Obiettivo Sumy: la Russia amplifica l’offensiva in Ucraina

Un nuovo settore del fronte è in movimento nella guerra in Ucraina in una fase importante per i combattimenti in cui la Russia sta estendendo, gradualmente, la sua pressione offensiva: dalla fine di maggio Mosca sta avanzando gradualmente più a nord rispetto alla tradizionale direttrice dell’offensiva rivolta verso il Donbass e tornando a premere in forze sull’oblast di Sumy, nel Nord-Est dell’Ucraina, con l’obiettivo di minacciare da vicino la città da circa 250mila abitanti sfiorata all’inizio dell’offensiva su larga scala nel 2022. Da quando l'esercito ucraino ha sostanzialmente evacuato le aree della regione russa di Kursk che aveva occupato nell'agosto del 2024, Sumy, che si trova poco a Sud di Kharkiv, seconda città dell’Ucraina, è diventata un obiettivo sempre più importante per l’esercito di Vladimir Putin. A fine maggio, la Russia ha avviato bombardamenti con missili, droni e artiglieria sui centri di confine nell’oblast di Sumy, costringendo il governo di Volodymyr Zelensky a disporre l’evacuazione di 11 villaggi, e poi l’offensiva si è sviluppata con uno schieramento forte di 50mila uomini, secondo le stime dell’intelligence ucraina. Il ministero della Difesa russo ha dichiarato domenica che la forza avanzante si è portata a 30 km da Sumy e diversi analisti che operano su fonti aperte hanno confermato quanto dichiarato da Mosca. Gli obiettivi della Russia L’avanzata delle truppe di Putin ha più obiettivi in questa circostanza. In primo luogo, c’è indubbiamente una strategia di breve periodo: secondo l’Institute for the Studies of War l’incursione russa ha l’obiettivo di “creare zone cuscinetto difendibili nell'Ucraina settentrionale oltre il confine internazionale per prevenire nuove operazioni come quella di Kursk” e di “avvicinare le forze di terra a Sumy quanto basta per poterla prendere di mira con le artiglierie”. In secondo luogo, espandere il raggio d’azione delle offensive rientra nella strategia russa volta ad amplificare il logoramento delle forze ucraine esaurendo la loro capacità di coprire efficacemente tutto il fronte, dato che Mosca può contare su una maggiore capacità di ricambio tra le unità rispetto a Kiev, a corto di uomini. Ne va da sé, terzo punto, che la Russia ad oggi miri a espandere l’offensiva per mettere alle corde l’Ucraina prima che gli avversari riescano a compensare la carenza di forze fresche e addestrate al combattimento con la nuova tornata di aiuti militari occidentali, soprattutto europei, previsti in arrivo nelle prossime settimane. Guerra militare, guerra psicologica In quest’ottica, la Russia utilizza la solita combinazione di pressione militare e offensiva psicologica: Sumy, lontana dallo sforzo principale di penetrazione che mira al cuore del Donbass tra Pokrovsk, Kostyantynivka e Kramatorsk, ha un alto valore simbolico oltre che strategico dato che il suo oblast rappresenta uno dei territori dove nel 2022 la volontà di combattere degli ucraini si mostrò con maggior forza. Al contempo, dato che Sumy si trova fuori dalle quattro regioni rivendicate dalla Russia come suo territorio nel settembre di tre anni fa, l’attacco all’oblast mostra che Mosca è pronta a condurre la guerra anche oltre l’occupazione totale delle aree di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizia che ritiene parte integranti del Paese. Non a caso, negli stessi giorni in cui a Sumy, passo dopo passo, i russi avanzavano, oltre 200 villaggi cadevano in mano agli invasori le truppe di Mosca nella regione di Donetsk provvedevano a avanzare nell’oblast di Dnepropetrovsk, come a presagire future offensive in quell’area. “L'avanzata delle forze russe nella regione industriale di Dnipropetrovsk per la prima volta rappresenterebbe una battuta d'arresto simbolica e strategica per Kiev, dopo i risultati incoraggianti dell'operazione Spiderweb, in cui i suoi droni hanno attaccato alcuni bombardieri nucleari del Cremlino nel profondo della Russia”, nota il Guardian, aggiungendo che al contempo Mosca ha rafforzato la sua pressione dal cielo: in particolare, “la Russia ha lanciato uno dei suoi bombardamenti aerei più intensi della guerra tra giovedì e venerdì, sparando 452 droni e 45 missili contro le città e le infrastrutture ucraine”. Le truppe di Putin mirano a saturare le difese ucraine mettendone a repentaglio la tenuta, a sovraccaricarle e a rendere impossibile per Kiev coprire abilmente ogni fronte. La pressione militare e psicologica sul Paese invaso ha l’ormai noto obiettivo di presentare Mosca come destinata inevitabilmente alla vittoria, nonostante l’alto numero di perdite e la tenace resistenza ucraina. In un contesto di sostanziale stasi dei negoziati per una pace giusta e duratura, questo lascia presagire che quell’equilibrio sul campo atteso come punto di partenza per un negoziato volto a porre fine ai combattimenti sia ancora lontano. E che l’estate, giocoforza, sarà condizionata dagli sforzi russi per avvantaggiarsi e dalla volontà ucraina di non cedere terreno. Da Sumy al Donbass, Mosca è in movimento con grandi ambizioni: salta subito all’occhio quanto questo atteggiamento possa essere distante da una reale volontà di pacificazione che ad oggi appare semplicemente assente.

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