IA, un decoder traduce i segnali del cervello in parole

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

In futuro potrebbe consentire di realizzare delle neuro-protesi utili per permettere alle persone che hanno perso l’uso della parola di tornare a esprimersi 

Alcune malattie, come il morbo di Parkinson e la Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla), possono privare i pazienti della capacità di parlare. Un nuovo dispositivo, creato dal team di ricercatori dell’Università della California di San Francisco coordinato da Gopala Anumanchipalli, potrebbe aiutare chi soffre di queste patologie a tornare a esprimersi. Si tratta di un innovativo decoder dotato di Intelligenza Artificiale che traduce in parole l’attività del cervello. Per realizzarlo, il gruppo di studiosi ha registrato l’attività della corteccia cerebrale di cinque volontari intenti a parlare a voce alta, per poi analizzare i segnali che regolano i movimenti degli organi coinvolti nel linguaggio. Utilizzando un sistema basato sull’Intelligenza Artificiale, è riuscito a convertire questi impulsi in suoni e parole tramite un sintetizzatore. Durante i vari test effettuati dai ricercatori, il decoder è stato in grado di articolare 101 frasi: i volontari che le hanno ascoltate sono riusciti a riconoscerle e trascriverle.

I futuri utilizzi del decoder

Secondo Carlo Miniussi, il direttore del Centro Mente Cervello (Cimec) dell’Università di Trento a Rovereto, la ricerca dell’ateneo californiano dimostra che nei prossimi anni sarà possibile creare degli strumenti in grado di tradurre in azioni i pensieri delle persone. L’esperto prevede che le future neuro-protesi non aiuteranno solamente chi ha perso l’uso della parola a esprimersi, ma permetteranno anche di controllare degli arti robotici.

L’esperimento della Columbia University

In passato sono stati realizzati altri dispositivi simili a quello ideato dal team di Gopala Anumanchipalli. Per esempio, pochi mesi fa i ricercatori della Columbia University di New York hanno creato una tecnologia in grado di ‘leggere’ nella mente delle persone e tradurre i loro pensieri in parole. Il sistema è basato su un vocoder, un dispositivo che può essere utilizzato per decodificare e sintetizzare i discorsi. Per addestrarlo a interpretare in modo corretto i pensieri delle persone, Nima Mesgarani, l’autore principale dello studio, e il neurochirurgo Ashesh Dinesh Mehta hanno fatto ascoltare a dei pazienti con epilessia delle frasi pronunciate da individui diversi e hanno misurato i loro modelli di attività cerebrale. In un secondo momento, le stesse misurazioni sono state effettuare mentre i volontari contavano nella mente da 0 a 9. I segnali cerebrali registrati nel corso dell’esperimento sono stati successivamente inviati al vocoder, il quale si è rivelato in grado di ripetere la sequenza di numeri. 

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