
"Ci avete già messo da pARTE": la protesta dello spettacolo dopo il DPCM
Da Pierfrancesco Favino a Roberto Bolle, Eleonora Abbagnato, Nicoletta Manni, Ambra Angiolini. Tantissimi attori, ballerini ed esponenti della musica si oppongono alla misura che impone la chiusura di cinema e teatri: "La cultura è un bene primario come l'acqua"

La chiusura di cinema e teatri imposta dal nuovo Dpcm ha provocato la reazione del mondo della cultura. Attori, registi, ballerini, musicisti, tutti "uniti" fanno un appello al Governo chiarendo che non possono essere definiti "tempo libero". A partire da Pierfrancesco Favino fino a Stefano Accorsi e Cristiana Capotondi, sono tanti gli interpreti che hanno aderito al messaggio dell'unione nazionale di interpreti dell’audiovisivo, teatro e spettacoli dal vivo (Unita) per protestare contro la chiusura e chiedere misure di ristoro
Stop a cinema e teatri: l'appello di Unita
"La cultura è un bene comune primario come l'acqua; i teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti". È una frase di uno dei più grandi direttori d'orchestra italiani, Claudio Abbado, che i lavoratori dello spettacolo stanno prendendo in prestito per farla diventare il loro motto e sottolineare l'importanza del loro lavoro, come ha fatto Stefano Accorsi
L'Agis e gli assessori scrivono a Conte
"Al ministro Franceschini, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella - si legge nell'immagine di Unita condivisa da vari interpreti, tra cui Anna Foglietta - Non siamo tempo libero. Siamo lavoro e molto di più. Non condividiamo le decisioni prese su cinema e teatri e non da oggi. Come intendete sostenere i lavoratori? Perché non ci ascoltate, rispondendo alla nostra richiesta di un incontro?"
Nuovo Dpcm, cosa prevede per cinema e teatri
Vittoria Puccini, presidente di Unita, elenca le richieste che gli occupati della cultura fanno all'esecutivo, al quale si domanda di "tenere aperte le sale con gli orari degli spettacoli anticipati a prima del coprifuoco; introdurre i protocolli di sicurezza per il teatro (su modello del protocollo audiovisivo) per artisti, tecnici e maestranze; far rispettare il comma 5 dell’art.19 del CCNL della Prosa in caso di sospensione della produttività; creare ammortizzatori sociali continuativi per colleghe e colleghi in difficoltà fino al termine dell’emergenza”

L'Etoile Eleonora Abbagnato utilizza invece una foto de "Le 4 Stagioni" per esprimere la sua disapprovazione alle misure prese per cinema e teatri. "Oggi mi sento così - scrive - in mezzo a una tempesta"

Roberto Bolle posta una foto del Teatro alla Scala vuoto e spiega come l'arte e la cutura siano la "voce e il nutrimento del Paese". "Fermare tutto, vuol dire non solo imbavagliarlo, ma anche togliergli ristoro - ha scritto - impoverirlo con effetti anche di lunga durata di cui non conosciamo la portata soprattutto sui giovani. Per non parlare delle categorie professionali coinvolte che, al pari di tante altre, non hanno possibilità di sopravvivere economicamente con dignità a questa terribile emergenza"

Il post della prima ballerina del corpo di ballo della Scala, Nicoletta Manni: "Ci avevate già messo da pARTE", recita la didascalia alla foto che ritrae tutto il corpo di ballo

"Sono passati mesi, durissimi, nei quali molti nel nostro settore hanno scelto di fare le cose per bene e hanno immediatamente investito più soldi per la sicurezza di tutti". Sono le parole di Ambra Angiolini che conclude: "Ad oggi non ci sono prove della responsabilità del mondo della cultura sulla crescita esponenziale dei numeri di questo maledetto virus. Chiedo per le famiglie dei lavoratori che mi sento di rappresentare e che cercano un modo per continuare a lavorare"

L'immagine forse più potente per rappresentare l'importanza del mondo della cultura all'interno della società è quella scelta invece da Claudio Santamaria che usa il bambino di "Nuovo cinema paradiso" di Giuseppe Tornatore. "Mi sento profondamente tradito. Chiudere di nuovo i cinema e i teatri sarebbe un durissimo, ennesimo colpo alla cultura e soprattutto ai tantissimi lavoratori dello spettacolo visibili e invisibili che rendono possibile la magia dell’arte", ha scritto l'attore

Per L'arena di Verona il divieto è quello di arrendersi. "Dopo aver riabbracciato il nostro pubblico da sole due settimane, il DPCM ci obbliga di nuovo a chiudere - scrivono in un post - Questo ci sprona ulteriormente a portare avanti l'altra nostra missione: tutelare il lavoro delle centinaia di artisti che vivono di teatro. Perciò Fondazione Arena di Verona cercherà ogni alternativa possibile per proseguire l'attività anche in questo periodo di chiusura. Il palcoscenico non si ferma"

Michela Andreozzi ha condiviso i post di Unita e anche quelli dell'Associazione generale italiana dello spettacolo che riportano i dati sui contagi nei teatri nel periodo di apertura tra il 15 giugno e il 10 ottobre. Su 2.782 spettacoli con un totale di 347.262 spettatori i contagiati sono: 1

E se le difficoltà del mondo della cultura sono ingenti ed evidenti a causa dello stop e delle limitazioni che sta subendo da circa un anno a causa della diffusione del Coronavirus, c'è anche chi amplia lo sguardo più in generale come Linus che constata come "ognuno di noi" abbia "un motivo per non apprezzare le nuove disposizioni, e a parole ognuno di noi ha una soluzione" ma basterebbe "guardarsi intorno" per accorgersi "che tutti sono nella nostra stessa situazione"

Il post di Claudia Gerini

Il post di Giorgio Pasotti

Anche Marco Bonini ha voluto dare il proprio supporto all'iniziativa dei colleghi