Reflusso gastroesofageo, ne soffre un italiano su 10: cosa sapere e come prevenirlo

Salute e Benessere
©Getty

Introduzione

Quando si mangia più del solito e magari in modo più sostanzioso come può accadere, ad esempio, nel periodo delle feste, possono peggiorare i sintomi del reflusso gastroesofageo, una patologia che colpisce quasi un italiano su 10. Si tratta di una stima che arriva dagli esperti dell'Aigo, l'Associazione italiana gastroenterologi e endoscopisti digestivi, i quali affrontando l'argomento hanno sottolineato anche alcuni consigli per cercare di prevenirlo. 

Quello che devi sapere

Cos'è il reflusso gastroesofageo

Come argomenta l'Istituto superiore di Sanità (Iss), il reflusso gastroesofageo è "una condizione molto comune in cui il contenuto dello stomaco risale nell'esofago". Si manifesta, di solito, in età adulta e tra i trenta ed i cinquant'anni e interessa proprio l’esofago, ovvero il tubo che conduce il cibo dalla bocca allo stomaco. All'estremità inferiore di questo è presente una valvola il cui obiettivo è quello di impedire il passaggio del contenuto dello stomaco nell'esofago: entra in fuznione dopo la deglutizione per permettere il passaggio del cibo nello stomaco. Se però questa valvola non funziona in modo ottimale, si può verificare il "reflusso di acido cloridrico, di bile e di cibo dallo stomaco nell'esofago". Può capitare anche che il reflusso sia causato da un’ernia iatale, ovvero da una risalita dello stomaco nel torace attraverso il diaframma. 

Il senso di bruciore

Il reflusso gastroesofageo, dicono gli esperti, entro certi limiti è persino "fisiologico" considerando che la quantità di acido che risale nell'esofago, dopo i pasti, è limitata. Il sintomo principale associato ad esso è la sensazione di bruciore (o pirosi) di solito percepita nella parte alta dell’addome e dietro lo sterno. Ma sono possibili pure "rigurgiti acidi ed il ritorno di cibo in bocca". La maggior parte delle persone può soffrire di questi disturbi solo in particolari occasioni, come dopo pasti molto abbondanti, ma quando aumenta la frequenza a più di due volte alla settimana e tali disturbi influenzano lo stato di salute, si parla di “malattia da reflusso gastroesofageo” (MRGE). 

pubblicità

Altri sintomi

Oltre a quanto detto, al reflusso gastroesofageo possono essere associati anche altri sintomi come l'alito cattivo (alitosi), il gonfiore addominale e la flatulenza, difficoltà e dolore ad ingoiare (disfagia), mal di gola ripetuto (ricorrente), raucedine o alterazione del tono di voce, tosse persistente e respiro sibilante, infiammazione delle gengive ed erosione dello smalto dentario e dolore toracico. 

La diagnosi

Accertata dal medico di famiglia la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE), può essere richiesta la visita di un gastroenterologo e del cardiologo per escludere una malattia del cuore. Il gastroenterologo potrà indagare attraverso l’endoscopia, la radiografia con bario, la manometria, la pH-metria esofagea/ 24 ore e alcune analisi del sangue. Ad esempio, l'esofago-gastro-duodenoscopia è un esame che consiste nell'esplorazione dell’interno del corpo attraverso un endoscopio, un sottile tubo flessibile con una luce e una videocamera all'estremità. L'osservazione permette di valutare lo stato delle mucose dell’esofago e dello stomaco (erosioni, ulcere) ed eventuali complicazioni dovute al reflusso.

pubblicità

Cosa fare per migliorare

I medici suggeriscono per chi soffre di questo disturbo di cominciare da alcuni cambiamenti negli stili di vita e nell’alimentazione. Ad esempio, facendo pasti piccoli e frequenti, escludendo l'alcol specie nelle tre o quattro ore prima di dormire o evitando pasti abbondanti la sera. O ancora eliminando alimenti che possano peggiorare i disturbi (sintomi) del reflusso, quali caffè, cioccolato, pomodori, alcol, spezie, cibi ad alto contenuto di grassi e, a letto, rialzare la testata del letto di 10-15 cm inserendo uno spessore sotto le gambe del letto. Infine, se si fuma, è meglio smettere di farlo. Esistono anche alcuni farmaci disponibili per curare i disturbi della MRGE. Tra questi antiacidi, aginati, inibitori della pompa protonica (ad esempio, pantoprazolo) o ancora farmaci in grado di ridurre la secrezione acida da parte dello stomaco, alleviando i disturbi causati dal reflusso. 

I consigli per i pasti durante le feste

"A tavola, da Natale all'Epifania, l'importante è comportarsi come durante il resto dell'anno, senza eccedere negli stravizi", ha spiegato Francesco Bortoluzzi, segretario nazionale dell'Aigo. Dunque, per chi convive con il reflusso gastroesofageo e vuole affrontare le feste senza rinunce e senza disturbi, ecco alcune semplici regole da seguire.

  • Mangiare poco di tutto, ma poco alla volta
  • Evitare o ridurre i cibi notoriamente sconsigliati a chi soffre di reflusso come menta, cioccolato, brodo di carne, agrumi e pomodori
  • Inserire nei pasti pesce e verdure che sono più leggeri e facilmente digeribili
  • Scegliere i dolci ma con moderazione: una fetta al giorno di panettone o pandoro è sufficiente
  • Ok anche alla frutta secca come noci e mandorle, ma con moderazione
  • Usare la stessa moderazione anche per i brindisi
  • Cotechino o zampone? Una fettina può bastare, senza andare oltre
  • In caso di reflusso significativo, può essere utile assumere per qualche giorno una pasticca in più rispetto al solito.

pubblicità