
Nato a New York il 1 dicembre 1935, il regista, comico e attore statunitense è uno dei maestri del cinema degli ultimi cinque decenni. Istrionico, autoironico e raffinato, ha vinto 4 Oscar nel corso della sua carriera. Autore di decine di pellicole, ha realizzato capolavori immortali, da “Amore e guerra” a “Io e Annie”, da “Manhattan” a “Crimini e misfatti”. Ecco le sue opere più importanti

Woody Allen compie 85 anni. Genio dell’umorismo, autore prolifico e vincitore di 4 premi Oscar (tre alla sceneggiatura e uno per la regia, su 24 candidature, nessuno dei quali è stato ritirato di persona), è nato a New York il 1 dicembre 1935. In cinque decenni di carriera ha creato uno stile inimitabile e realizzato una lunga serie di capolavori. Ecco una carrellata delle sue opere più celebri (foto credits: WebPhoto)
Buon Compleanno Woody Allen, l'omaggio di Sky Cinema
Nel 1966 Allen fa il suo esordio alla regia con “Che fai, rubi?” (What's Up, Tiger Lily?). Si tratta di un rimontaggio del film giapponese “Kokusai himitsu keisatsu: Kagi no Kagi” con dialoghi e suoni interamente riadattati per creare una trama del tutto diversa da quella originale, in chiave comica e surreale, una parodia di un film di James Bond (foto credits: WebPhoto)
Woody Allen, gli 85 anni di un irresistibile osservatore della socieà
Nel 1969, Woody Allen scrive, dirige e interpreta “Prendi i soldi e scappa” (Take the Money and Run). Si tratta di un falso documentario che racconta la vita di Virgil Starkwell, un rapinatore di banche dilettante (foto credits: WebPhoto)
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Nel 1971, Allen realizza “Il dittatore dello stato libero di Bananas” (Bananas), il terzo e ultimo scritto con lo sceneggiatore e amico d’infanzia Mickey Rose. Racconta le vicende di Fielding Mellish, nevrotico e imbranato collaudatore industriale per una grossa compagnia. Per fare colpo su una ragazza si ritrova coinvolto in una rivoluzione in uno Stato latino-americano (foto credits: WebPhoto)
Le più belle citazioni dai film di Woody Allen
Woody Allen torna nelle sale nel 1972 con “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso* (*ma non avete mai osato chiedere)” (Everything You Always Wanted to Know About Sex* (*But Were Afraid to Ask)). Si tratta di un film surreale, composto da sette episodi, ciascuno dei quali ironizza su uno specifico aspetto della vita sessuale (foto credits: WebPhoto)
Woody Allen pubblica la sua autobiografia e nega abusi sulla figlia
L’anno seguente esce “Il dormiglione” (Sleeper), una commedia fantascientifica ambientata nel 2173. Insieme a “Provaci ancora, Sam” è il film che segna l’inizio del sodalizio tra Allen e Diane Keaton. I due hanno avuto una lunga relazione e hanno collaborato in 7 pellicole (foto credits: WebPhoto)
Molestie sessuali, Diane Keaton prende le difese di Woody Allen
Nel 1975, Allen realizza “Amore e guerra” (Love and Death), capolavoro di comicità ambientato nella Russia del XIX secolo. Ispirato da “Guerra e pace” di Tolstoj, è un film ricco di citazioni e parodie dei grandi classici russi (su tutti Dostoevskij) (foto credits: WebPhoto)
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Nel 1977 arriva nell sale “Io e Annie” (Annie Hall), film della definitiva consacrazione di Allen. Inserito nella classifiche delle migliori commedie e dei migliori film di tutti i tempi, è il racconto della tormentata storia d’amore tra il comico Alvy Singer e Annie Hall. La pellicola vinse 4 Oscar: film, regia per Allen, attrice protagonista per la Keaton (che vinse anche il Golden Globe) e miglior sceneggiatura originale per Allen e Marshall Brickman (foto credits: WebPhoto)
Woody Allen: "Io e Annie? Ho fatto di meglio"
Dopo il primo film drammatico di Allen, “Interiors” del 1978 (che ottenne 5 candidature all’Oscar), nel 1979 è la volta di “Manhattan”, splendido affresco in bianco e nero che racconta i turbamenti dell’autore televisivo Isaac Davis, tra relazioni sentimentali instabili e insicurezze emotive (foto credits: WebPhoto)
Woody Allen e New York, un amore eterno in 5 film
I film seguenti di Allen sono “Stardust Memories” (1980) e “Una commedia sexy in una notte di mezza estate” (1982). Poi nel 1983 è la volta di “Zelig”, una parodia di un documentario degli anni ’20-’30. Il protagonista, Leonard Zelig, è vittima di una malattia che si manifesta nella trasformazione psicosomatica dei tratti a seconda del contesto in cui l'uomo si trova (foto credits: WebPhoto)

Nel 1984 esce “Broadway Danny Rose”, la storia di un agente teatrale ed ex comico che cura gli interessi di clienti strampalati. Il film ottenne due candidature agli Oscar, entrambe per Allen, per la regia e per la sceneggiatura originale (foto credits: WebPhoto)

L’anno seguente è la volta di “La rosa purpurea del Cairo” (The Purple Rose of Cairo), interpretato tra gli altri da Mia Farrow, Jeff Daniels e Danny Aiello. Ambientato negli anni della Grande depressione, è la surreale storia di Cecilia e del suo personaggio cinematografico preferito, Tom Baxter, che esce fisicamente dallo schermo ed entra nella vita reale della donna (foto credits: WebPhoto)

