Martin Scorsese alla Berlinale 2024, Orso d'oro alla carriera

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Il 20 febbraio il regista italoamericano, 81 anni, autore di capolavori come Taxi Driver, Quei bravi ragazzi e Killers of the Flower Moon (attualmente candidato a dieci premi Oscar), ha ricevuto il prestigioso riconoscimento. L'artista, però, non si ferma: tra i progetti futuri, un nuovo film su Gesù e un ruolo nel film La mano di Dante di Julian Schnabel

Gli occhi lucidi, il sorriso ampio, il 20 febbraio Martin Scorsese, 81 anni, ha ricevuto l’Orso d’oro alla carriera in occasione della 74ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino. “La Berlinale, per me, è davvero importante, perché nel 1980 abbiamo presentato in anteprima Toro Scatenato”, ha dichiarato il regista italoamericano, accompagnato sul red carpet del Theater am Potsdamer Platz dalla figlia Francesca. “Quindi c'è un posto molto speciale nel mio cuore per Berlino”. A partire dagli anni Settanta, Scorsese ha diretto capolavori come Taxi Driver (1975), vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1976, Toro scatenato (1980), Fuori orario (1985), per il quale ha ottenuto il premio come Miglior regista a Cannes nel 1986, Il colore dei soldi (1986), Quei bravi ragazzi (1990), Il promontorio della paura (1991), presentato in Concorso alla Berlinale nel 1992, Gangs of New York (2002), presentato Fuori Concorso alla Berlinale nel 2003, The Aviator (2004), The Departed – Il bene e il male (2006), per il quale ha vinto il premio Oscar alla Miglior regia nel 2007, Shutter Island (2010), proiettato Fuori Concorso alla Berlinale nello stesso anno, The Irishman (2019) e The Killers of the Flower Moon, attualmente candidato a dieci premi Oscar. Gli innumerevoli riconoscimenti che hanno celebrato la fiorente carriera del regista includono anche il Leone d’oro alla carriera alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nel 1995, quattro Golden Globe (compreso uno alla carriera nel 2010) e tre premi BAFTA.

LA MAGIA DEL CINEMA, DA REGISTA E DA ATTORE

“Cerco di tenere in vita i film che hanno influenzato me e il gruppo di persone con il quale ho cominciato all’inizio degli anni Settanta, come Spielberg, De Palma e Schrader”, ha raccontato Scorsese in occasione dell’incontro con i giornalisti. “Cerco di preservare la magia di scoprire qualcosa di nuovo nel cinema come arte. I film che ho visto da bambino, da Jean Renoir a Satyajit Ray, dal neorealismo italiano ad Akira Kurosawa, mi hanno insegnato molto, anche se li vedevo in tv, doppiati e con la pubblicità nel mezzo. Se quei film hanno influenzato me da piccolo, che non venivo da un ambiente intellettuale, avrebbero potuto influenzare e cambiare la vita anche a tante altre persone. È attraverso l’arte che noi comunichiamo”. Tra i futuri progetti dietro la cinepresa, il regista annovera un nuovo film su Gesù, che sarà certamente “provocatorio e divertente” anche se “non ho ancora le idee chiare”. In qualità di attore, invece, Scorsese avrà il ruolo di un anziano saggio che influenza Dante Alighieri mentre scrive La Divina Commedia nel giallo La mano di Dante di Julian Schnabel, che nel cast schiera anche Oscar Isaac, Gal Gadot, Jason Momoa, Gerard Butler e Al Pacino. Non è la prima volta che l’artista appare in cameo di pellicole proprie e altrui. Scorsese è stato il cliente di un bar in Alice non abita più qui, il passeggero di un taxi in Taxi Driver e Vincent Van Gogh in Sogni di Kurosawa.

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"UN FILM PUÒ CAMBIARE LA VITA"

“Il cinema non sta morendo, piuttosto si sta trasformando, come è sempre stata la sua natura" ha proseguito Scorsese. "Noi avevamo solo la sala, i festival, la pellicola, ma la tecnologia cambia rapidamente e non possiamo opporci, piuttosto cercare di controllarla, senza esserne schiavi. Bisogna fare attenzione alla voce individuale degli artisti, trovarla è lo scopo dei festival, ma si può fare tramite TikTok, un film di quattro ore o una miniserie”. Per il regista, infatti, in ogni forma un film “può regalarti qualcosa che ti cambia la vita. Ai festival hai la possibilità di vedere e ascoltare punti di vista che arrivano da realtà lontane e diverse, che ti aiutano a capire meglio il mondo, a far diventare più vicine le culture che sembrano più lontane. Rende il mondo più piccolo e noi tutti più comprensivi gli uni degli altri”. Secondo Scorsese, il potere evolutivo del cinema agisce fuori e dentro di noi: “Se lo rivedi anni dopo, scopri che è un film diverso, perché tu sei cambiato”. Allo stesso tempo, occorre tenere in considerazione il giudizio dei critici, spesso fonte di “un punto di vista originale, un pensiero stimolante” che il regista ha paragonato all’“insegnare ad un bambino a camminare, a dare il primo stimolo verso la conoscenza. Quello che è di moda muore in fretta, ma i film che hanno superato la prova del tempo hanno la capacità di avere un impatto forte, nell’animo delle persone”. Nell'atto creativo resta comunque fondamentale "liberarsi dai propri limiti, dalle regole che ci si autoimpone. Non è facile, perché ti obbliga a fare i conti con quello che sei”.

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