Dopo trauma o infarto esperienze di pre-morte, 40mila casi in Italia

Salute e Benessere
©Ansa

A Roma il 18 ottobre si terrà il convegno “Le esperienze di pre-morte tra scienza, coscienza e spiritualità”, accreditato dal ministero della Salute. L’incontro approfondirà un fenomeno che si stima abbia coinvolto circa 40mila persone in Italia negli ultimi dieci anni. Saranno presentati dati scientifici, ricerche e testimonianze di chi è sopravvissuto dopo un arresto cardiaco o il coma

ascolta articolo

Per pochi istanti sospesi tra la vita e la morte: accade dopo un arresto cardiaco, il coma o un trauma grave. È il cosiddetto “spazio ignoto”, definito esperienza di pre-morte (Nde, Near death experience), tema al centro del convegno “Le esperienze di pre-morte tra scienza, coscienza e spiritualità”, in programma il 18 ottobre a Roma alla Casa Bonus Pastor. L’appuntamento, primo in Europa accreditato dal ministero della Salute e supportato dalla Simedet (Società di medicina diagnostica e terapeutica), mira ad approfondire un fenomeno ancora poco studiato, che negli ultimi dieci anni si stima abbia interessato circa 40mila persone in Italia, affrontandolo da una prospettiva sia scientifica sia umana.

Le testimonianze 

Nel corso dell’evento, in programma nella capitale, troveranno spazio le testimonianze di chi si è trovato vicino alla morte, perché clinicamente lo era, ma è poi sopravvissuto. Si parlerà di come l’Nde sia spesso accompagnata da una sensazione di distacco dal corpo, definita esperienza extracorporea (Obe), e di come la scienza spieghi questo fenomeno. "Sorprendentemente alcune di queste esperienze includono percezioni veridiche, ovvero osservazioni accurate di eventi fisici che non avrebbero potuto essere percepiti nello stato d'incoscienza e che vengono successivamente confermate da terze persone", ha spiegato all'Adnkronos Salute Francesco Sepioni, medico di emergenza dell'Asl 1 Umbria, che ha promosso come direttore scientifico il convegno “Le esperienze di pre-morte tra scienza, coscienza e spiritualità”, presentato oggi.  "Un arresto cardiaco su 5 ha esperienze di pre-morte”, ha osservato Sepioni. “Nel convegno abbiamo messo insieme scienziati che presenteranno dati aggiornati e ricerche, ma anche relatori che approfondiranno le implicazioni spirituali e filosofiche delle esperienze premorte. Spesso c'è ignoranza su questo fenomeno e vogliamo quindi portare dati scientifici, esperienze dirette e sollevare interrogativi significativi sia per la neuroscienze che per la psicologia. Vogliamo formare i medici sull'Nde perché i 'ritornati' dall'esperienza possano essere supportati dagli operatori. In Usa ci sono stati progetti e lo studio dei casi è molto avanti". Alla presentazione è intervenuto Davide De Alexandris, presidente di Nders (Associazione Near death experiences), che ha raccontato la sua esperienza. "Ho fatto un 'bel viaggio' quando avevo 5 anni, mi hanno ripreso per i capelli. Ma solo dopo 25 anni dall'evento ho iniziato a capire quello che era accaduto un esperienza di pre-morte - ha ricordato -. Con chi parli di questa esperienza? Vieni preso per matto. Il personale sanitario non è preparato ad affrontare questi casi. Quando io dico di aver visto un prato di un colore verde che non può esistere sulla terra, cosa mi può rispondere un medico? L'associazione nasce per aiutare, per ascoltare, ma anche per uno spazio di confronto tra medici, psicologi, teologi. L'esperienza di pre-morte pediatrica lascia, in 1 caso su 3, delle cicatrici importanti anche con depressione e ansia". Anche Marina Donati, sopravvissuta a un grave incidente stradale, ha raccontato la sua esperienza. Rimasta in coma farmacologico per 20 giorni, al risveglio ha descritto un’esperienza extracorporea con dettagli precisi su ciò che accadeva attorno al suo corpo incosciente.  "Io stavo già nell'altra dimensione e vedevo il mio corpo a terra e poi in rianimazione, ma mi sentivo viva nel mio corpo - ha raccontato Donati - Nella mia dimensione cercavo di farmi ascoltare e mi agitavo, nessuno mi sentiva. Potrebbe sembrare un film, ma non lo era. Io ho visto il famoso tunnel con in fondo la luce, c'è un odore non proprio gradevole, ma ho incontrato Gesù che mi ha chiesto cosa volessi fare e io ho risposto che volevo restare. Dopo mi sono svegliata ed era il giorno di Pasqua". La storia di Donati è stata oggetto di una pubblicazione sulla “Rivista di Psichiatria” a cura di Sepioni. 

 

La scala di Greyson

Per valutare queste esperienze esiste la scala di Greyson, che tramite domande a risposta graduata consente di stabilire se l'esperienza può essere classificata come Nde e la sua intensità. Ma come può essere applicato il metodo scientifico nell'analisi di queste esperienze? "Serve l'anamnesi dell'accaduto, abbiamo la scala di Greyson per validare i casi e poi l'evidenza dei fatti sul racconto dei 'sopravvissuti', perché se il cervello non è attivo la coscienza è presente. In altri Paesi ci sono studi che stanno analizzando le esperienze premorte, dovremmo farlo anche in Italia", ha concluso Sepioni.

Leggi anche

Pavia, sposo muore d'infarto prima del rinfresco a Bornasco

Salute e benessere: Più letti