Notte Morricone, l’omaggio al Maestro che con la musica ha spiegato l’inspiegabile

“Io sono stato Totò, Noodles, Olmo, Stravinsky, Joan, Sergio, Karpov, Maria. Io, Ennio Morricone, figlio del trombettista, ho preso tutto ciò che avevo per fare una musica che desse un senso alla parte che ci manca, alla zona della vita che non vediamo con chiarezza, alle cose che non si dicono. Volevo sapere come suona un uomo quando nessuno lo guarda”. È riuscito a spiegare l’inspiegabile attraverso la sua musica Ennio Morricone. È riuscito a spiegarlo a lui e a tutti noi scrivendo colonne sonore che hanno avvolto le nostre vite permettendoci di perderci nel confine a volte labile tra il sogno e la realtà. Un confine che di notte sembra ancora più sottile. Ed è proprio in questo senso di limbo, di luogo sospeso tra mondo onirico e reale, che prende vita Notte Morricone, lo spettacolo firmato dal pluripremiato coreografo spagnolo Marcos Morau per l’Aterballetto, che è andato in scena al Teatro Ponchielli di Cremona dopo il successo avuto a Roma e in diverse città italiane e che proseguirà il tour ad aprile a Brescia e a Modena per poi andare in tournée anche all’estero . Un omaggio al grande compositore, scomparso cinque anni fa, poetico, delicato, raffinato, che riesce a restituire la grandiosità di un genio semplicemente sussurrandola. E il risultato è potentissimo. Viaggio in una notte ordinaria di un creativo Sarebbe stato facile, e anche scontato, far risuonare le colonne sonore tanto amate e conosciute. Morau decide invece di sviluppare un racconto in cui ogni tanto alcune melodie vengono solo accennate. E anche la danza non “esplode” mai ma sul palco vediamo un alternarsi di brevi quadri coreografici sempre funzionali al racconto, al viaggio in una delle notti del Maestro. “Notte Morricone si svolge nel crepuscolo di una notte ordinaria nella vita di un creativo, che solo e stordito davanti ai suoi fogli, prende appunti e visualizza melodie per film che non esistono ancora, riportando in vita storie nell'aria rarefatta della sua stanza – spiega Morau - La notte sarà piena di visitatori, alcuni musicisti, che risponderanno alla sua chiamata creativa per registrare le sue idee fugaci in uno studio di registrazione improvvisato. E lì, tra i fogli e le note musicali, apparirà il ragazzo, quello che voleva fare il dottore, l'infaticabile giocatore di scacchi, quello che sapeva che non avrebbe mai suonato la tromba come Chet Baker, il destino gli aveva riservato un posto migliore, fatto apposta per lui, il posto che lo avrebbe reso un'icona per l'eternità”. RiDare vita al sogno Così, tra Nuovo Cinema Paradiso, C’era una volta in America, Il buono, il brutto e il cattivo o Per un pugno di dollari, riaffiorano i suoni della nostra memoria e tutto quel mondo composto da Ennio Morricone che nello spettacolo è rappresentato sia da danzatori sia da uno o più pupazzi con le sue sembianze. Sul palco tutti sono Morricone, sia i danzatori dell'Aterballetto, che i pupazzi. Tutti vestiti con pantaloni, camicia bianca, occhiali sul volto, per raccontare le tante vite del grande compositore. Danzano, cantano, recitano, a volte escono o si nascondono nel grande pianoforte a coda al centro della stanza/studio del Maestro in cui accade di tutto. In cui anche gli oggetti si animano. Ne viene fuori qualcosa di fortemente metaforico e innovativo in cui i diversi elementi si compongono e scompongono come il tipo di movimento ricercato per questa coreografia da Moreau a cui danno forma gli straordinari danzatori dell’Aterballetto. E così, in questa atmosfera crepuscolare. gli spettatori, come spiega Morau, trascorreranno “la notte con lui. E ogni notte sarà una nuova opportunità per dare vita al sogno di tutti loro, i musicisti, i bambini, gli amanti, o coloro che vanno al cinema da soli”.

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