Quali università americane hanno più studenti stranieri?

Giovedì scorso Donald Trump ha firmato una proclamazione presidenziale che vieta l’ingresso negli Stati Uniti agli studenti internazionali iscritti ad Harvard, sostenendo che costituirebbero una minaccia per la sicurezza nazionale. Si tratta dell’ennesimo atto di ritorsione da parte dell’amministrazione repubblicana nei confronti dell’ateneo, che da mesi si oppone alle pressioni del governo volte a modificarne le politiche interne, in particolare riguardo alla gestione delle proteste studentesche contro la guerra nella Striscia di Gaza. I tagli ai fondi Nello scontro tra Trump e Harvard, l’amministrazione repubblicana ha inizialmente congelato 2,2 miliardi di dollari di finanziamenti federali destinati all’università, per poi tagliare ulteriori 450 milioni. Dopo aver colpito Harvard sul piano economico, il governo ha rivolto la sua attenzione agli studenti, vietando già a fine maggio l’iscrizione di quelli provenienti dall’estero. Il divieto è stato subito sospeso temporaneamente da una sentenza giudiziaria, ma il suo destino resta incerto e nelle mani dei tribunali. Il peso degli studenti stranieri per le università americane La decisione di Trump di colpire gli studenti internazionali riflette la più ampia ostilità dell’attuale amministrazione verso gli stranieri e la volontà di lanciare un chiaro segnale a tutte le università che dovessero scegliere di non allinearsi alle direttive del governo, puntando a colpire il loro profilo internazionale – e quindi il loro prestigio. Ad Harvard, come in tante altre università americane, gli studenti stranieri rappresentano infatti una larga percentuale del corpo studentesco: nell’ateneo del Massachusetts sono quasi 21 mila, ovvero oltre un quarto degli studenti iscritti. Stando ai dati raccolti dal New York Times, ci sono tuttavia atenei frequentati da una quota ancora maggiore di studenti internazionali, che nel caso Trump dovesse estendere le misure restrittive sui visti ne soffrirebbero ancor più le conseguenze. All’Illinois Institute of Technology gli stranieri rappresentano il 51% del corpo studentesco , alla Carnegie Mellon di Pittsburgh il 44% , allo Stevens Institute of Technology di Hoboken il 42% , alla Northeastern University di Boston, alla New School e alla Columbia di New York il 40% . In altri 16 atenei – tra cui la Johns Hopkins University, l’N.Y.U., l’Università di Chicago, l’M.I.T., l’Università della Pennsylvania, Cornell e Duke – gli studenti stranieri superano quota 25%, mentre in altri 28 quota 15%. Un dato in crescita da decenni La percentuale di studenti internazionali nelle università statunitensi è in crescita da decenni, grazie soprattutto all’afflusso sempre maggiore di cinesi e indiani. Il New York Times ha calcolato che in un gruppo selezionato di 193 atenei, gli stranieri oggi rappresentano in media il 15% degli studenti che frequentano i corsi triennali, i master e i dottorati . Ma le politiche di Trump che già oggi rendono più difficile agli stranieri – non solo agli studenti di Harvard – ottenere un visto per entrare negli Stati Uniti rischiano di rendere le università americane meno attrattive per gli studenti internazionali. Ciò porterà queste percentuali a calare drasticamente, compromettendo gravemente non solo il funzionamento del settore universitario e della ricerca, ma colpendo anche le tasche delle università prestigiose, finanziate per buona parte dalle rette degli stranieri, generalmente più alte rispetto a quelle pagate dagli americani.

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