Nella settimana dal 9 al 15 dicembre si sono registrati 561mila nuovi casi di influenza stagionale in Italia. Gli over 60 sono la fascia più a rischio di complicanze, e i geriatri raccomandano l’uso di vaccini potenziati per garantire loro una maggiore protezione. Con il picco influenzale atteso dopo le festività, gli esperti ribadiscono l’importanza di vaccinarsi per limitare contagi e conseguenze
Continua la lenta avanzata dell'influenza in Italia. Nella settimana dal 9 al 15 dicembre, secondo il bollettino della sorveglianza RespiVirNet, i virus stagionali hanno costretto a letto circa 561mila italiani. Questo incremento porta il totale dei casi dall'inizio del monitoraggio a circa 3 milioni e 955mila, con i bambini sotto i 5 anni che risultano i più colpiti: l'incidenza in questa fascia è salita a 22,6 casi ogni mille assistiti, rispetto ai 20,3 registrati nella settimana precedente. In vista del picco influenzale, previsto dopo le festività natalizie, cresce anche l’attenzione degli esperti verso le fasce più vulnerabili, in particolare le persone dai 60 anni in su.
Casi in leggero aumento
“L’incidenza delle sindromi simil-influenzali è in lieve aumento ma si attesta ad un livello decisamente inferiore a quello registrato nella scorsa stagione”, ha sottolineato l’Iss nell’ultimo report settimanale. L’incidenza complessiva si attesta a 9,52 casi ogni mille assistiti, un valore significativamente più basso rispetto ai 15,8 casi rilevati nello stesso periodo della stagione precedente. Analizzando le fasce d’età, l’incidenza più alta si registra tra i bambini da 0 a 4 anni, con 22,59 casi ogni mille assistiti. Seguono i ragazzi tra i 5 e i 14 anni, con 9,89 casi, gli adulti tra i 15 e i 64 anni, con 9,87 casi, e gli over 65, con un’incidenza di 5,27 casi per mille assistiti. Dal punto di vista geografico, l’incidenza supera la soglia basale in quasi tutte le Regioni e Province Autonome italiane, con l’eccezione di Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia Autonoma di Trento e Molise. Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Abruzzo e Campania registrano invece valori superiori ai 10 casi per mille assistiti. Basilicata e la Calabria non hanno attivato la sorveglianza RespiVirNet.
Leggi anche
Influenza, che virus circolano? Il punto con Fabrizio Pregliasco
Il declino immunitario e i rischi dopo i 60 anni
A causa del naturale indebolimento del sistema immunitario, gli over60 risultano più esposti al rischio di complicanze influenzali. Per questo, i geriatri hanno proposto di anticipare a 60 anni l'uso dei vaccini antinfluenzali potenziati, arricchiti con adiuvanti o dosaggi maggiori, già raccomandati per gli over 65 e i soggetti fragili. L'appello è stato lanciato durante il congresso nazionale della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), svoltosi a Firenze, da cui arriva anche una forte raccomandazione a vaccinarsi in vista del picco influenzale previsto dopo le festività natalizie. "Si è più a rischio già dai 60 anni, con probabilità di complicanze influenzali nel 62% degli individui di questa età”, hanno avvertito i geriatri intervenuti al congresso. “Questa fascia di popolazione è particolarmente esposta ai danni dell'influenza, con una maggiore vulnerabilità, in conseguenza del declino immunitario e ad un aumentato stato di infiammazione cronica, correlati all'età e resi evidenti dalla pandemia che ha messo in luce come le malattie infettive colpiscano pesantemente anche prima dei 60 anni". Per la stagione 2024/2025, le raccomandazioni antinfluenzali del ministero della Salute prevedono la vaccinazione gratuita per tutti gli individui a partire dai 60 anni, ma non specificano l’utilizzo dei vaccini potenziati per questa soglia, già ad alto rischio. Da qui il richiamo dei geriatri a una maggiore spinta alla vaccinazione per anziani e fragili, ma anche la proposta di anticipare l'età per l'utilizzo dei vaccini potenziati.
Migliore risposta immunitaria con i vaccini potenziati
I vaccini potenziati garantiscono una risposta immunitaria più efficace negli anziani. "Secondo le evidenze scientifiche gli anziani che ricevono i vaccini potenziati, cioè contenenti un adiuvante o a dosaggio maggiore, hanno una migliore risposta immunitaria”, ha sottolineato Francesco Landi, direttore del Dipartimento Scienze dell'Invecchiamento Policlinico Universitario Gemelli Irccs di Roma. “È chiaro che vada vaccinata in primis la popolazione over 65 e i pazienti fragili giovani, che contano tassi di incidenza maggiori di influenza stagionale, ma questa malattia è di fatto sostenuta in tutto il resto della popolazione e in particolare a partire dai sessantenni che rappresentano una percentuale significativa del numero totale dei casi. Pertanto questa fascia di età dovrebbe essere considerata una categoria di rischio riconosciuta e l'immunizzazione con vaccini potenziati costituirebbe una ingente forma di risparmio in termini di accessi al pronto soccorso, ricoveri e assenteismo dal lavoro".
C'è ancora tempo per vaccinarsi
Come ribadito dai geriatri, con il picco influenzale previsto dopo Natale, “si è ancora in tempo per vaccinarsi, rallentare i contagi e ridurre complicanze e conseguenze socio-sanitarie". Oltre al vaccino antinfluenzale, gli esperti ricordano l'importanza della vaccinazione anti-Covid, contro lo pneumococco, l'herpes-zoster e il virus respiratorio sinciziale “per cui quest'anno è già iniziata la campagna vaccinale per i bambini, ma su cui, purtroppo siamo ancora in ritardo per gli anziani”, ha concluso Graziano Onder, ordinario di Geriatria all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
ISCRIVITI AL CANALE WHATSAPP DI SKY TG24