Trapianti, l’Italia tra le eccellenze mondiali. Ecco gli ospedali migliori
Salute e BenessereIntroduzione
Il nostro Paese si attesta tra le eccellenze europee e mondiali nel campo della donazione e del trapianto di organi, tessuti e cellule: a certificarlo è l'ultima edizione della Newsletter Transplant, il rapporto annuale del Consiglio d'Europa che mette in fila le cifre dell'attività di donazione e trapianto a livello internazionale. Ecco cosa sapere.
Quello che devi sapere
Come è messa l’Italia a livello internazionale
L’Italia è seconda al mondo per il trapianto di fegato, dietro solo agli Usa, e settima per il trapianto di cuore. Forte crescita poi dei trapianti di cuore da persone con cuore che si è fermato. Ma sono ancora oltre 8 mila gli italiani in attesa di un organo.
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I dati italiani
I dati sulla situazione nello stivale del Centro Nazionale Trapianti parlano poi del 2024 come di un anno record con 4.642 trapianti realizzati in totale (+3,9%), di cui 179 in urgenza nazionale (75 di fegato, 86 di cuore, 14 di polmone, 4 di rene) e anche 191 pediatrici (79 di fegato, 76 di rene, 32 di cuore, 4 di polmone). L'azienda ospedaliera che ne ha effettuati di più è stata la Città della Salute e della Scienza di Torino (440), davanti all'Ospedale di Padova (413) e all'Ismett di Palermo (276).
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I centri italiani d’eccellenza
Torino è stato anche il centro trapianti con il più alto numero di trapianti di fegato effettuati (179), mentre Padova prima in Italia per trapianti di rene (217) e polmone (41). Primato confermato per il Policlinico di Bari per quanto riguarda i trapianti di cuore (73), invece per il pancreas il primo centro italiano è quello del San Raffaele di Milano (14).
Il confronto con il resto d’Europa
Il report europeo sul 2024, certifica che l'Italia è seconda tra i grandi Paesi europei per tasso di donazione: 29,5 donatori utilizzati per ogni milione di abitanti, dietro i 48 della Spagna ma davanti a Francia (28,3), Regno Unito (19,2) e Germania (10,9). Se allarghiamo lo sguardo a tutto il continente includendo anche i Paesi più piccoli per abitanti e per attività di trapianto, davanti all'Italia - oltre alla Spagna - ci sono solo Portogallo (33,5 donatori per milione di abitanti), Repubblica Ceca (32), Belgio (31,7) e Croazia (29,8).
I dati di rianimazioni e donatori
Il 2024, anno da primato, ha visto 3.165 donatori segnalati nelle rianimazioni (+2,3% sul 2023), 1.730 donatori effettivamente utilizzati (+3,6%), con un'età media di 62,6 anni. Tra i 221 ospedali nei quali sono state effettuate le donazioni, i più attivi sono stati quello di Padova (53), il Civile Maggiore di Verona (47) e il Bellaria di Bologna.
I numeri delle donazioni a cuore fermo e delle urgenze
Nel report viene dato ampio spazio all'attività di donazione a cuore fermo, cresciuta in un anno del 34,6%: nel 2024 i prelievi di questo tipo sono stati 284, il 16,4% del totale delle donazioni di organi. La donazione a cuore fermo in Italia segna l'incremento più importante tra i grandi Paesi europei (unica eccezione, la Spagna). In lista per un trapianto, a fine 2024, c'erano ancora 8.024 pazienti, con tempi medi d'attesa di 3 anni per un trapianto di rene, 1 anno e 7 mesi per il fegato, 3 anni e 4 mesi per il cuore e 2 anni e 5 mesi per il polmone. Tempi che si riducono drasticamente per i pazienti in urgenza nazionale: in questo caso, l'attesa media è di 2 giorni per il fegato, 5-6 giorni per rene e polmone e 10-11 giorni per il cuore.
Feltrin (Cnt): “Numeri testimoniano impegno della Rete nazionale”
"I numeri del report europeo e quelli pubblicati dal Centro nazionale trapianti testimoniano l'impegno costante della Rete nazionale e il valore di una collaborazione che coinvolge istituzioni, professionisti sanitari, volontari e cittadini", commenta il direttore generale del Cnt Giuseppe Feltrin. Per Feltrin, in conclusione "i numeri del 2024, ma anche i dati preliminari del 2025 confermano la forza di un sistema che cresce nella complessità e nella capacità di risposta”.
Aumentano anche i trapianti di midollo
“Nel 2024 il numero dei trapianti allogenici, quelli eseguiti con un donatore compatibile, ha continuato a crescere: abbiamo superato i 2.000 interventi, con la leucemia acuta mieloide come principale patologia trattata", ha dichiarato Massimo Martino, presidente del Gruppo Italiano per il Trapianto di Midollo Osseo (Gitmo). "Si osserva invece una flessione dei trapianti autologhi, quelli effettuati con le cellule del paziente, dovuta all'aumento delle terapie con Car T, basate su linfociti T geneticamente modificati, che rappresentano una delle più importanti innovazioni degli ultimi anni nel campo dell'ematologia, soprattutto per alcuni tipi di linfomi e leucemie", ha concluso.
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