, uno dei più conosciuti e apprezzati della coppia Mogol - Battisti. L’ispirazione musicale arrivò a quanto pare durante viaggio a cavallo che il paroliere e il cantante fecero nell’estate del 1970. Dopo aver ricevuto la parte musicale da Battisti, Mogol scrisse le parole in modo piuttosto rocambolesco: l’ultima parte del brano “nacque” in auto e il compositore dovette imparare a memoria le parole perché non aveva a disposizione carta e penna per appuntarle.

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Pensieri e parole (1971)

Che ne sai tu di un campo di grano / Poesia di un amore profano / La paura d'esser preso per mano, che ne sai: i versi appartengono a Pensieri e parole del 1971. Come dice lo stesso Mogol nel libro Mogol. Umanamente uomo, “noi andavamo a giocare in campagna, in un campo di grano che ci sovrastava e che veniva usato per i nostri piccoli giochi adolescenziali, ma era cosi incontaminato che mi sembrava di profanarlo”. 

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Il mio canto libero (1972)

In un mondo che / Prigioniero è / Respiriamo liberi io e te: i tre versi sono tratti dal celebre Il mio canto libero interpretato da Lucio Battisti e pubblicato nel 1972. Contiene molto della vita privata di Mogol, che scrisse le parole dopo l’incontro con la pittrice e poetessa Gabriella Marazzi, in seguito alla separazione dalla moglie. L’autore parla di un sentimento, l’amore, che ha bisogno di librarsi in alto, libero, per non essere soffocato.

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I giardini di marzo (1972)

Che anno è, che giorno è? / Questo è il tempo di vivere con te / Le mie mani come vedi non tremano più / E ho nell’anima / In fondo all'anima cieli immensi / E immenso amore / E poi ancora, ancora amore, amor per te: i versi sono tratti da I giardini di marzo, assolutamente una delle canzoni più conosciute e amate di Lucio Battisti. Qui Mogol parla della sua infanzia difficile, fatta di stenti. Soppiantati poi da tanto amore. Questo ritornello ci catapulta infatti nel presente, lasciando i vecchi ricordi del passato, quando “Il carretto passava e quell'uomo gridava gelati”.

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Oro (1984)

Oro oro oro / un diamante per un sì / oro oro oro / per averti così / distesa pura ma tu ci stai: i versi sono tratti dal celebre brano Oro cantato da Pino Mango. Mogol scoprì casualmente il provino dell’artista lucano, in cui c’era un brano scritto da Armando Mango. Mogol riscrisse la lirica alla quale diede poi il titolo Oro. Il successo è storia.

Essere una donna (2006)

Essere una donna / Non vuol dire riempire solo una minigonna: il brano Essere una donna è stato scritto da Mogol, composto da Gigi D'Alessio ed interpretato da Anna Tatangelo al Festival di Sanremo 2006. È il singolo di maggior successo nella carriera di Lady Tata. Il brano è tutto dedicato alle donne e alla loro difesa.

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Acqua azzurra acqua chiara (1969)

Acqua azzurra / Acqua chiara / Con le mani posso finalmente bere / Nei tuoi occhi innocenti / Posso ancora ritrovare / Il profumo di un amore puro / Puro come il tuo amor: il brano Acqua azzurra Acqua chiara arrivò terzo al Cantagiro e vinse poi il Festivalbar. Il brano è stato inserito nell’album Emozioni. A decidere il destino della canzone fu Renzo Arbore, che insistette perché le fosse riservato il lato A del 45 giri a dispetto di Dieci ragazze. Acqua azzurra Acqua chiara racconta la vita dissoluta di un uomo sempre alla ricerca di donne diverse. Ma tutto cambia all’improvviso quando nella vita di quest’uomo entra una donna che gli fa conoscere l’amore puro.

Mediterraneo (1992)

Mediterraneo da soffrire / sotto il sole / Mediterraneo per morire / siedi qui / e lasciati andar così: Mediterraneo è una delle perle lasciate da Mango e scritta da Mogol, che per lui ha anche scritto Oro. Nel 2005 il brano è stato inserito in Le storie di Mogol.

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L’emozione non ha voce (1999)

Io non so parlar d’amore /  l’emozione non ha voce / e mi manca un po’ il respiro / se ci sei c’è troppa luce: L'emozione non ha voce è un brano di Adriano Celentano, composto da Gianni Bella, che ne ha curato la musica, Mogol, che ne ha scritto il testo e Fio Zanotti, che si è occupato dell'arrangiamento. È stato pubblicato nell'album Io non so parlar d’amore. Il brano rappresenta un esempio della felice collaborazione tra Mogol e Il Molleggiato.

Un’avventura (1969)

Non sara’ un’avventura / non può essere soltanto una primavera / questo amore non e’ una stella / che al mattino se ne va / oh no no no no no no: Un'avventura è un brano composto da Lucio Battisti con testo di Mogol. Con Un’avventura Battisti ha partecipato al suo unico Festival di Sanremo nel 1969. La canzone ha ispirato l’omonimo film di Marco Danieli con Laura Chiatti e Michele Riondino.

La canzone del sole (1971)

Le bionde trecce, gli occhi azzurri e poi / Le tue calzette rosse / E l'innocenza sulle gote tue / Due arance ancor più rosse: La canzone del sole è stata scritta da Mogol nel 1971. Ricorda l’amicizia stretta durante una vacanza al mare fatta da bambino con Titty, una bambina sua coetanea e immagina di rincontrarla anni dopo.

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