Trump ha licenziato molti organi di controllo nei suoi primi mesi di governo

Dall’abuso degli ordini esecutivi alle deportazioni illegali al rifiuto di eseguire gli ordini dei tribunali: i segnali di una deriva autoritaria da parte di Donald Trump – iniziata già con l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 e le accuse infondate in merito alla vittoria di Joe Biden alle elezioni presidenziali del 2020 – sono ormai sotto gli occhi di tutti. Ma c’è un altro elemento altrettanto grave che è tuttavia passato più sottotraccia, ovvero il licenziamento da parte di Trump di diversi membri di organi di controllo indipendenti del governo. Licenziamenti senza causa valida Secondo quanto riporta il New York Times, nei primi due mesi del suo nuovo mandato, Trump ha infatti licenziato tredici membri di agenzie e commissioni federali indipendenti, in violazione delle norme che richiedono una causa valida per procedere alla loro rimozione. Questi enti sono stati istituiti dal Congresso con l’intento di essere isolati dalle interferenze politiche: in molti casi devono essere composti in maniera bipartisan e i loro membri hanno mandati lunghi e sfalsati tra un mandato presidenziale e l’altro, in modo da evitare che un solo presidente li possa sostituire tutti contemporaneamente. Trump ha mirato prevalentemente a funzionari nominati da precedenti amministrazioni democratiche, rompendo questo equilibrio. Organi di controllo paralizzati In almeno quattro casi, i licenziamenti hanno impedito il raggiungimento del quorum necessario nei loro board per operare, di fatto paralizzandoli. Il Merit Systems Protection Board, per esempio, gestisce i ricorsi dei dipendenti federali licenziati ingiustamente – molto numerosi visti gli sforzi dell’amministrazione Trump per ridurre il personale pubblico: la sua paralisi ha dunque un impatto diretto sulla protezione di quest’ultimo. Un altro caso riguarda l’U.S. Special Counsel, che aveva intrapreso un'azione legale contro i licenziamenti di massa di impiegati in prova da parte del governo: l’ufficio ha dovuto abbandonare le indagini su oltre 2.000 denunce di licenziamenti irregolari. Trump ha inoltre licenziato 18 ispettori generali, che svolgono funzioni di vigilanza su ogni ramo dell’amministrazione. Questi funzionari, sebbene legalmente più vulnerabili, secondo la legge non possono comunque essere rimossi senza preavviso e motivazioni valide e dettagliate. L’amministrazione ha invece proceduto a rimuoverli senza giustificazioni formali e senza il preavviso di 30 giorni richiesto dal Congresso. Parola alla Corte Suprema Secondo il New York Times, questa campagna di licenziamenti fa parte di una strategia ben precisa: Trump mira a spingere la Corte Suprema – a maggioranza conservatrice – a stabilire se il presidente possa rimuovere a piacimento membri di enti indipendenti. La Corte ha concesso a Trump il diritto di rimuovere due leader di agenzie che avevano fatto causa contro la loro rimozione, ma la decisione finale non è ancora definitiva. Se la Corte dovesse schierarsi con Trump, si aprirebbe la strada per permettere al presidente di rimuovere i membri di questi enti senza motivo né spiegazione, mettendo a rischio l'autonomia di strutture fondamentali per la democrazia americana. L’unica eccezione la cui indipendenza la Corte sembra intenzionata a tutelare, finora, è la Federal Reserve, ovvero la banca centrale degli Stati Uniti.

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