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Nuovo Piano pandemico, dai vaccini allo stop ai Dpcm. Ecco cosa prevede

Salute e Benessere
©IPA/Fotogramma
I titoli di Sky Tg24 del 20 febbraio: edizione delle 19
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I titoli di Sky Tg24 del 20 febbraio: edizione delle 19
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Introduzione

Il governo di Giorgia Meloni ha previsto un documento aggiornato per una eventuale futura emergenza sanitaria: il nuovo Piano nazionale pandemico è pronto ed è stato inviato il 19 febbraio alla Conferenza Stato-Regioni per essere esaminato. “Saranno tutelate le libertà e soprattutto i cittadini”, spiega il ministro della Salute Orazio Schillaci, richiamando subito alla memoria le forti polemiche di chi ha criticato la gestione del coronavirus dei premier che hanno dovuto affrontare gli anni più difficili della pandemia, Giuseppe Conte e Mario Draghi. Dai vaccini alle misure come test e isolamento, fino ai poteri del governo in caso di emergenza, ecco cosa prevede il Piano.

Quello che devi sapere

Nuovo Piano nazionale pandemico, i vaccini

  • Il documento, visionato dall’ANSA e anticipato dal Corriere della Sera, presenta diverse modifiche rispetto alle bozze circolate nei mesi scorsi. Partendo dai vaccini: ne riconosce l’importanza per il contrasto alle pandemie ma allo stesso tempo la limita mettendo in chiaro che “non possono essere considerati gli unici strumenti per il contrasto agli agenti patogeni ma vanno utilizzati insieme ai presidi terapeutici disponibili".

Per approfondire: Pandemia, virologa Ilaria Capua avverte: ricerca e vaccini per prevenirle in futuro

Test, isolamento, tracciamento e quarantena

  • Ecco quindi che per "interrompere le catene di trasmissione di un agente patogeno respiratorio che si sta diffondendo nella comunità” – operazione che “può essere” complicata - “in caso di reale e grave rischio per la salute pubblica sarà necessario disporre di misure combinate che includano test, isolamento dei casi, tracciamento dei contatti e la messa in quarantena degli individui esposti”, si legge nel Piano

Misure aggiornate periodicamente

  • Tutte le misure che verranno adottate dovranno comunque “essere periodicamente aggiustate in base alle circostanze locali e alle caratteristiche epidemiologiche e cliniche dell'infezione e ad altri fattori come l'immunità della popolazione, la capacità dei servizi sanitari e la disponibilità di contromisure mediche efficaci come i vaccini e le terapie"

No all’utilizzo dei Dpcm

  • Durante la pandemia da Covid-19, i partiti che adesso sono a Palazzo Chigi avevano spesso sottolineato un uso improprio dei Dpcm (decreti del presidente del Consiglio dei ministri), atti amministrativi e non legislativi, per imporre le regole da seguire per fermare il contagio. Non succederà più: viene escluso “l'utilizzo di atti amministrativi per l'adozione di ogni misura che possa essere coercitiva della libertà personale o compressiva dei diritti civili e sociali”. Si procederà dunque “solo con leggi o atti aventi forza di legge e nel rispetto dei principi costituzionali” nel caso in cui si debbano imporre “misure temporanee, straordinarie ed eccezionali. Per atti aventi forza di legge si intendono decreti legislativi e decreti legge

Il Commissario straordinario all’emergenza

  • Come successo durante il coronavirus, “in caso di necessità” il Piano prevede la nomina di un Commissario straordinario all'emergenza, “un ufficiale nominato dal governo che agisce in deroga alle disposizioni ordinarie e per un tempo determinato, allo scopo di far fronte a eventi straordinari attraverso poteri esecutivi speciali"

Le informazioni alla popolazione

  • Il testo parla poi del “conflitto che potrebbe eventualmente insorgere tra la sfera privata e quella collettiva” in caso di pandemia, circostanza che "rende necessario operare in ottemperanza al principio di trasparenza”. Per questo, si mette nero su bianco, che “le informazioni saranno divulgate dalle istituzioni preposte, tanto al personale medico-sanitario quanto ai non addetti ai lavori, in maniera tempestiva e puntuale, attraverso piani comunicativi pubblici e redatti in un linguaggio semplice e chiaro”. Ogni cittadino dovrà infatti essere informato “sulla base di evidenze scientifiche in merito alle misure adottate, in modo da poter comprendere il significato e il valore delle azioni che ciascuno può compiere per la promozione della propria salute e di quella collettiva”

Il consenso informato

  • Ulteriore precisazione: “È necessario informare debitamente la popolazione in modo che sia pienamente consapevole delle misure di sanità pubblica e degli atti medici individuali per cui è previsto per legge un consenso informato"

I tre scenari di rischio in caso di pandemia

  • Sono tre gli scenari di rischio considerati in caso di pandemia: due sono dovuti a virus influenzali e sono considerati più probabili, mentre l’ultimo - il peggior scenario possibile – viene considerato poco probabile, pur non potendo essere escluso, ed è legato ad agenti patogeni gravi

Lo scenario meno grave: ricoveri e terapia intensiva

  • Nel caso di una pandemia da virus influenzale caratterizzato da patogenicità "lieve", i ricoveri potrebbero oscillare da 18.882 a 47.809, mentre gli accessi in terapia intensiva da 2.259 a 5.737. Per quanto riguarda il carico per il servizio sanitario, al picco della curva dei contagi, potrebbero essere necessari tra 1.950 e 22.953 posti letto per i ricoveri ordinari e tra 234 e 2.754 posti in terapia intensiva

Lo scenario intermedio

  • Lo scenario intermedio, collegato a un virus influenzale caratterizzato da patogenicità "moderata", ipotizza dai 103.522 ai 262.948 ricoveri e dai 12.423 ai 31.554 accessi in terapia intensiva. Al picco, si prevede un fabbisogno tra 10.728 e 126.242 posti letto per ricoveri ordinari e tra 1.287 e 15.149 in terapia intensiva

Lo scenario peggiore, fino a 3 milioni di ricoveri

  • Nello scenario peggiore, che il Piano associa a un coronavirus caratterizzato da patogenicità "grave", i ricoveri complessivi potrebbero oscillare da 570.715 a 3.047.150 e gli accessi in terapia intensiva da 68.697 a 366.787. Al picco potrebbero essere necessari tra 20.986 e 2 milioni di posti letto per ricoveri ordinari e tra 2.779 e 269mila in terapia intensiva. Il picco di posti letto in terapia intensiva, durante la pandemia da Covid 19 è stato registrato il 3 aprile 2020, quando 4.068 persone erano ricoverate in terapia intensiva

“Dati indicativi”

  • Le simulazioni, precisa il Piano, tengono conto soltanto delle caratteristiche di un eventuale patogeno e non di altri fattori che possono condizionarne la diffusione. "Pertanto, i dati sono solo indicativi e vanno interpretati con estrema cautela".

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