Fenomenologia di KPop Demon Hunters: un nuovo modello di pop

Il mondo dell'intrattenimento è così frammentato che probabilmente non avete mai sentito parlare di "KPop Demon Hunters", nonostante sia da un paio di mesi in tutto il mondo, Italia compresa, in vetta tra i film più visti su Netflix. Ma non solo. Il modo in cui è stato costruito, promosso e diffuso rischia di rivoluzionare il ruolo della musica pop come elemento transmediale all'interno di una narrazione che coinvolge animazione, streaming, social network e il coinvolgimento diretto della fandom. Ma iniziamo dall'inizio. Di cosa si tratta “KPop Demon Hunters” è un film di animazione in cui due band fittizie - gli Huntr/x e i Saja Boys - si sfidano a suon di canzoni. I componenti della band sono anche dei cacciatori di demoni e questa è una chiave narrativa che rende ancora più avvincente il film e il suo svolgimento. Ma concentriamoci sul lato musicale. In passato abbiamo già parlato dello stato di salute dell'industria K-Pop, ovvero il pop coreano, che negli ultimi anni dopo un periodo di calo in patria, è cresciuto fortemente nel resto del mondo e questo "K-Pop Demon Hunters" rappresenta il seguito amplificato di questa fase. Una colonna sonora di primissimo piano La colonna sonora del film, pubblicata il 20 luglio, ha avuto un impatto profondo sulla notorietà di "KPop Demon Hunters". Nel giro di poche settimane, i dati provenienti da streaming, social e radio hanno delineato un quadro dell'impatto globalet. Ad esempio “Golden” ha totalizzato in poche settimane 294 milioni di stream su Spotify, raggiungendo la vetta delle classifiche in Malesia, Singapore e Filippine e diventando un pezzo di culto tra gli amanti del k-pop in tutto il mondo. Peraltro le canzoni del film sono interpretate da cantanti e cantautori di spicco del K-Pop come EJAE, Twice e produttori come Teddy Park, ovvero quello delle Blackpink, con la collaborazione di altri artisti della scena K-pop come Audrey Nuna, Leea Salonga e Andrew Choi. Così la colonna sonora del film viene percepita dal pubblico come se fosse un vero disco di questi due gruppi fittizi alla pari dell'album di debutto di un gruppo di alto livello, tipo BTS, Blackpink e Stray Kids. Il K-Pop e il rapporto coi fan Una delle caratteristiche più note del K-Pop è quella del rapporto con i propri fan che manifestano continuamente la loro fedeltà, attraverso l'organizzazione di campagne streaming, battendo record e seguendo ogni piccola cosa dei loro idoli. In particolare oggi i fan si muovono in modo fluido tra i vari formati, trattando il genere come qualcosa da vivere ovunque e contemporaneamente, ma soprattutto su TikTok, dove i fan creano continuamente video su video legati ai loro artisti coreani preferiti. Una proprietà intellettuale fortissima L'ampiezza del successo di "KPop Demon Hunters" dimostra chiaramente che non si tratta di un'anomalia di streaming isolata, ma di quanto velocemente i fan riescono a superare il confine tra un ruolo fittizio e una vera carriera discografica, laddove l'esecuzione è sufficientemente precisa, attraverso un coinvolgimento transmediale, seguendo artisti nei programmi di varietà, webtoon, colonne sonore di videogiochi e legami con i brand. Peraltro in questo progetto si inverte l'abbinamento musica-animazione consueto della proprietà intellettuale: invece di avere un artista affermato che conferisce credibilità al mondo di fantasia, qui è la storia stessa che diventa il trampolino di lancio per un artista commercialmente valido. In questo caso, Netflix riesce a tenere l'intero arco narrativo - il film, i personaggi, le uscite musicali e il ciclo di coinvolgimento dei fan - tutto sotto lo stesso tetto. Questo livello di controllo significa che la storia può essere adattata a diversi formati, dagli album visivi alle docuserie alle esperienze dal vivo, con la colonna sonora che funge da motore centrale piuttosto che da sottoprodotto. Insomma, un esempio di branding di intrattenimento di altissimo livello. La fluidità transmediale e il possibile futuro del pop "KPop Demon Hunters" rappresenta un'anteprima di dove potrebbe arrivare la creazione artistica contemporanea, cancellando il confine tra schermo e palcoscenico e ricostruendolo come un'unica arena in cui storia, fandom e musica si alimentano a vicenda in tempo reale. Per anni, band di fantasia e colonne sonore di film hanno flirtato con le classifiche. Ciò che è diverso ora è la portata e la cosiddetta “fluidità transmediale” che il fandom del K-pop offre. Huntr/x e Saja Boys si sono ritrovati a competere nello stesso spazio dei veri leader del K-Pop senza aver bisogno di anni di tour, campagne mediatiche o politiche di etichetta. Questo è un vantaggio strutturale che le piattaforme dell'era dello streaming sono in una posizione unica per sfruttare. E se Netflix ci è riuscita una volta, non c'è motivo per cui non possa succedere di nuovo, più velocemente, con più successo e in più generi. Proviamo a immaginare un catalogo di uscite globali in cui ogni serie drammatica, film d'animazione o adattamento di un videogioco di alto livello abbia un gruppo musicale integrato pronto a fare tendenza fin dal momento del lancio. La fiction quindi diventa l'incubatrice, la fanbase è pre-assemblata e la proprietà intellettuale della musica è interamente di proprietà. Nel caso di "KPop Demon Hunters", gli artisti di fantasia - Huntr/x e Saja Boys - competono con i BTS o le Blackpink. Da questo di vista tutto questo mostra come potrebbe essere il pop del futuro.

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Fenomenologia di KPop Demon Hunters: un nuovo modello di pop

Michele Boroni