Nosferatu, un vampiro tra il male e le tenebre. La recensione del film di Robert Eggers

Cinema
Paolo Nizza

Paolo Nizza

©Webphoto

È nelle sale cinematografiche italiane il brumoso e gotico lungometraggio che rende omaggio al capolavoro di Murnau e al romanzo di Bran Stoker. Un viaggio espressionista e pittorico al termine dell’orrore, interpretato da Bill Skarsgård, Nicholas Hoult, Lily-Rose Depp, Aaron Taylor-Johnson, Emma Corrin e Willem Dafoe

“Il vampiro sempre vive, e non può morire per solo passare del tempo. (…) Può anche diventare più giovane. (…) Lui non fa ombra, lui non fa riflesso in specchio. (…) Può trasformarsi in lupo (…) lui può essere pipistrello (…) Può venire in nebbia. (…) Lui viene su raggi di luna come pulviscolo. (…) Lui può vedere nel buio. (…)”: con queste parole lo scrittore irlandese Bram Stoker descrive Dracula, il protagonista del romanzo epistolare datato 1897. Ma il Nosferatu di Robert Eggers (al cinema in Italia dal primo gennaio) è soprattutto bruma, foschia, caligine. Il diabolico seduttore, l’acchittato dandy vittoriano non abita qui. Non è nemmeno immortale con il terrore di esserlo, per citare Borges. Il regista di The Witch e di The Northman trasfigura il non morto raffigurato da Murnau in un emaciato, impenetrabile Max Shreck. Il massimo terrore si manifesta, lunare e feroce con parsimonia, parimenti alla nottola di Atena. Figlio del crepuscolo, principe delle tenebre, è una creatura della notte, affamata, selvaggia e brutale.

Un'ombra che divora il mondo

Sangue, seduzione, oscurità. Di questo si ciba Nosferatu. Eggers, riprende l’iconografia di Vlad II di Slovacchia. E come nel romanzo di Stoker, il malevolo mostro zannuto sfoggia un paio di baffi sul volto macilento e consumato dagli oceani del tempo. Ma non si palesa l’amore come nel Dracula di Coppola e nemmeno La mancanza di amore, la più crudele e abietta delle pene, secondo il Nosferatu firmato da Werner Herzog. Il vampiro, questa volta è una mano ossuta e artigliata pronta a ghermire il mondo. Un’ombra che divora il giorno. Un abomino che si nutre dell’umanità o ciò che ne rimane

Approfondimento

Nosferatu, il cast veste di nero alla première mondiale a Berlino

Un abisso chiama un altro abisso

La storia in questa nuova trasposizione di Nosferatu è nota ed è la medesima raccontata da una schidionata di altre pellicole. La fascinazione del film vive nei dettagli, nell’emozione materica di una fotografia pittorica e abbacinante. Egger cita i Solomonari, gli adepti del diavolo della tradizione rumena. Tra gitani, ratti, feretri pentagrammi, croci, fiamme,  ancora una volta il vascello Demeter raggiunge la propria destinazione. E la fine è vicina. La peste incombe sugli uomini e le donne di buona volonta. E nemmeno il denaro puà salvarci dal crepuscolo. Come recitano i salmi "un abisso chiama un altro abisso".

Approfondimento

Nosferatu, Lily-Rose Depp preda del vampiro nel nuovo teaser trailer

Il Nosferatu di Bill Skarsgård è il male sceso in terra

Il Nosferatu interpretato magnificamente da Bill Skarsgård predilige il cuore per bere il sangue delle sue vittime. Uno spettro in pelliccia più simile a un demone che alla tradizionale immagine cinematografica del vampiro.  Il conte Orlok con i denti sbeccati e asimmetrici è il Male sceso sulla terra. Un caliginoso villain ossessionato da Ellen interpretata da Lily-Rose Depp. Diafana eppure carnale, l’attrice ci offre l’immagine tormentata di un io diviso. Un magnetico mix tra Mina e Lucy, tra inferno e paradiso. Sposa fedele e innamorata dell’agente immobiliare Thomas Hutter (Nicholas Hoult), tuttavia turbata e tentata dall’oscurità. E come sempre Willem Defoe primeggia nel ruolo di Albin Eberhart Von Franz, una sorta di Van Helsing, incline all’occultismo e consapevole che: “Dobbiamo conoscere il male per essere in grado di distruggerlo!".

Approfondimento

Nosferatu, il nuovo terrificante trailer esteso dell'horror di Eggers

IL mondo è un vampiro

Sullo sfondo di un diciannovesimo secolo ricostruito con meticolosa accuratezza, ma senza un’oncia di pedanteria, tra calessi e corsetti, tra la Germania e la Transilvania, tra l’immaginaria città di Wisborg e un castello nei Carpazi, tra incubi a occhi aperti e sogni infranti, Nosferatu possiede l’allucinata visionarietà di un’incisione di Goya, la perturbante inquietudine di un quadro di Füssli. In un florilegio di luttuose prospettive centrali, di lividi primi piani, il film è un ipnotico compendio di decomposizione. Una perpetua solitudine all’alba. Forse hanno ragione gli Smashing Pumpkins quando dicono che "il mondo è un vampiro”. E per sopravvivere è necessario accogliere le tenebre.

Approfondimento

Nosferatu, le prime immagini dell'horror gotico con Lily-Rose Depp

Spettacolo: Per te