Covid, cresce la variante Stratus: sintomi, diffusione ed efficacia dei vaccini
Salute e BenessereIntroduzione
In Europa e nel Sudest asiatico si fa largo Xfg, ribattezzata Stratus dagli esperti, la variante Covid che sta già soppiantando Nimbus. Ritenuto più abile a eludere gli anticorpi, il nuovo lignaggio è ora monitorato attentamente dall'Oms, che ha già prodotto una valutazione del rischio (al momento basso) legata alla sua diffusione. Tra i sintomi segnalati, ne spicca soprattutto uno, non "convenzionale": la raucedine
Quello che devi sapere
Da Nimbus a Stratus
Prende forma il quadro delle varianti Covid "protagoniste" dell'estate 2025. Dopo NB.1.8.1, ribattezzata Nimbus dagli esperti, nell'ultimo mese a livello globale sta crescendo rapidamente Xfg, designata in questi giorni dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) una variante di Sars-Cov-2 sotto monitoraggio (Vum). Gli studiosi che da tempo avevano messo Xfg fra le osservate speciali, hanno attribuito alla nuova variante un nickname, Stratus: come spiegano i promotori del nome (che non è ufficiale), si è voluto seguire "il tema meteorologico" dopo Nimbus.
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Una "variante Frankenstein"
Come accennato, Stratus è dal 25 giugno scorso una delle sette Vum dell'Oms. Nel documento sulla valutazione del rischio legato a tal variante, l'agenzia Onu ha tracciato un primo dentikit: si tratta di un ricombinante (una "variante Frankenstein") dei lignaggi LF.7 e LP.8.1.2. Il primo campione raccolto di Stratus risale al 27 gennaio di quest'anno: confrontandolo con JN.1 e con Nimbus, che attualmente è la variante dominante, "è possibile identificare profili di mutazioni distinti nella proteina Spike". Fra essi, ve ne sono alcuni specifici che, secondo i ricercatori, "migliorano l'elusione degli anticorpi". Tradotto, sulla carta, Stratus potrebbe essere in grado di eludere il sistema immunitario in modo più efficace rispetto alle altre varianti.
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Una diffusione significativa
La valutazione del rischio da parte dell'Oms riporta anche i dati sull'andamento di Stratus: al 22 giugno 2025, c'erano 1.648 sequenze Xfg inviate da 38 Paesi a Gisaid - l'iniziativa globale sulla condivisione di tutti i dati sull'influenza - che rappresentano il 22,7% delle sequenze disponibili a livello globale nella settimana epidemiologica numero 22 del 2025, quella che va dal 26 maggio all'1 giugno 2025. Nello stesso periodo temporale, Nimbus è in calo al 24,9%. Per Stratus, invece, si tratta di un aumento significativo rispetto alla quota di quattro settimane prima, cioè dal 5 all'11 maggio 2025, che toccava appena il 7,4%.
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Boom nella regione asiatica
L'ascesa di Stratus ha interessato tutte e tre le regioni Oms che condividono in maniera costante sequenze di Sars-CoV-2. Nella regione europea, la sua presenza è cresciuta dal 10,6% al 16,7%. Nel Sudest asiatico, dove Nimbus aveva già rapidamente guadagnato terreno a inizio primavera, Stratus è aumentata dal 17,3% al 68,7%. Anche il bollettino nazionale dell'Istituto superiore di sanità (Iss) del 18 giugno sottolinea che tra "i diversi lignaggi identificati nel mese di maggio 2025, Xfg è risultato prevalente. Tale lignaggio, noto come Stratus, risulta attenzionato per il vantaggio di crescita in diversi Paesi".
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La raucedine
È nell'India, però, che Stratus si è imposta presto come variante dominante della primavera: qui Nimbus, infatti, è rimasta molto rara. I medici indiani, secondo quanto riportano i media locali, hanno evidenziato un sintomo che sembra caratterizzare maggiormente queste nuove varianti, tra cui appunto Stratus: la raucedine. Secondo quanto riporta Times of India, infatti, una delle caratteristiche più sorprendenti dell'attuale ondata Covid nel Paese asiatico è la frequente segnalazione di voce roca tra i pazienti. A differenza delle ondate del passato in cui la perdita di gusto e olfatto erano i segni distintivi dell'infezione, ora i malati lamentano tosse secca, irritazione e mal di gola, insieme appunto alla raucedine. Un aspetto confermato anche, segnala la testata indiana, dai medici di vari ospedali sulla base di quanto osservato nei reparti di degenza del Paese.
Gli altri sintomi
Un'osservazione simile arriva dal Regno Unito, dove sta circolando in particolare Nimbus: si riporta che un sintomo chiave che potrebbe indicare il contagio da Covid è un forte mal di gola, come la sensazione di una lama di rasoio e un dolore molto acuto quando si deglutisce, spesso localizzato nella parte posteriore della gola. A spiegarlo è Manchester Evening News, che cita un medico di base del London General Practice, Naveed Asif. Altri sintomi comuni, viene riportato, sono stanchezza, tosse lieve, febbre, dolori muscolari e congestione, stante l'elevata variabilità delle manifestazioni Covid.
Rischio "basso a livello globale"
Se è vero che "diversi Paesi nella regione del Sudest asiatico hanno segnalato un aumento simultaneo di nuovi casi e ricoveri", spiega l'Oms, "nelle aree dove Xfg è stata ampiamente rilevata" non risulta - dai dati disponibili fino a oggi - che porti malattie più gravi o decessi rispetto ad altre varianti in circolazione. L'agenzia Onu, che ha prodotto con il Technical Advisory Group sull'evoluzione del virus (Tag-Ve) una prima valutazione del rischio collegato a Stratus, parla infatti di un rischio "basso a livello globale". L'Organizzazione, in sostanza, prevede che "i vaccini Covid attualmente approvati rimangano efficaci contro questa variante", proteggendo quindi dall'insorgenza della "malattia sintomatica e grave".
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Le richieste dell'Oms
Pur non rilevando segnalazioni di malattie più severe con le nuove varianti, tra cui Stratus, l'Oms e il suo gruppo consultivo continuano a chiedere di monitorare il quadro Covid. Per quanto riguarda l'ultima new entry Xfg, l'agenzia Onu insiste a "raccomandare agli Stati membri di dare priorità ad azioni specifiche per affrontare al meglio le incertezze relative a fuga di anticorpi e gravità". Si chiede, insomma, di tenere un buon livello di attenzione e condurre test di neutralizzazione utilizzando per esempio sieri umani, rappresentativi delle varie comunità, e di eseguire valutazioni comparative con le altre varianti in circolazione per rilevare eventuali cambiamenti negli indicatori di gravità.
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La nuova valutazione del rischio
La valutazione del rischio, spiega l'Oms, verrà rivista regolarmente quando saranno disponibili ulteriori evidenze e dati da altri Paesi. L'Organizzazione ricorda inoltre che le Raccomandazioni permanenti per il Covid-19 emesse dal direttore generale dell'agenzia, l'etiope Tedros Adhanom Ghebreyesus, sono state prorogate di un ulteriore anno con lo stesso contenuto fino al 30 aprile 2026.
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