KPop Demon Hunters miglior film d'animazione del 2025 per il New York Film Critics Circle

Cinema
Camilla Sernagiotto

Camilla Sernagiotto

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La scelta dell’associazione, la più antica tra i gruppi di critici degli Stati Uniti, rafforza l’eco internazionale del titolo prodotto da Sony Pictures Animation e distribuito da Netflix, che sin dal debutto del 20 giugno ha fatto registrare un’attenzione travolgente

Nel dibattito cinematografico di fine anno una nuova affermazione consacra l’ascesa di KPop Demon Hunters, definito dal New York Film Critics Circle come il miglior film d’animazione uscito nell’ultimo anno.

 

La scelta dell’associazione, la più antica tra i gruppi di critici degli Stati Uniti, rafforza l’eco internazionale del titolo prodotto da Sony Pictures Animation e distribuito da Netflix (visibile anche su Sky Glass, Sky Q e tramite la app su Now Smart Stick), che sin dal debutto del 20 giugno ha fatto registrare un’attenzione travolgente.

 

Non è un caso che questa stessa realtà critica, spesso abituata a indicare in anticipo i favoriti agli Academy Awards, dodici mesi prima avesse individuato in Flow il miglior film d’animazione, un giudizio poi confermato da numerosi altri riconoscimenti. Nella stessa tornata di premi, il New York Film Critics Circle ha attribuito il riconoscimento per il miglior film assoluto a One Battle After Another di Paul Thomas Anderson, completando un quadro che fotografa gli orientamenti della stagione.

Un caso mediatico di rara intensità

L’opera di Maggie Kang e Chris Appelhans si è imposta fin da subito come un caso mediatico di rara intensità. Diffusa globalmente tramite Netflix, ha raggiunto numeri che il testo definisce straordinari: a novembre le visualizzazioni hanno superato la soglia delle 400 milioni di riproduzioni, mentre già a settembre 2025 erano state registrate oltre 300 milioni di visualizzazioni, salite poi a 325 milioni nell’ottobre 2025. Il film non ha conquistato soltanto il pubblico, ma anche la critica, ottenendo un indice di gradimento del 96% sulla piattaforma di recensioni Rotten Tomatoes, un dato che nel testo è evidenziato come ulteriore conferma della sua risonanza.

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Un fenomeno anche musicale 

Il fenomeno non si è limitato all’ambito cinematografico, ma ha investito con forza anche quello musicale. La colonna sonora—affidata a produttori K-pop di primo piano e alle voci di Ejae, Audrey Nuna e altri artisti—ha frantumato record storici, con quattro brani simultaneamente nella top ten della Billboard Hot 100 e certificazione Platinum negli Stati Uniti. La colonna sonora di KPop Demon Hunters ha ottenuto il risultato più alto per un film d’animazione dai tempi di Encanto, raggiungendo inoltre il primato del maggior numero di brani presenti contemporaneamente nella Top 10 della Billboard Hot 100 per una soundtrack cinematografica. Il gruppo fittizio Huntr/x, al centro dell’universo narrativo del film, è riuscito a stabilire un altro risultato storico, diventando il primo girl group K-pop a raggiungere la vetta della Billboard Hot 100 grazie alla canzone Golden. La diffusione globale di questa traccia ha contribuito in modo decisivo all’impatto culturale del progetto, che ha travalicato i confini propri dell’animazione per trasformarsi in un vero e proprio fenomeno pop.

 

Con l’avanzare delle settimane, la progressiva comunicazione delle scelte delle altre associazioni di critici permetterà di capire se KPop Demon Hunters riuscirà a imporsi come principale candidato nella corsa agli Oscar. 

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Uno dei fenomeni cinematografici del 2025

KPop Demon Hunters si impone come uno dei fenomeni cinematografici del 2025, unendo l’estetica scintillante del K-pop a un immaginario urban fantasy che rilegge la mitologia coreana in chiave pop. Diretto da Maggie Kang e Chris Appelhans e prodotto da Sony Pictures Animation per Netflix, il film racconta la doppia vita delle Huntrix—Rumi, Mira e Zoey—un girl group che alterna palchi globali e battaglie contro demoni travestiti da boy band rivali. L’approccio visivo, influenzato da anime, K-drama e videoclips, conferisce al racconto una dinamica iper-stilizzata che trasforma ogni performance in un set narrativo, facendo convivere spettacolo e tensione epica.

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Un impianto tematico che esplora identità, vergogna e accettazione

Oltre all’impatto visivo, KPop Demon Hunters ha conquistato pubblico e critica grazie a un impianto tematico che esplora identità, vergogna e accettazione di sé attraverso il viaggio interiore della protagonista Rumi, metà umana e metà demone. Il film mette in scena una riflessione sulle pressioni culturali e familiari, allegorizzando il coming out e la ricerca di autenticità con una delicatezza che ha fatto discutere accademici e commentatori.

L’universo creato da Kang, radicato nello sciamanesimo coreano e nella simbologia di tigri e gazze del minhwa, dialoga con la contemporaneità del K-pop senza rinunciare alla profondità emotiva.

 

In streaming, il film è diventato il titolo più visto nella storia di Netflix con 325 milioni di visualizzazioni, mentre la versione sing-along distribuita in sala ha segnato un precedente per la piattaforma, debuttando direttamente in vetta al box office americano. Un risultato che conferma il progetto non solo come intrattenimento travolgente, ma come un raro esempio di sinergia tra cinema d’animazione, cultura pop e narrazione identitaria.

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