Cinque anni senza Ennio Morricone, dieci cose da sapere sul Maestro della musica da film
ApprofondimentiIl 6 luglio 2020 è scomparso il genio della composizione che ha contribuito a rendere il western all’italiana inimitabile. È stato l’artefice di capolavori della cinematografia che, senza le sue colonne sonore, avrebbero perso gran parte della loro magnificenza. Uomo esigente e generoso, con la sua musica ha creato ambientazioni suggestive e dato vita alle emozioni
Ennio Morricone non è un compositore, direttore d’orchestra e arrangiatore, o meglio, sarebbe riduttivo definirlo solo con questi quattro termini. È stato tra i più grandi creatori di colonne sonore per film, oltre che un genio della musica. Cinque anni fa, il 6 luglio 2020, è morto all’età di 91 anni lasciando il mondo senza un artista come ce ne sono stati pochi nella storia. Ennio Morricone ha realizzato più di 470 colonne sonore per pellicole e serie Tv. Oltre 60 film hanno vinto importanti riconoscimenti grazie al suo contributo e non sono da meno le sue opere di musica contemporanea. Tre volte vincitore di Grammy Awards, due volte premio Oscar (per la miglior colonna sonora con The Hateful Eight di Quentin Tarantino nel 2016, e alla carriera nel 2007), ha lavorato con registi come Sergio Leone, Duccio Tessari e Sergio Corbucci, rendendo il western all’italiana un vero e proprio genere cinematografico. Poi con Brian De Palma, Oliver Stone, Roman Polanski e molti altri, si è conquistato la stella sulla Hollywood Walk of Fame. In Italia è stato insignito con l'onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Ma tutto questo è noto, perciò oggi ricordiamo Ennio Morricone con dieci cose che forse non si sanno su di lui.
Il sound anni ’60 porta la firma di Morricone
Se telefonando, Sapore di sale, Il mondo, sono alcuni dei successi che hanno definito la musica italiana degli anni ’60 e forse in parte devono la loro fama a un giovane Ennio Morricone, all’epoca attivo come arrangiatore della casa discografica RCA. Un anno dopo essere stato il più giovane Maestro a dirigere l’orchestra del Giugno della Canzone Mapoletana, nel 1962 ha arrangiato il primo successo di Edoardo Vianello, il 45 giri Pinne, fucile ed occhiali/Guarda come dondolo.
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La musica è questione di famiglia
Ennio Morricone aveva la musica nel sangue forse anche perché è stato un figlio d’arte. Suo padre si chiamava Mario ed è stato un celebre trombettista che ha fatto parte di diverse orchestre, esibendosi anche al Teatro dell'Opera di Roma. Sulle orme paterne, anche Ennio ha imparato presto a suonare la tromba.
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Voleva fare il medico
In un’intervista del 2017 a France Presse, Ennio Morricone ha rivelato che quando era giovanissimo voleva fare il medico. “Quando ero proprio giovanissimo - ha raccontato - avevo 10-11 anni. Io avevo come medico, figuriamoci, il medico dei figli di Mussolini, siccome era un grandissimo medico, si chiamava Ronchi, io da grande volevo diventare come Ronchi, presuntuoso! No... Mio padre ha detto 'no, tu devi studiare musica' e io ho studiato musica, ho obbedito”.
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Il compagno di classe Sergio Leone
Alcune delle musiche più belle per film, Ennio Morricone le ha scritte per il regista Sergio Leone. Le note di C’era una volta il West o di Il buono, il brutto e il cattivo sono indimenticabili. Il sodalizio artistico ha avuto inizio nel 1964 con Per un pugno di dollari ma i due si conoscevano da ben prima, circa trent’anni. In una foto del 1937 sono immortalati quando erano compagni di scuola in terza elementare. Poi si sono persi di vista fino all’incontro casuale quasi tre decadi dopo. Lo ha raccontato lo stesso Morricone nel libro biografico di Alessandro De Rosa Inseguendo un sogno. “Ma tu sei Leone delle elementari?”. “E tu Morricone che veniva con me a viale Trastevere?”. “Da non crederci. Presi la vecchia foto di classe: c'eravamo tutti e due. Fu incredibile ritrovarsi dopo quasi trent'anni, lo riconobbi dal movimento del labbro inferiore, mi ricordò subito qualcosa. Passammo tutto il pomeriggio e la sera insieme. Andammo fuori a cena a Trastevere da Filippo il Carrettiere, mi invitò Sergio e pagò lui. Poi ci recammo a un piccolo cinema di Monteverde Becchio dove davano La sfida dei Samurai di Kurosawa. Quel film non mi piacque, ma Sergio ne prese la struttura e vi aggiunse ironia, acidità ed un che di rocambolesco, trasponendo questi concetti nel western. Era venuto per parlarmi di un film: Il magnifico straniero, che poi divenne Per un pugno di dollari”.
