
Non c’è niente di più americano dello show durante l’intervallo del Super Bowl. Queste esibizioni di 12 minuti tra un tempo e l’altro della partita più importante dell’anno dall’altro lato dell’oceano sarebbero impossibili da noi (dove a malapena sopportiamo l’inno della Serie A prima del fischio d’inizio) ma ben fanno capire l’idea di “sport come spettacolo” che anima gli statunitensi. Billboard ha selezionato i 13 migliori Super Bowl Halftime Show di sempre, in attesa del prossimo che si terrà il 12 febbraio

In tredicesima posizione troviamo per Billboard l’esibizione del 2016, quando i Coldplay reduci dal successo dell’ allora ultimo album A Head Full of Dreams decisero di coinvolgere nella loro esibizione ospiti come Beyoncé e Bruno Mars. La band inglese che proponeva ballad introspettive come Yellow non è mai sembrata lontana come quel giorno, anche per Chris Martin e compagni
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Dodicesimo posto per un’esibizione che (purtroppo) viene ricordata quasi solo per un piccolo incidente. Nel 2004 Justin Timberlake e Janet Jackson danno spettacolo sul palco. Tutto bello finché lui, non si saprà mai quanto per errore, finisce per far uscire un seno della collega live. Quel momento passerà alla storia come “nipplegate” e farà parlare a lungo i media americani di wardrobe malfunction (malfunzionamento del guardaroba). L’accaduto alla fine gioverà molto alla popolarità di Timberlake mentre affosserà la carriera della sorella di Michael
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Katy Perry ruba sostanzialmente la scenografia di un film live-action di Spongebob per creare uno show coloratissimo e pieno di luci nell’ormai lontano 2012. A garantire un po’ di “street credibility” a questo spettacolo che ancora produce meme su internet ci penserà alla fine l’ospite Missy Elliot, impeccabile nella sua performance in brani come Work It e Get Ur Freak On
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Billboard decide di dare solo il decimo posto all’esibizione che di fatto cambiò la storia del Super Bowl. Prima dello show di Michael Jackson nel 1993 essere invitati a partecipare all’evento tra i due tempi non aveva infatti il significato di oggi: ci volle una superba performance dell’autore di Thriller per cambiare le cose, tra fiumi di bambini e minuti di totale immobilità del cantante prima dell’inizio di un mini-concerto che ha sparigliato le carte
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Nel 2005 la NFL ha paura di un altro scandalo dopo quello dell’anno prima. Si decide così di andare sul sicuro, invitando sul palco una leggenda in grado di piacere a tutti i tipi di pubblici senza troppe stravaganze. Paul McCartney non delude, chiudendo la sua esibizione con una indimenticabile versione di Hey Jude
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Dodici anni dopo gli organizzatori tornano a temere qualcosa: il pericolo è che Lady Gaga possa in qualche modo rendere “troppo politico” il momento all’intervallo. Non succederà, anzi. Miss Germanotta regalerà una performance straordinaria concentrandosi solo sullo spettacolo. Indimenticabile l’immagine di lei che fluttua sospesa a decine di metri da terra in quella che per la CBS resta la “seconda miglior esibizione al Super Bowl di sempre”

L’anno dopo Paul McCartney non potevano che esserci sul palco i Rolling Stones. Tre canzoni eseguite dall’inizio alla fine (Start Me Up, Rough Justice e, naturalmente, Satisfaction) bastarono a mandare in visibilio il pubblico di Detroit, che per dodici minuti dimentica pure il risultato della finale tra i Pittsburgh Steelers e i Seattle Seahawks

Nel 2013 a Beyoncé basterebbe mettere sul tavolo i suoi cavalli di battaglia, come Love on Top e Crazy in Love, per conquistare il pubblico. La cantante però non è tipa da risparmiarsi e quindi approfitta dello spazio per regalare anche un’impronosticabile reunion con le Destiny Child Kelly Rowland e Michelle Williams

Nel 2009 a Tampa in Florida tocca a Bruce Springsteen. Il Boss accompagnato dalla sua E-Street Band si esibisce in quattro classici del suo repertorio (Tenth Avenue Freeze-Out, Born to Run, Working on a Dream e Glory Days). Lo sforzo è sufficiente per conquistare i critici ma soprattutto i 71mila spettatori

È il 2012, Madonna deve lanciare in grande stile il suo ultimo disco MDNA e per farlo sceglie di regalare un grande spettacolo al Super Bowl. La popstar di origini abruzzesi si esibisce sia da sola che con diversi artisti più giovani, non sfigurando mai. Resta nella storia il dito medio di M.I.A. che per poco non fece montare uno scandalo quasi al livello del già citato “nipplegate”

L’anno scorso a Inglewood, in California, il rap si è preso la scena grazie ad artisti come Snoop Dogg, Mary J. Blige, Kendrick Lamar ed Eminem. A radunarli tutti per l’occasione ci aveva pensato una leggenda del’ hip-hop come Dr. Dre, protagonista a un certo punto persino di un momento al piano

Il Super Bowl 2002 arriva meno di cinque mesi dopo l’11 settembre. Gli U2 non possono ignorare il clima in cui è immersa l’America e decidono di dedicare la loro performance al ricordo delle vittime degli attentati. Durante Where the Streets Have No Name uno schermo passa I nomi dei morti negli attacchi e alla fine Bono si apre la giacca, mostrando le stelle e strisce nella fodera

Prince nel 2007 regala uno show fantastico e completo, alternando i suoi successi a grandi classici altrui come Proud Mary e All Along the Watchtower. Il momento che però fa entrare nella storia l’esibizione del genio di Minneapolis e il finale, in cui il Dolphin Stadium di Miami si ritrova per intero a cantare una accorata versione di Purple Rain