Lamette, Salmo e Rose Villain ci ricordano l'importanza di chiederci: "Come stai?"

Musica

Manuel Santangelo

©Getty

Il video di questo brano, inserito quasi in extremis nel disco d’esordio Radio Gotham, vede il rapper sardo tornare a dividere la scena con la cantante nata a Milano e residente a New York. Lamette racchiude perfettamente tutto il senso del disco in uscita il 20 gennaio, ricordando quanto sia importante normalizzare ansie e paure

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“I pensieri sono delle lamette”, canta Rose Villain nel suo nuovo singolo, giocando a ignorare che quei tagli che le ansie lasciano dietro di loro possono diventare dei piccoli Fontana. Le “pare e le parole non dette, i pugni in pancia come Tekken” sono gli ingredienti che la cantante nata come Rosa Luini usa per fabbricare le sue canzoni, un po’ tristi e un po’ malinconiche, perfette per allietare le notti in una città oscura come quelle su cui veglia un Batman (non a caso Lamette anticipa proprio l’album d’esordio Radio Gotham). Chi può capirla meglio se non il suo “mentore” Salmo, che vede nascere la sua arte dallo stesso humus? Il rapper sardo e la cantante nata a Milano si ritrovano a quasi sette anni da Don Medellin e la sensazione è che per entrambi sia ancora valido il vademecum intonato da Rose nel ritornello di quel pezzo: “Dancing with the devil. Take it nice and slow”.

Salmo, Rose Villain e il cielo (plumbeo) nella stanza

Il videoclip diretto da Amedeo Zancanella fa tornare Salmo a cercare “il cielo nella stanza”, per citare il titolo di uno dei suoi brani più sentimentali. Rose Villain, che con il rapper di Kumite si era affacciata sulla scena italiana, gli ha chiesto di mettere in mostra quella “parte della sua anima che spesso tiene nascosta” in una “traccia molto intima che parla di ansia e depressione”. Nel video vediamo i due protagonisti letteralmente condannati ad affogare tra le loro quattro mura, in un mondo dove tutto appare davvero sottosopra e senza appigli. Alla fine il senso del pezzo forse è tutto in quella supplica lanciata sul finale, quel “chiedimi come stai”. A confermarlo è la stessa artista quando dice: “Con Lamette vorrei che ci sentissimo tutti meno soli nella nostra sofferenza e che chiedessimo aiuto senza timore di essere giudicati.”.

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“Come stai? Ti distingui dal luogo comune?”. E altre domande che sarebbe bene farsi

Leggendo le interviste che si trovano sul web una cosa è chiara: Rose Villain è come divisa tra due sé. La cantante vive tra New York e Milano ma soprattutto tra la voglia di nascondere i propri fantasmi dietro l’inglese e il proprio alter ego e il contemporaneo desiderio di cacciare fuori i suoi demoni, evocandoli nella lingua in cui loro le parlano. In Lamette (e presumibilmente in tutto l’album) alla fine ha vinto questa seconda spinta, in un contesto dove anche “il divertimento e l’esagerazione sono comunque un derivato di una sofferenza”. La cantante lavora molto sulla preservazione della sua salute mentale ma questo tentativo di non annegare nelle proprie paure non equivale a voler nascondere le proprie fragilità. Questo sarebbe controproducente e una canzone come Lamette serve anche a cercare di farlo capire a chi ascolta “fuori dalla stanza”: “Le persone sono chiuse, hanno paura di chiedere aiuto e si sentono giudicate, hanno difficoltà ad esprimersi e magari vedere una persona di cui sono fan che dice che vivere quelle emozioni è ok, che è permesso stare così, che non si è soli in sta merda, può essere utile”, ha detto la cantante in un’intervista a Mattia Barro su Rolling Stone.

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Una lametta per squarciare l’oscurità della propria anima

Non si fa fatica a credere che questa “hit a presa rapida” che sta già conquistando le radio sia nata altrettanto velocemente e in maniera naturale, appena qualche giorno prima della consegna del disco. Rose Villain ha raccontato che quel ritornello che le girava in testa da un po’ si è evoluto in qualcosa di più strutturato quasi in extremis, dandole la possibilità di chiudere un cerchio e coinvolgere di nuovo Salmo: “ Mi sono affacciata alla scena musicale italiana con Mauri, anni fa, con Don Medellin e ci tenevo troppo che questo disco in qualche modo si concludesse (e si aprisse) con lui”, ha raccontato l’artista dalla zazzera turchina. Con le lamette Rose Villain prova non a tagliarsi le vene come Donatella Rettore quanto piuttosto a squarciare l’oscurità insita negli angoli più bui e nascosti di se stessa. È un esperimento doloroso e non facile ma ci ricorda quanto sia importante a volte fermarsi, prendere fiato e chiedersi “beh, come stai?”.

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