Al ritmo di un film all’anno, Allen nel 1986 realizza “Hannah e le sue sorelle" (Hannah and Her Sisters), con un cast stellare. La pellicola, grande successo al botteghino e considerata uno dei capolavori del regista, ottenne 7 nomination agli Oscar vincendone tre (miglior attore non protagonista a Michael Caine, miglior attrice non protagonista a Dianne West e miglior sceneggiatura per Allen) (foto credits: WebPhoto)

Nel 1987 ecco “Radio Days”, omaggio al lifestyle statunitense negli anni d’oro della radio e atto d’amore alla città di New York (come in tantissime pellicole di Allen). Il regista non compare nel film ma ne è la voce narrante. Ottenne due nomination gli Oscar ed è ricordato come l’unico film che vede recitare insieme le due muse e compagne storiche di Allen, cioè Mia Farrow e Diane Keaton (foto credits: WebPhoto)

Dopo “Settembre” (1987), “Un’altra donna” (1988) e un episodio di “New York Stories”, nel 1989 Allen dirige “Crimini e misfatti” (Crimes and Misdemeanors), flop al botteghino ma considerata dai critici come una delle vette dell’autore. Ispirato da “Delitto e castigo” di Dostoevskij, ha ottenuto tre nomination agli Oscar (regia, sceneggiatura e attore non protagonista a Martin Landau) (foto credits: WebPhoto)

Negli anni seguenti Allen realizza “Alice” (1990), “Ombre e nebbia” (1991) e “Mariti e mogli” (1992). Poi nel 1993 tocca a “Misterioso omicidio a Manhattan” (Manhattan Murder Mystery), a metà strada tra giallo e commedia. Film ricco di citazioni cinefile, vede il ritorno della musa Diane Keaton (foto credits: WebPhoto)

Seguono “Pallottole su Broadway” (1994), “La dea dell’amore” (1995) e “Tutti dicono I Love You” (1996). Nel 1997 Allen dirige “Harry a pezzi” (Deconstructing Harry), candidato all’Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Il regista interpreta Harry Block, autore di successo che per la prima volta si trova ad affrontare il “blocco dello scrittore” ed è alle prese con una crisi depressiva (foto credits: WebPhoto)

Nel 1998 è la volta di “Celebrity”, che racconta le vicende di un giornalista che sogna di scrivere un romanzo e tenta di sfondare a Hollywood come sceneggiatore. Un divo del cinema gli propone di introdurlo nel suo ambiente. Cast ricchissimo che comprende Kenneth Branagh, Melanie Griffith, Winona Ryder, Charlize Theron e Leonardo DiCaprio. C’è anche un famoso cameo di Donald Trump nei panni di se stesso (foto credits: WebPhoto)

Il 1999 è l’anno di “Accordi e disaccordi” (Sweet and Lowdown), un falso documentario incentrato sul personaggio fittizio di Emmet Ray, figura ispirata a Django Reinhardt. Sean Penn e Samantha Morton vennero entrambi candidati agli Oscar (rispettivamente come miglior attore protagonista e miglior attrice non protagonista) (foto credits: WebPhoto)

Dopo una serie di pellicole che non hanno entusiasmato pubblico e critica, nel 2005 Allen torna alla ribalta con Match Point. Film drammatico con tinte thriller, segna l’inizio del sodalizio del regista con Scarlett Johansson, sua attrice feticcio degli ultimi 15 anni. Ebbe un ottimo riscontro in sala e ottenne una nomination agli Oscar (per la sceneggiatura) e 4 candidature ai Golden Globe (foto credits: WebPhoto)

Scarlett Johansson sarà la protagonista anche del successivo “Scoop” del 2006. Poi nel 2007 Allen realizza “Sogni e delitti” (Cassandra's Dream), suo terzo film consecutivo ambientato in Gran Bretagna. Colin Farrell e Ewan McGregor sono due fratelli che, a causa di gravi problemi finanziari vengono spinti a commettere un omicidio (foto credits: WebPhoto)

Nel 2008 Allen si sposta in Spagna e realizza “Vicky Cristina Barcelona”, in cui vengono raccontati gli intrecci tra un pittore locale (Javier Bardem) con due turiste americane (Rebecca Hall e Scarlett Johansson). E nello sfondo si insinua l’ex moglie dell’artista (Penélope Cruz). Il film ha vinto il Golden Globe per le commedie e la Cruz si è aggiudicata un Oscar come miglior attrice non protagonista (foto credits: WebPhoto)

Dopo due pellicole meno riuscite (“Basta che funzioni” e “Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni”), Allen sforna nel 2011 “Midnight in Paris”. La trasferta francese è stato un successo al botteghino e ha permesso all’autore di conquistare un altro Oscar per la sceneggiatura originale (premio bissato anche ai Globes), oltre ad altre 3 nomination dell’Academy (foto credits: WebPhoto)

Le ultime opere di Allen sono state valutate in maniera fredda dalla critica. “Magic in the Moonlight” (2014), “Irrational Man” (2015), “Café Society” (2016) e “La ruota delle meraviglie” non hanno entusiasmato. Nel 2019 esce “Un giorno di pioggia a New York” (A Rainy Day in New York) realizzato con grandi difficoltà a causa delle pesanti controversie che il regista ha subìto per delle vecchie accuse di abuso sessuale risalenti al 1992.

L'ultimo fil uscito di Allae “Rifkin's Festival”. E' la stortia di Mort Rifkin (Wallace Shawn) è un ex professore e un fanatico di cinema sposato con Sue (Gina Gershon), addetta stampa di cinema. Il loro viaggio al Festival del cinema di San Sebastian, in Spagna, è turbato dal sospetto che il rapporto di Sue con il giovane regista suo cliente, Philippe (Louis Garrel), oltrepassi la sfera professionale. Il viaggio è però per Mort anche un’occasione per superare il blocco che gli impedisce di scrivere il suo primo romanzo e per riflettere profondamente.