Non aprite quella porta, 50 anni fa usciva l'horror cult: tutte le curiosità da sapere
L’1 ottobre 1974 debuttava al cinema The Texas Chain Saw Massacre, opera indipendente a basso costo diretta da Tobe Hooper. Racconta la storia di un gruppo di amici che cadono vittime di una famiglia di assassini cannibali. Tra loro c’è l’iconico Leatherface, con la sua maschera di pelle umana e la motosega che usa come arma. Nonostante i divieti in molti Paesi, la pellicola ebbe enorme successo, dando vita a un franchise che prosegue ancora oggi
Non aprite quella porta compie 50 anni. Uno dei film horror più influenti di tutti i tempi, diretto da Tobe Hooper, uscì nei cinema degli Usa per la prima volta l’1 ottobre 1974. The Texas Chain Saw Massacre (questo il titolo originale), prodotto con un piccolo budget e girato con attori semi-sconosciuti, lanciò il personaggio di Leatherface, uno dei killer più iconici di questo genere cinematografico. La pellicola subì pesanti censure ma ebbe un successo di pubblico incredibile diventando una delle pietre miliari dello slasher. Ecco tutto quello che c’è da sapere
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GENESI - Il progetto del film fu sviluppato da Tobe Hooper nei primi anni ’70 mentre lavorava come assistente alla regia all’università e cameraman di documentari. Alcuni elementi furono ispirati da fatti di cronaca dell’epoca e dalla figura del serial killer Ed Gein. L’idea di usare una motosega come arma venne al regista mentre si trovava nella ferramenta di un negozio affollato, riflettendo su come farsi strada tra la folla. La sceneggiatura venne scritta a quattro mani con Kim Henkel e un amico del regista investì 60mila dollari di produzione come budget
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TRAMA - Nel 1973, in Texas, cinque giovani che viaggiano su un furgone si ritrovano intrappolati in una casa di campagna in cui diventano prede di una famiglia di cannibali assassini, tra cui un uomo che indossa una maschera di pelle umana e che uccide le sue vittime con diversi attrezzi tra cui una motosega. La voce narrante a inizio film afferma che la pellicola è il resoconto di una tragedia realmente accaduta. Ma si tratta di un espediente di finzione: il film non racconta fatti reali (come invece si legge anche nelle locandine di promozione)
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IL FINALE DIVERSO - Soltanto nella prima versione italiana degli anni Settanta, il finale si chiude con alcune frasi non presenti nell’originale americano: “Due ore dopo, i criminali venivano arrestati dalla polizia del Texas. Sei mesi dopo, furono processati e condannati alla sedia elettrica. L'unica sopravvissuta è tuttora ricoverata in una casa di cura traumatizzata dall'atroce esperienza vissuta”. Queste frasi, del tutto incongruenti con quanto poi accadrà nei sequel, sono state eliminate nel nuovo doppiaggio del 1991
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CAST - Quasi tutto il cast era composto da attori all’epoca praticamente sconosciuti, giovani texani che avevano recitato in spot pubblicitari, programmi televisivi e spettacoli teatrali, più qualche conoscenza di Hooper. Il ruolo principale di Sally fu dato a Marilyn Burns, che aveva esperienze solo a teatro. John Larroquette ha doppiato la narrazione nei titoli di testa: per aver prestato la sua voce è stato pagato con della marijuana. L’attore ha detto di non aver mai visto il film
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GUNNAR HANSEN - L’attore di origini islandesi Gunnar Hansen è stato scelto per il ruolo di Leatherface. Il regista gli diede carta bianca per sviluppare il personaggio e così decise che si trattava di un individuo affetto da una disabilità intellettiva che non gli aveva permesso di imparare mai a parlare correttamente. Il killer nella sceneggiatura aveva delle battute simili a mugugni con scritto a fianco, fra parentesi, cosa stava cercando di dire
