Sanità, i pazienti del Sud che vanno a curarsi al Nord costano 3 miliardi

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Garantire la libertà di scelta delle persone e cioè quella di curarsi dove vogliono generando però dei disincentivi se queste persone si muovono quando non ce n'è bisogno perché ospedali buoni sono ovunque. Questo è lo spirito dell'iniziativa del ministero della salute che interviene con una manovra ora in Parlamento che obbliga le Regioni a sottoscrivere accordi bilaterali 

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La fuga dei pazienti in cerca di cure soprattutto verso gli ospedali del Nord sfiora ormai i 3 miliardi e supera addirittura i livelli di prima del Covid. Le strutture sanitarie più ambite dai pazienti in arrivo soprattutto da Campania, Calabria, Sicilia e Puglia restano come già accaduto nel passato quelle di Emilia Romagna, Lombardia, Veneto e Toscana. 

I cosiddetti "viaggi della speranza"

Il cosiddetto “viaggio della speranza” ovvero la ricerca di cure salvavita in ospedali di eccellenza di un'altra Regione è legato- come riporta il Sole 24 ore- alle differenze nell'offerta tra le Regioni. Ecco perché il ministero della Salute ha deciso di provare ad arginare questo fenomeno con una misura ad hoc. "Quello che si è visto negli ultimi anni è che la mobilità ad alta complessità si è ridotta mentre è aumentata quella dei pazienti per prestazioni a bassa complessità", avverte il direttore generale della Programmazione del ministero della Salute Americo Cicchetti. Da qui l'idea di intervenire con una norma nella manovra ora in Parlamento che obbliga le Regioni a sottoscrivere accordi bilaterali - recita l'articolo 55- , per il governo della mobilità sanitaria interregionale e delle correlate risorse finanziarie, con tutte le altre regioni con le quali la mobilità sanitaria attiva o passiva assuma dimensioni che determinano fenomeni distorsivi”. 

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Emilia Romagna e Lombardia

Nel mirino ci sono innanzitutto le regioni dell’ Emilia Romagna e Lombardia che rispettivamente hanno un saldo positivo di mobilità (cioè tra pazienti in entrata e quelli in uscita) che è rispettivamente di 388 milioni e 379 milioni di introiti solo per il 2023 mentre tra quelle che scontano la mobilità in uscita ci sono almeno quattro Regioni del Sud e cioè Campania (-210 milioni di costi da rimborsare), la Calabria (-190 milioni), la Sicilia (-138 milioni) e la Puglia (-127 milioni)". 

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Il Ministero della Salute

 La misura in manovra prevede che il ministero metta a punto un format di accordo entro febbraio del 2025 e che le regioni siglino accordi bilaterali entro aprile che dovranno servire a regolare sia la cosiddetta “mobilità apparente” (quella cioè tra Regioni confinanti) che quella per prestazioni a bassa complessità in particolare per quelle Regioni che “registrano una mobilità passiva pari almeno al 20 per cento del fabbisogno sanitario standard annualmente assegnato”.  

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Cicchetti : bisogna disincentivare le cure a bassa complessità

"Lo spirito della norma è garantire la libertà di scelta delle persone e cioè quella di curarsi dove vogliono generando però dei disincentivi se queste persone si muovono quando non ce n'è bisogno perché ospedali buoni sono ovunque", aggiunge ancora il Dg della programmazione del ministero. Ma quali saranno questi disincentivi? "L'idea è che gli accordi fissino dei paletti per disincentivare anche finanziariamente le cure a bassa complessità, magari rimborsando al 50% il Drg. Faccio un esempio: la Lombardia si impegna con la Calabria a fare delle verifiche sull'appropriatezza delle prestazioni rese ai cittadini calabresi e nel caso quei ricoveri non lo siano allora la Calabria non rimborserà o rimborserà di meno quelle prestazioni, se l'accordo lo prevede", conclude Cicchetti. 

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