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Una scelta fortunata
Una scelta si è rivelata un colpo di fortuna per Ennio Morricone. Quando era ancora uno sconosciuto, aveva trovato un impiego alla Rai come assistente musicale, ma si dimise dopo soltanto un giorno. La nuova (e noiosa) occupazione gli avrebbe precluso di esercitare pienamente l'attività di compositore e quando l’artista lo ha scoperto ha preferito lasciare il “posto fisso” per tentare una carriera che gli ha dato ben più grandi soddisfazioni.
E un pentimento
Ma c’è stato anche un rimpianto, non aver potuto collaborare con il regista Stanley Kubrick. L’ideatore di Shining lo avrebbe voluto per scrivere le musiche del film Arancia meccanica (1971). Il compositore aveva accettato ma Sergio Leone, ha rivelato in un’intervista, “gli disse che ero ancora impegnato con lui, così Kubrick non me lo ha chiesto più”.
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Lo pseudonimo per sembrare americano
Ennio Morricone nei titoli di testa di Per un pugno di dollari è stato accreditato con lo pseudonimo Dan Savio. Lo hanno voluto i produttori che pretendevano che il film sembrasse americano. Anche Sergio Leone è diventato Bob Robertson e Gian Maria Volonté si è trasformato in John Wells. Ma da dove è uscito Dan Savio? Un suggerimento della moglie del compositore.
Le colonne sonore composte a casa al pianoforte
Ennio Morricone ha confessato che, quando doveva comporre una colonna sonora, preferiva trovare l'ispirazione nella solitudine della sua casa romana dove lavorava molto tempo alla scrivania prima di sedersi al pianoforte. “Sentiva” i brani musicali nella testa e poi li scriveva di getto, prima di suonarli.
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A suonare la tromba in tempo di guerra
In un’intervista al Corriere della Sera, Ennio Morricone ha ricordato che, seppure la famiglia non era povera, con la Seconda Guerra Mondiale arrivò la fame. Lo zio aveva una falegnameria ed Ennio andava con il triciclo a prendere sacchi di trucioli per portarli dal fornaio. “Ogni dieci sacchi, un chilo di pane”, ha raccontato. “Al mattino studiavo al Conservatorio - ha aggiunto -, la sera suonavo la tromba per gli ufficiali tedeschi, riuniti al Florida di via Crispi, a ballare i valzer di Strauss con le ragazze romane. Un giorno in piazza Colonna incontrai un prete partigiano, don Paolo Pecoraro, che mi disse: 'Tra poco ne sentirete delle belle'. Seguì un botto. Era la bomba di via Rasella”. Poi arrivarono gli americani e il giovane futuro compositore suonava per loro negli alberghi di via Cavour per ottenere pane bianco, cioccolata, anche pietanze cucinate, e sigarette, che il musicista non fumava ma rivendeva per portare i soldi a casa.
L’amore per la moglie Maria
La moglie Maria, dalla quale ha avuto quattro figli, era un’amica della sorella del compositore, Adriana. Ennio ha raccontato che a lui è piaciuta subito moltissimo e quando la ragazza ebbe un incidente, con la macchina del padre, “la ingessarono dal collo alla vita, come si faceva allora. Soffriva moltissimo. Io le sono rimasto vicino. E così, giorno per giorno, goccia dopo goccia, l’ho fatta innamorare. Perché nell’amore come nell’arte la costanza è tutto. Non so se esistano il colpo di fulmine o l’intuizione soprannaturale. So che esistono la tenuta, la coerenza, la serietà, la durata. E, certo, la fedeltà. Fatto sta che ci fidanzammo. E ci sposammo il 13 ottobre 1956”.