Ant-Man and The Wasp: Quantumania, la recensione del film Marvel
Cinema ©DisneyArriva al cinema in Italia a partire dal 15 febbraio, il cinecomic che inaugura la fase 5 del Marvel Cinematic Universe. Una subatomica avventura psichedelica, tra conquistatori, alieni e affetti familiari. Con Rudd, Evangeline Lilly, Jonathan Majors, Michelle Pfeiffer, Michael Douglas, Kathryn Newton e Bill Murray
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Il multiverso colpisce ancora. Ant-Man and The Wasp: Quantumania, trentunesimo lungometraggio del Marvel Cinematic Universe, è una sorta di cartina di tornasole che delinea con meticolosità gli infiniti mondi che popoleranno la fase 5 dei cinecomic creati dalla "Casa delle idee". Sicché l’atteso sequel di Ant-Man and The Wasp, nelle sale cinematografiche a partire dal 15 febbraio, ci schiude le porte del regno quantico. E trattandosi di Ant-man, sarà ancora la famiglia il motore di tutta la storia.
Ant-Man and The Wasp: Quantumania, la trama del film
Sulle note briose di Goodbye Yellow Brick Road di Elton John, Ant-Man and The Wasp: Quantumania ci introduce nella vita tranquilla e serena di Scott Lang (Paul Rudd). Lo schiocco delle dita del malevolo Thanos è ormai un ricordo lontano. L’Avenger più sottovalutato del gruppo ha scritto un’autobiografia e nelle caffetterie di San Francisco non paga il conto, ma solo perché lo scambiano per Spider-Man. La volitiva Hope Van Dyne (una Evangeline Lilly che sfoggia un taglio corto molto à la page) si occupa di case umanitarie globali. Completano il quadretto i genitori di Hope, ossia, Janet Van Dyne (Michelle Pfeiffer sempre divina pure con un look da medioevo prossimo venturo), Hank Pym (Michael Douglas nonno scatenato) e la figlia di Scott, Cassie (Kathryn Newton), adolescente ribelle con il pallino della scienza. E sarà proprio l’inusitato talento della ragazza diciottenne per la fisica quantistica a trascinare, suo malgrado, la famigliola felice nel microscopico spazio subatomico situato all’interno del mondo che conosciamo. Un regno popolato da bizzarre creature talvolta assai ostile. Ma saranno proprio i segreti di famiglia a mettere in pericolo la vita dei nostri eroi, Così Ant-Man e soci dovranno vedersela con l’onnipotente Kang il Conquistatore, (Jonathan Majors) destinato a diventare prossimo antagonista principale dell’Universo Cinematografico Marvel. Il villain aveva fatto capolino, con il nome di "Colui che rimane" nell’ultimo episodio della serie tv Loki. Ma sul grande schermo palesa finalmente tutta la sua devastante carica distruttiva. Finalmente dopo Il "Titano Pazzo," un malvagio griffato Marvel degno di questo nome.
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Tra Star Wars, fantascienza e psichedelia
Se si escludono i siparietti iniziali e finali di Ant-Man and The Wasp: Quantumania, che hanno il sapore delle scanzonate e un filo irriverenti sitcom d’oltreoceano,tutto il lungometraggio si svolge all’interno del mondo quantico. Il risultato è una sorta di trip lisergico. Un luna park psichedelico. Una trasposizione cinematografica delle visioni di canzoni come Lucy in the Sky with Diamonds. Il cineasta Peyton Ree (già regista dei primi due film su Ant-Man) attinge a piene mani all’immaginario di classici sci-fi come Barbarella o Flash Gordon, ma pure ai romanzi di Jules Verne e a certe illustrazioni care all’Heavy Metal anni Ottanta. Il risultato è una sorta di labirintico luogo che ricorda l’incredibile bar di Star Wars. Confusi e infelici, il manipolo di esseri umani deambula in questa versione quantica della cantina di Mos Eilsey. E così tra shottini dai colori acidi e martini cocktail serviti con tanto di polpo ancora vivo, capita pure che la bella Cassie venga importunata al bancone da un improponibile uomo broccolo, che ovviamente, tenta di broccolarla, con esiti disastrosi. In questa delirante Babele subatomica, alberga per Bill Murray nei panni stilosi di Lord Krylar, un indecifrabile governatore che ha avuto una liaison con Janet, nel corso dei 30 anni trascorsi dalla donna nel mondo quantico. E c’è spazio pure per la volitiva guerriera Jentorra (Katy O’Brian), leader della fazione ribelle dall’aspetto e dal look molto lgbtqia+. Insomma, sarà pure un universo infinitamente minuscolo, ma la densità di popolazione è superiore a quella di Singapore.
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Dagli effetti speciali agli affetti speciali
Nonostante la miriade di immaginifiche strutture e bislacche creature (c’è pure un alieno privo di buchi e una vecchio nemico di Scott trasformato in Modok (Mechanized)Organism Designed Only for Killing.) ovvero una gigantesca testa armata sino ai denti), Ant-Man and The Wasp: Quantumania resta la storia di un padre che cerca di recuperare il rapporto con la propria figlia. Al netto degli incredibili effetti speciali, sono gli affetti speciali a scandire l’avventura. In fondo Ant-Man non ha nessun superpotere. È un ex ladro che grazie alla tuta creata dal dottor Pym può modificare le proprie dimensione. Ma si tratta della stessa tecnologia che in famiglia utilizzano per trasformare una pizzetta in una teglia extralarge. Dietro lo spiccato coté fantascientifico, il film in una delle scene più riuscite del cinecomic, ci ricorda che siamo sempre al centro di una “tempesta di probabilità”. Per citare il celebre aforisma di Eraclito: “Ogni giorno, quello che scegli, quello che pensi e quello che fai è ciò che diventi.” Senza dimenticare che anche le formiche nel loro piccolo si incazzano. E che non è mai troppo tardi per trovare il proprio spazio e soprattutto per "smettere di fare il cazzone", come dice la volitiva Cassie. E questo vale in qualsiasi universo ci si trovi.