LEATHERFACE - Nel film, Leatherface indossa tre maschere di pelle umana: la "maschera da assassino", la "maschera da nonna" e la "maschera da ragazza dolce”, che secondo l’attore che l’ha interpretato determinano la sua personalità del momento. Hansen ha ricordato: "C'erano 35-38 gradi ogni giorno durante le riprese. Ho indossato la maschera dalle 12 alle 16 ore al giorno, sette giorni su sette, per un mese”. Siccome non gli permetteva di vedere bene, l’interprete ha sbattuto la testa molte volte su vari oggetti
LE RIPRESE - La location principale delle riprese era una fattoria dei primi anni del Novecento su Quick Hill Road vicino a Round Rock, in Texas. Il budget ridotto e gli alti costi di noleggio delle attrezzature hanno costretto la troupe a filmare 7 giorni su 7, fino a 16 ore al giorno. L'ambiente era umido e si sono raggiunti i 43 gradi di temperatura durante le riprese a luglio. Le pareti della casa sono state coperte con gocce di sangue animale ottenuto da un mattatoio locale. Veri resti di animali in decomposizione sono stati disseminati nei pavimenti
EFFETTI SPECIALI - Gli effetti speciali erano semplici e limitati dal budget. Il sangue era reale in alcuni casi, come nella scena in cui Leatherface nutre "il nonno". La troupe ebbe difficoltà a far uscire il sangue di scena dal suo tubetto, così al suo posto l'indice di Burns fu tagliato con un rasoio. Le riprese furono abbastanza pericolose e lo stesso Hooper notò al party dopo l’ultimo ciak tutti i membri del cast avevano riportato qualche tipo di infortunio
L’USCITA - La produzione superò il budget originale stimato in 60mila dollari (che sarebbero circa 288mila dollari di oggi). Il costo finale del film non è mai stato chiarito, oscillerebbe tra 93 e 300mila dollari. Non aprite quella porta debuttò ad Austin, Texas, il 1° ottobre 1974, quasi un anno dopo la conclusione delle riprese. Fu proiettato a livello nazionale negli Stati Uniti come matinée del sabato pomeriggio e il suo falso marketing come "storia vera" lo aiutò ad attirare un grande pubblico
INCASSI - Il film alla fine incassò più di 30 milioni di dollari negli Stati Uniti e in Canada (14,4 milioni di dollari in noleggi), diventando il 12esimo film di maggior incasso del 1974, nonostante il suo budget molto basso. Tra i film indipendenti, fu superato nel 1978 da Halloween di Carpenter, che incassò 47 milioni di dollari. Nonostante il poco sangue visibile, il film ebbe limitazioni nella distribuzione in sala. In Uk, Australia e altri Paesi fu vietato per anni o distribuito con classificazioni molto stringenti
ACCOGLIENZA CRITICA - Inizialmente il film ebbe recensioni contrastanti, ma con il passare degli anni è stato ampiamente rivalutato come uno dei classici del genere horror. È stata lodata l’estetica “non splatter” che lo rende spaventoso senza quasi mostrare esplicitamente la violenza. Ha anche influenzato un'intera generazione di registi e gettato le basi per tanti franchise horror. Il film compare in numerose classifiche come una delle migliori pellicole horror di sempre
TEMATICHE - I temi di fondo del film sono stati oggetto di un’ampia discussione critica: è stato visto come una metafora della violenza contro le donne e della misoginia o addirittura come un manifesto a favore del vegetarianismo. La famiglia di Leatherface è stata vista come come vittima del capitalismo industriale, perché il mattatoio è stato superato dal progresso tecnologico
VIDEOGAME - Nel 1982 Non aprite quella porta si affermò come un successo nell’home video e l’anno dopo la Wizard Video pubblicò un videogioco per l’Atari 2600 in cui il giocatore prende il ruolo di Leatherface e tenta di uccidere gli intrusi evitando ostacoli come recinti e teschi di mucca. Essendo uno dei primi videogame horror, causò controversie per la sua violenza. Fu un flop commerciale perché molti negozi di giochi si rifiutarono di tenerlo in magazzino e venderlo
LA SAGA - Negli anni il film ha originato un saga di altre 8 pellicole, tra sequel, remake, prequel, una pellicola in 3D. Solo il primo sequel del 1986 è firmato alla regia da Tobe Hooper. Esiste inoltre un documentario, distribuito nel 2005, che mostra il dietro le quinte e raccoglie le interviste ai membri del cast originale. Nel 2024, per il 50esimo anniversario dell’uscita, è stata rilasciata una versione in Ultra HD Blu-ray ed è stato ripubblicato il film in VHS in un'edizione da collezione
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