Lo scorso luglio il rapper e produttore discografico era stato dichiarato colpevole di due dei cinque capi di imputazione a suo carico, quelli per il trasporto di persone a fini di prostituzione. Era stato invece assolto dalle accuse più pesanti di tratta a scopo sessuale e di associazione a delinquere. La determinazione della pena è attesa per venerdì 3 ottobre
L’accusa ha chiesto una pena di 11 anni e tre mesi per Sean “Diddy” Combs che, dopo quattro settimane di processo, lo scorso luglio era stato dichiarato colpevole di due dei cinque capi di imputazione a suo carico, quelli per il trasporto di persone a fini di prostituzione. Il rapper e produttore discografico, noto come Puff Daddy, 55 anni, era stato invece assolto dalle accuse più pesanti di tratta a scopo sessuale e di associazione a delinquere. “I suoi crimini sono gravi e hanno giustificato condanne superiori a 10 anni in diversi casi per imputati che, come Sean Combs, hanno commesso atti di violenza e hanno messo in pericolo gli altri”, hanno scritto i pubblici ministeri nei documenti legali depositati nella serata di lunedì 29 settembre e ottenuti da Rolling Stone. “[Combs] non dovrebbe fare eccezione, soprattutto quando la sua storia e le sue caratteristiche dimostrano anni di abusi e violenza”. Sia l'ex fidanzata di P. Diddy, Casandra “Cassie” Ventura, sia un’ex assistente che aveva testimoniato sotto lo pseudonimo di “Mia” hanno chiesto al giudice di valutare adeguatamente le loro testimonianze. La prima ha raccontato di essersi sentita impotente nel rifiutare di partecipare a rapporti a tre con escort, noti come “freak-off”, e ha accusato Combs di averla adescata, manipolata e minacciata nel corso della loro relazione lunga 10 anni, durante la quale lui l’avrebbe picchiata regolarmente. Mia ha poi ricordato al giudice “abusi, umiliazioni e controllo” esercitati da Puff Daddy, che l’avrebbe aggredita e violentata, lasciandola in uno stato di “paura costante”. A rincarare la dose ci sono anche le dichiarazioni di altri due ex dipendenti del rapper. La prima, Capricorn Clark, ha definito uno dei “momenti più difficili” della sua vita la testimonianza sul presunto rapimento sotto minaccia di pistola che avrebbe subito da Combs. “È assurdo per me che di tutte le cose che la gente ha sentito, due capi di accusa per prostituzione maschile siano l’unica cosa rimasta sul tavolo”, ha scritto. “L’ultimo raggio di luce è che ci rendiate giustizia. Avete la possibilità di aiutarlo finalmente a capire che non può fare quello che vuole alle persone. Ci sono ripercussioni e conseguenze. Non può semplicemente distruggere la vita degli altri”. Per il secondo, Deonte Nash, Puff Daddy avrebbe “lasciato una lunga scia di vittime, molte delle quali vivono ancora nella paura”. La determinazione della pena è attesa per venerdì 3 ottobre ma, in seguito alle assoluzioni già avvenute, Combs non rischia più l’ergastolo.
LA RICHIESTA DELLA DIFESA
Gli avvocati della difesa hanno invece chiesto un massimo di 14 mesi, con conseguente probabile rilascio immediato o entro la fine dell’anno. I legali di Puff Daddy hanno citato casi simili e hanno raccontato il difficile passato del rapper e produttore discografico, che avrebbe sofferto da bambino per l’omicidio del padre, avvenuto quando aveva appena tre anni. “Per decenni Combs ha combattuto dipendenza, rabbia, ansia e altri problemi che non ha affrontato in modo adeguato o con un aiuto professionale fino a quando non è stato incarcerato l’anno scorso”, hanno scritto. “Come ogni tossicodipendente, il suo comportamento sotto l’effetto degli antidolorifici era imprevedibile e spesso la ragione alla base delle aggressioni che sono state discusse nel corso il processo”. Nel marzo 2024 le autorità federali avevano perquisito le case di P. Diddy, che nel settembre 2024 era stato arrestato. Il 3 ottobre, dopo un anno di custodia, il giudice Arun Subramanian, che lo scorso luglio aveva rifiutato la richiesta della difesa di concedere all’imputato la libertà su cauzione, sancirà la pena.