Rose Villain racconta il suo Radio Gotham: "Tutto ciò che luccica ha il suo lato oscuro"

Musica

Gabriele Lippi

Foto di Federico Earth

Il primo album da solista della cantautrice e rapper italiana trapiantata a New York è uscito il 20 gennaio. Un disco tra hip hop, urban e pop pieno di contaminazioni e ospiti d'eccezione. "Ho voluto aspettare la giusta credibilità e un pubblico che lo chiedesse", racconta l'artista. L'INTERVISTA 

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Il lato oscuro di New York, il buio dietro ai lustrini, le pare dentro alla Chanel. Radio Gotham è un viaggio dentro l’ansia e l’angoscia, tra pensieri che fanno male come lamette e notti che ti spengono le sigarette in faccia. Eppure Rose Villain, al secolo Rosa Luini, è una ragazza solare, ottimista e altruista. Una di quelle persone empatiche che ti contagiano col loro sorriso. Il talento lo si era intuito da tempo, da quel primo ritornello cantato in inglese per Salmo in Don Medellin. Ora che da New York, la sua Gotham City, ha finalmente dato la vita al suo primo album, ci accompagna in un viaggio alla scoperta della sua visione artistica.

Sono passati sette anni da Don Medellin. Un po’ di tempo riempito con tante collaborazioni e singoli… Come mai ce n’è voluto così tanto per avere un tuo disco solista?
Ho voluto aspettare il momento giusto, anche un po’ discograficamente parlando, il momento in cui avessi credibilità e ci fosse un pubblico che lo chiedeva. Per una donna, nel rap, la strada è un po’ più tortuosa, ci voleva la giusta spinta e ci voleva il giusto prodotto. Negli ultimi due anni ho scritto tantissime canzoni e ho visto che a un certo punto tutto stava prendendo una direzione, stava tutto sotto lo stesso ombrello, era quello che volevo dire e mi sono sentita pronta per farlo.

Perché Radio Gotham?
Io sono molto fan del cinema, anche nelle mie canzoni passate ci sono tante reference cinematografiche. E poi c’è la mia vita a New York, che i newyorkesi chiamano Gotham City, è il posto dove sono cresciuta negli ultimi 12 anni e mi ha dato tutto. Volevo fare un po’ un disco che racchiudesse tanto la mia vita a New York ma farlo in maniera più fantasy. Avevo bisogno di parlare di New York in modo che non fosse una cosa troppo referenziale ma che tutti potessero ritrovarcisi. Tutti possono avere la loro Gotham, anche Milano un po’ lo è. Poi l’ultimo film di Batman mi ha fatto l’assist finale.

"Siamo finiti ad Arkham e sognavamo Gotham". I Villain prima o poi si prenderanno la città?
Sììì, guardami! Gotham è una canzone che parla un po’ di perdizione, uno cerca il successo, New York, l’estero, e poi si scontra con dei demoni. Ogni cosa che ha i lustrini ha sotto una parte oscura. New York è una città che ti dà tantissimo, ma un giovane alle prime armi, e io avevo 21 anni quando mi ci sono trasferita, può essere risucchiato in un vortice. Quella è un po’ Arkham.

NEW YORK, NEW YORK - MAY 30: Rose Villain attends Sfera Ebbasta At Spontini Milano Pop Up on May 30, 2022 in New York City. (Photo by Johnny Nunez/WireImage)

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"Nella Balenciaga metto il nodo in gola" e "nella borsa di Chanel chiudo l’ansia e le pare". Il lusso è una cura contro il male di vivere o è solo un modo per celarlo agli occhi degli altri?
Bella domanda… A me piace la moda ma odio fare shopping. Penso che il lusso sia un modo per provare a parare la sofferenza, una via di fuga, fittizia come altre, come la droga. Il lusso, comprare una borsa, non ti fa passare il dolore ma è un modo per provare a star meglio. Un modo fallimentare...

"Lo sai baby, ho venduto l’anima per alleviare il tormento". Ne è valsa la pena?
Sì. Ne è valsa la pena.

Fanno più male le lamette dei pensieri o i pugni in faccia della pioggia?
Le lamette dei pensieri.

"Ho due facce ma quella triste è sincera". Questa frase riassume un po’ il mood di un disco che è tanto malinconico. Come è Rosa Luini quando toglie la maschera da Villain?
Sono una persona molto positiva, in realtà, amo la vita, la mia famiglia, gli altri. Sono una persona che vuole fare del bene, è attenta ai diritti umani e all’ambiente. Sono una ragazza molto positiva, ho un lato molto inquieto che sfogo solo nella musica.

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Foto di Federico Earth

"Non parlo se mi chiedi come stai". Ma anche "come stai, non me lo sono chiesta mai". Lo fai per poter parlare a te stessa?
Beh sì… tante volte è più facile far finta di niente che continuare a interrogarsi. Io sono molto sensibile ed esistenzialista, quindi cerco un po’ di svagarmi e non soffermarmi troppo a pensare sull’universo, altrimenti scrivo altri dieci dischi.

Però forse è davvero più importante chiedercelo da soli che sentirselo chiedere dagli altri…
No, a me piace l’idea dell’unione, tendere la mano alle persone che ne hanno bisogno e vorrei che la gente mi chiedesse come stai più che chiedermelo da sola. Tanto lo so come sto io.

Citi fumetti, videogame, film. Sei un po’ nerd?
Sì, ma in modo diverso. Sono più tipa da Harry Potter. I videogame li ho giocati poco, giocavo a Tekken da piccolina. Per quanto riguarda i fumetti amo i manga horror di Junji Ito o comunque i fumetti giapponesi.

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Rappi e canti, ti muovi tra hip hop, cantautorato, urban. Sei ormai stabilmente parte della nuova scena hip hop italiana. Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Sono cresciuta col rock, col punk e con i grandi rapper anni 90 come Biggie. Mi ha sempre ispirato più il malessere, quando ho visto la capacità di metterlo in parole, ho capito che potevo non essere sola, che c’era qualcun altro che stava così e lo stava dicendo. La musica mi è sempre stata vicina in questo modo. Amo i Libertines, il rock inglese, ma anche Juice Wrld o XXX Tentación, Lil Peep. Ci vogliono un po’ di palle per dare al mondo le proprie fragilità e dire “sono a pezzi, mi puoi spezzare in due”.

Radio Gotham ha tanti featuring importanti: ci sono i fedelissimi come Salmo e Gué, poi Geolier, Tedua, Carl Brave… Ti piace collaborare e condividere il tuo lavoro?
Sì, ma per me la cosa importante di questi feat è che tutti hanno fatto un passo deciso verso di me, sono usciti dal loro mondo, dalla loro comfort zone, hanno tutti cantato il ritornello pur non essendo tutti cantanti. Sono entrati nella mia Gotham, ed è sempre meglio non essere da soli nell’oscurità, farsi forza a vicenda.

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Qual è il featuring che non hai ancora fatto e che vorresti fare?
In generale o italiani?

Facciamo tutti e due.
Beh, io sono molto ambiziosa… Americani direi un grande rapper come Jay-Z ma anche Mick Jagger o Jack White. Mi piacerebbe tanto adattare il mio stile alle grandi band. In Italia ti dico tre di cui sono molto fan e con cui non ho ancora collaborato, così la buttiamo là: Thasup, Marracash e Chiello.

Hai fatto il disco, ora il tour?
Per me la musica esiste poi solo quando la si condivide. Forse è un po’ un cliché ma io amo stare sul palco, è la mia cosa preferita al mondo, quindi 100% porterò questo disco sul palco.

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La cover di Radio Gotham

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