Sanità, pagelle del Ministero sui livelli di cura. Fontana: "Classifiche inaccettabili"
Salute e BenessereIntroduzione
L’ultimo rapporto pubblicato dal Ministero della Salute sui livelli essenziali di assistenza (Lea) nella Sanità pubblica rivela un quadro in chiaroscuro tra le regioni che nel complesso avanzano sul fronte delle cure ospedaliere ma arretrano su prevenzione e gestione nei distretti.
La Lombardia arretra di 4,6 punti, al sesto posto. Ed è scontro tra la Regione e il ministero. Il presidente della regione, Fontana: "Sono cose inaccettabili. I parametri indicati non hanno niente a che vedere con il funzionamento della Sanità, sono cose cervellotiche che hanno l'obiettivo di penalizzarci. Sono dati che si fondano su questioni che non c'entrano niente, codici interpretabili in differenti modi, tra diverse aziende sanitarie e Regioni. Non può essere questo il metodo di giudizio del funzionamento della Sanità"
Quello che devi sapere
L’analisi del Ministero
- A dare il polso della situazione è il Nuovo sistema di garanzia (Nsg) che monitora la qualità delle prestazioni erogate dal Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) a tutti i pazienti in modo gratuito e omogeneo. Stando ai dati del 2023, 13 regioni italiane su 21 (considerando Trento e Bolzano come separate) hanno ottenuto la sufficienza basata sulla valutazione di 24 indicatori, raggruppati in un punteggio per macroaree: ospedalizzazione, prevenzione e territorio
Per approfondire: Niguarda e altri 12 ospedali italiani nella classifica Newsweek dei 250 migliori al mondo

Il quadro complessivo
- Dal quadro delineato dal ministero della Salute emergono passi in avanti sulla capacità del Sistema Sanitario Nazionale di intervenire in modo tempestivo sui ricoveri, dalle urgenze ai tumori. Su altri aspetti invece come le vaccinazioni, gli screening oncologici e la capillarità dell’assistenza verso località remote o pazienti non autosufficienti, la strada è ancora lunga
Le prime posizioni
- Rispetto alla precedente valutazione, le “pagelle” del Ministero riconsegnano una situazione mutata con il Veneto che conquista il primo posto tra le regioni sulle cure sanitarie, seguito da Toscana e dalla provincia autonoma di Trento. L’Emilia-Romagna scivola dal primo al quarto posto con un arretramento di 2,4 punti soprattutto sul fronte dell’assistenza
Le regioni promosse
- Tra le regioni storicamente fiore all’occhiello della sanità, la Lombardia arretra di 4,6 punti al sesto posto. Non va meglio per il Lazio che registra risultati negativi nell’assistenza territoriale ma guadagna terreno sugli indicatori ospedalieri. A superare il punteggio minimo di 60 punti su 100 in ciascuna delle macroaree sono anche Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche, Campania, Puglia e Sardegna
Le regioni bocciate
- Nella fotografia sui Lea scattata dal ministero della Salute, 8 regioni incassano l’insufficienza in almeno una o due macroaree. La Valle d’Aosta risulta sotto-soglia sia sul fronte delle cure ospedaliere sia sulle prestazioni a livello di distretti territoriali. Abruzzo, Calabria e Sicilia mancano gli obiettivi su prevenzione e assistenza territoriale mentre Bolzano, Liguria e Molise sulla prevenzione. La Basilicata è bocciata invece sui distretti
Mobilità sanitaria
- Dal report emerge un divario tra le regioni con alcuni territori in grado di fornire assistenza di qualità non solo ai propri residenti ma anche a quei pazienti che per curarsi sono disposti a muoversi e a sostenere spese extra. Secondo il Ministero, la mobilità sanitaria muove un giro d’affari sempre più consistente, pari a 5 miliardi
Cure territoriali in affanno
- Come evidenza il monitoraggio, la fragilità del Sistema Sanitario Nazionale si concentra oggi soprattutto sull’assistenza territoriale, un aspetto emerso con la pandemia che aveva portato a investire oltre 7 miliardi di fondi Pnrr. I risultati sul 2023 deludono le aspettative generate dal decreto 77-2022 che aveva messo a terra risorse per l’implementazione di aspetti innovativi: case e ospedali di comunità, centrali operative territoriali, telemedicina e assistenza domiciliare integrata. Si allontana dunque il raggiungimento del traguardo sulla riorganizzazione della sanità entro la scadenza del Pnrr, nel giugno 2026
Riforme a rischio
- Sul rafforzamento dell’assistenza primaria stentano a decollare poi altre riforme che incrociano l’opposizione dei sindacati di categoria. Tra queste spicca la revisione dello status giuridico della medicina generale con il passaggio dal convenzionamento alla dipendenza, una modifica normativa che dovrebbe consentire ai medici di base di operare nelle Case di comunità
Fontana: "Classifiche inaccettabili"
- La valutazione del Ministero ha attirato le critiche del presidente della Lombardia Attilio Fontana che definisce “inaccettabili” le classifiche sui Lea nelle regioni. “I parametri indicati non hanno niente a che vedere con il funzionamento della sanità, sono cose cervellotiche che hanno l'obiettivo di penalizzarci, sono dati che si fondano su codici interpretabili in differenti modi, tra diverse aziende sanitarie e Regioni”, attacca il presidente lombardo che poi ricorda la classifica della rivista Newsweek che ha eletto il Niguarda di Milano come “migliore ospedale italiano”
La replica del ministero
- "L'obiettivo del monitoraggio non è penalizzare le Regioni, ma assicurare ai cittadini l'erogazione delle prestazioni a cui hanno diritto. La reazione del governatore Fontana appare pertanto mal indirizzata e il linguaggio utilizzato comunque inopportuno", ha replicato il ministero della Salute, in una nota, alle critiche del presidente della Regione Lombardia. "Il ministero della Salute non formula classifiche, limitandosi a pubblicare periodicamente, in ottemperanza alla normativa vigente, i dati relativi alla corretta erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza". "Mi seguite da sette anni e non ho mai usato parole inopportune: forse perché" questa volta "la misura era stata superata", ha controreplicato Fontana
Altre reazioni
- Di segno opposto sono i commenti dalle regioni che hanno scalato la classifica ministeriale. "È il risultato di un grande lavoro di squadra, che ci rende particolarmente orgogliosi, perché attesta l'efficienza, la professionalità, le capacità organizzative di un sistema sanitario di qualità e in crescita", sottolinea l'assessora alla Sanità del Veneto Manuela Lanzarin. Sui risultati del monitoraggio plaudono i presidenti della Regione Puglia Michele Emiliano e della Toscana Eugenio Giani
Schillaci: "Covid-19 ha evidenziato carenze territoriali"
- Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha sottolineato in una recente intervista a Sky TG24 come la pandemia abbia messo in evidenza sia i punti di forza che le criticità del sistema sanitario. "Le luci sono gli operatori, i medici, gli infermieri che durante la pandemia hanno dimostrato il loro valore, la loro professionalità e dedizione. Non ci siamo dimenticati di loro, a dimostrarlo la giornata di ieri, molto importante, in cui abbiamo incontrato tutte le federazioni e gli ordini. Le ombre riguardano la scarsa organizzazione e la mancanza di una medicina territoriale forte”. Per risolvere queste criticità, il governo ha avviato interventi mirati, utilizzando i fondi del Pnrr. "Su questo stiamo intervenendo con i fondi del Pnrr", ha aggiunto il ministro
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