I 40 anni di Janelle Monáe, la sua storia fra musica, cinema e attivismo. FOTO
Nata a Kansas City il 1° dicembre 1985, da una famiglia di fede battista, artisticamente è stata paragonata anche a Prince (di cui era diventata amica). Dopo l'esordio nella musica - a notarla fu Big Boi degli Outkast - è passata al grande schermo, conquistando la critica in entrambi campi. Fashion Icon per il CFDA, è stata anche una delle prime figure pubbliche afroamericane a fare coming out, prima come bisessuale e poi come pansessuale
“Essere una donna nera queer in America, una persona che ha avuto relazioni sia con uomini che con donne - io mi considero una persona dannatamente libera”. È forse questa l’intervista più famosa (rilasciata nel 2018 a Rolling Stone) di Janelle Monáe, nata cantante e poi diventata attrice, che oggi, 1° dicembre, compie 40 anni. A metà tra il pop e il jazz, con le radici ben salde nella cultura afroamericana, ecco la sua storia.
Janelle Monáe fa coming out: si definisce non binaria
Monáe nasce a Kansas City, Stati Uniti. Cresciuta frequentando la Chiesa battista, si sposta a New York per studiare teatro – ha sempre citato i musical, come Il Mago di Oz, tra le sue maggiori ispirazioni – e poi ad Atlanta. Inizia a produrre la sua musica da sola e autofinanzia l’album di demo The Audition (2003), che vende per strada girando con la sua macchina, mentre lavora in un negozio della catena The Home Depot.
Quando Janelle Monáe agli Oscar indossò un abito made in Salento
Ad Atlanta attira l’attenzione di Big Boi degli Outkast, una delle più grandi band hip hop di sempre. La indirizza verso Sean Combs (P. Diddy), che mette a contratto con la sua etichetta Bad Boy. Nel 2007 esce il suo primo album, Metropolis: Suite 1 – The Chase, che pur ricevendo ottime critiche (arrivano già le prime nomination ai Grammy Awards) non diventa un grande successo. In foto: Monáe e Big Boi.
Anche negli Outkast nella Rock and Roll Hall of Fame
Nello stesso periodo fonda un collettivo artistico, che è anche un’etichetta, Wondaland Arts Society, tra afrofuturismo e innovazione, sonora e performativa.
Nel 2010 esce il secondo album, TheArchAndroid, dove Monáe lascia emergere un suo alter-ego, Cindi Mayweather, una sorta di androide-messia promotore di positività, ispirandosi al film muto Metropolis di Fritz Lang (1927). Le vendite migliorano, anche se soltanto leggermente, mentre la critica è ancora più entusiasta, paragonandola anche a mostri sacri come Prince e Michael Jackson. Il primo singolo estratto, Tightrope, diventa la sua prima canzone conosciuta dal grande pubblico.
Già in questi anni l'estetica gioca un ruolo fondamentale nella costruzione del personaggio-artista di Monáe: tuxedo e altri completi maschili, giacche, papillon e cravatte sono i capi con cui gioca di più, rifiutando stereotipi di genere e giocando con un'immagine androgina.
Nel 2011 Monáe schizza in cima alle classifiche, cantando insieme ai Fun nella loro We Are Young, uno dei più grandi successi pop di quell’anno.
Il terzo album, Electric Lady (2013), arriva alla quinta posizione della classifica Billboard degli album più venduti, la più alta mai toccata da un disco di Monáe. Dal punto di vista narrativo continua a seguire le avventure dell’androide Cindi. Canta con Prince ed Erykah Badu. In foto: Prince e Monáe, 2013.
Mentre lavora a diversi EP sperimentali con Wondaland, per Monáe si aprono le porte del cinema. Debutta in Moonlight di Barry Jenkins, la storia di un ragazzo nero cresciuto nella parte più difficile di Miami, che ottiene l’Oscar come Miglior Film dell’anno. Sempre nel 2016 è in Il diritto di contare (Hidden Figures), trasposizione dell’omonimo libro di Margot Lee Shetterly sulla storia della matematica afroamericana Katherine Johnson che, nel pieno dell’America razzista, collaborò con la Nasa.
Lo stile in bianco e nero dei primi anni sul palco intanto aveva lasciato sempre più spazio a sperimentazioni nel campo dell'alta moda, tra abiti scultorei, stampe fantasiose e tagli architettonici. Nel 2017 Monáe viene premiata come Fashion Icon dal CFDA, il Council of Fashion Designers of America.
Nel tempo, il rapporto artistico con Prince si trasforma in amicizia: i due hanno lavorato insieme al quarto album di Monáe, Dirty Computer, che vedrà poi la luce nel 2018, quando Prince era ormai morto. Ritroviamo l’alter ego Cindi, qui perseguitata per la sua personalità: un richiamo, nemmeno troppo velato, al razzismo. È accompagnato da un progetto video di 48 minuti.
È questo il periodo del coming out di Monáe, che prima si identifica come bisessuale e poi come pansessuale.
Prosegue intanto la carriera di attrice. Nel 2019 recita in Harriet di Kasi Lemmons, sulla vita dell’attivista Harriet Tubman e sulle sue battaglie per l’abolizione della schiavitù dei neri. Nel 2020 è nel thriller Antebellum, ancora una critica al razzismo sistemico (ma in chiave distopica), e nella serie tv Homecoming, con Julia Roberts.
Nel 2022 Monáe è nel doppio ruolo di due gemelle nel giallo Netflix Glass Onion: Knives Out (Glass Onion: A Knives Out Mystery). Nel cast Daniel Craig, Kate Hudson, Hugh Grant, Ethan Hawke ed Edward Norton. Lo stesso anno esce il suo primo libro, The Memory Librarian: And Other Stories of Dirty Computer, esplorazione di temi come razza, orientamento sessuale e genere, che però non è mai stato tradotto e pubblicato in Italia.
Più colorato e celebrativo della vita rispetto ai precedenti, meno concettuale e carico di critica sociale, l’ultimo album di Monáe, The Age of Pleasure, è uscito nel 2023.
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