L'AGIS e gli assessori scrivono a Conte: "Vogliamo più sostegno"

Spettacolo

Due appelli al Presidente del Consiglio e ai Ministri competenti: "Rivedere queste disposizioni è opportuno e necessario"

In queste ore si stanno moltiplicando gli appelli di associazioni culturali e dello spettacolo, in risposta alle nuove restrizioni contenute nel DPCM appena firmato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte (qui tutte le misure del nuovo DPCM). Oltre all'appello dell'Associazione Cultura Italiae, anche l'AGIS (Associazione Generale Italiana dello Spettacolo) ha scritto una lettera indirizzata a Conte e al ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini, in cui chiede subito "l'apertura di un tavolo al fine di individuare possibili strumenti idonei ad affrontare le situazioni di maggiore sofferenza e a garantire più certezza per il futuro". 

Nella lettera l'Agis, "facendo seguito alle fitte interlocuzioni intervenute nella giornata di ieri con il ministro Franceschini, che ringraziamo per lo sforzo compiuto in queste ore per addivenire a conclusioni differenti, esprimiamo la nostra contrarietà, insieme a larghissima parte dell'opinione pubblica, rispetto alla ipotesi prevista nel DPCM in merito alla sospensione delle attività dei teatri, dei cinema e dei luoghi

di spettacolo". "Come evidenziato dai dati di una ricerca da noi effettuata e trasmessa alle Istituzioni ed agli organi di informazione - scrive l'Agis - i luoghi di spettacolo si sono rivelati tra i più sicuri spazi di aggregazione sociale. Riteniamo, pertanto, che la misura prevista sia ingiustamente penalizzante rispetto al nostro settore. Sono stati siglati accordi e protocolli a livello territoriale ed a livello nazionale con le Organizzazioni di categoria per garantire la salute e la sicurezza e tutte le imprese del comparto si sono adeguate assumendosi onerosi investimenti per elevare il livello di prevenzione sia per i lavoratori che per gli spettatori".



Va nella stessa direzione un secondo appello, sottoscritto dagli assessori alla Cultura dei principali Comuni italiani e rivolto sempre a Conte e ai Ministri competenti.  "La misura assunta oggi nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri che dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto, colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19. L'evidenza statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di responsabilità dimostrato nell'applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto. In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attività che per la propria natura non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo, per il pubblico come per gli operatori". 

 

"Il settore dello spettacolo, che vede impegnate centinaia di migliaia di professionisti, e' inoltre uno dei più rilevanti settori produttivi italiani, e ha recentemente richiamato dalla CIG quasi la totalità dei lavoratori al fine di garantire una paga dignitosa e un corretto trattamento delle diverse professionalità impegnate: sono le donne e gli uomini che hanno profuso il loro straordinario impegno per riaprire teatri, cinema e sale da concerto nel pieno rispetto dei protocolli per la tutela della salute. Da amministratori pubblici responsabili delle politiche culturali nei nostri territori seguiamo con estrema apprensione e preoccupazione l'andamento dei contagi da Covid-19 e siamo consci del fatto che nuove misure restrittive siano senza dubbio necessarie per contrastare la recrudescenza del Virus nel nostro Paese. Tuttavia riteniamo necessario portare alla Vostra attenzione che la misura appena assunta nei confronti dello spettacolo produrrà effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato, e soprattutto priverà i nostri concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale, nel pieno rispetto del distanziamento fisico: nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle comunità, soprattutto nei suoi momenti più critici e dolorosi, si e' sempre fondata soprattutto sulla possibilità di condividere esperienze culturali".

 

"Consideriamo opportuna e necessaria una revisione di questa disposizione, al più presto, affinché teatri, cinema e sale da concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del Decreto, soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla, incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione epidemica. Chiediamo, nelle more della riapertura delle sale teatrali, cinematografiche e da concerto, un'immediata attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attività è caratterizzata da intermittenza, occasionalità e precarietà, che abbia corso e validità a partire già da lunedì 26 ottobre".

Si alza ufficialmente il sipario nei teatri ERT in Emilia-Romagna dopo il lockdown con la presenza del pubblico e con le misure di distanziamento sociale, con il primo dei cinque incontri al Teatro Storchi di Modena per una riflessione sul valore e sulla funzione pubblica del teatro,tenuti dal direttore di Ert Claudio Longhi.Modena,16 Giugno 2020.ANSA/ELISABETTA BARACCHI

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