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L’esorcista del Papa, Russell Crowe contro il diavolo. La recensione del film

Cinema

Paolo Nizza

Arriva al cinema dal 13 aprile, l’horror demoniaco, liberamente  ispirato alle memorie di Padre Amorth, decano degli esorcisti del Vaticano

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Il diavolo è felice quando viene deriso da quelli che pensano che non esista. Inizia con questo concetto espresso dal famoso esorcista della diocesi di Roma, Padre Gabriele Amorth L’esorcista del Diavolo. Nelle sale cinematografiche a partire dal 13 aprile il lungometraggio è una curiosa variazione della schidionata di lungometraggi dal coté spiccatamente demoniaco. Un bizzarro mix che trabocca di citazioni da L’Esorcista di William Friedkin, ma che tra una possessione e una perturbante profezia in latino, inserisce elementi a Buddy Movie poliziesco. Con un passato da partigiano nella Brigata Italia, Amorth sul grande schermo si trasfigura in una sorta di James Bond degli esorcisti, impegnato a espellere il maligno dal corpo dei posseduti, ma pure a svelare misteri e segreti custoditi dal Vaticano. Tant'è, che la Santa Sede non ha particolarmente gradito il lungometraggio. L’Associazione Internazionale degli Esorcisti, infatti, in un comunicato ha espresso il proprio disappunto con queste parole: "L'esorcismo così rappresentato diventa uno spettacolo finalizzato a suscitare forti e malsane emozioni, grazie ad una scenografia cupa, con effetti sonori tali da suscitare soltanto ansia, inquietudine e paura nello spettatore. Il risultato finale è di infondere la convinzione che l’esorcismo sia un fenomeno abnorme, mostruoso e pauroso, il cui unico protagonista è il demonio, le cui reazioni violente si possono fronteggiare con grande difficoltà; il che è l’esatto contrario di ciò che si verifica nel contesto dell’esorcismo celebrato nella chiesa cattolica in obbedienza alle direttive da essa impartite"

Russell Crowe è L'Esorcista del Papa

Russell Crowe, per la prima volta nella sua carriera si cimenta con il genere horror. D’altronde chi se non Il Gladiatore possiede i requisiti per affrontare Satana e le sue legioni? Non a caso il regista Julius Avery (autore del pregevole Overlord) costruisce tutto il film sulle corde della star neozelandese. E’, infatti, dell’attore l’idea di far scorrazzare l’esorcista del Papa per le strade della Città Eterna a cavallo di una Vespa. Crowe ha cercato di rendere la fede, ma pure il senso dell’umorismo del sacerdote. Tant’è che, il prete a un certo punto afferma “Il demonio non ama le barzellette”.  Ça va sans dire, il film reinventa le memorie del capo esorcista della diocesi di Roma e non c’entra alcunché con il documentario The Devil and Father Amorth, firmato da William Friedkin nel 2017. Con un incipit nella calabra Tropea, terra di leggendarie cipolle e di terrificanti leggende (come insegna A Classic Horror Story di Paolo Strippoli) la pellicola si sposta nella plumbea abbazia di San Sebastiano in Castiglia, regione spagnola che diede i natali alla Regina Isabella, soprannominata “La Cattolica”. Insieme a Padre Esquibel, interpretato Daniel Zovatto, attore costaricano con parecchi horror all’attivo, da It Follows a Man in The Dark, Amorth dovrà affrontare un Male che nasce da lontano. Si sa, Satana si manifesta dai tempi di Adamo ed Eva. E oltre all’ esorcismo con tanto di messaggi scritti sul ventre dei posseduti e all’immancabile passo del ragno (il primo a rappresentarlo fu Brunello Rondi nello straordinario Il Demonio datato 1963), ci troviamo di fronte a una terrificante cospirazione. Bisogna quindi prestare la massima attenzione e imitare L’Arcangelo Michele, senza dimenticare che pure Lucifero e i suoi alti 199 sodali erano angeli.

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I tuoi peccati ti troveranno

L’esorcista del Papa sposa appieno la tesi che il 98% dei casi di possessione può essere spiegato dalla scienza e quindi la soluzione si trova nella psichiatra e nei farmaci. Tuttavia, quel  rimanente 2 % è sufficiente per esplorare sul grande schermo le tenebre e spaventare gli spettatori, consapevoli del celebre aforisma di Baudelaire: “Il più grande inganno che il diavolo abbia mai fatto è stato quello di convincere il mondo che non esiste"  Con uso moderato della tecnica troppo speso abusata dei Jumpscare e  con un pontefice che ha il volto del mitico Franco Nero, il lungometraggio orchestra le consuete battaglie con Lucifero a base di crocifissi, acqua santa,  olio consacrato e libro di preghiere. Non manca nemmeno il secolare mistero celato dalla Chiesa di Roma. D’altronde è dai tempi di Il signore del male di Carpenter e della "confraternita del sonno," che il cinema immagina che il Vaticano nasconda la verità. Anche se in questo caso il riferimento immediato sono il libri di Dan Brown, da Il Codice Da Vinci ad Angeli e Demoni

Per allentare la tensione l’Amorth di Crowe non lesina freddure, sul modello di un ciarliero supereroe dei cinecomics Marvel o dell’agente 007. Ma la sostanza della pellicola resta horror. Dai tempi del personaggio Regan MacNeil interpretato da Linda Blair,  il Maligno predilige tormentare gli innocenti, i bambini. Anche se in questo caso, il suo piano risulta davvero diabolico. D’altronde Dio è colui che è, Il diavolo colui che tu vuoi che io sia. Senza contare che come insegna Gesù Cristo nel Vangelo “Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Perché alla fine i nostri peccati ci troveranno.

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