Infertilità, la dieta mediterranea bio aumenta i livelli di testosterone. Lo studio
Salute e BenessereA indicarlo è una ricerca italiana che ha dimostrato per la prima volta l'effetto di una dieta sana nel migliorare i livelli di testosterone e combattere l'infertilità, un problema in crescita che, ad oggi, colpisce tra il 15 e il 20% delle coppie a livello globale
La dieta, come dimostrato da diversi studi di settore, può giocare un ruolo cruciale nel migliorare la funzionalità e la salute riproduttiva. Nuove conferme in merito arrivano da un nuovo studio italiano che ha dimostrato per la prima volta l'effetto di una dieta sana come quella mediterranea bio nel migliorare i livelli di testosterone e combattere l'infertilità, un problema in crescita che, ad oggi, colpisce tra il 15 e il 20% delle coppie a livello globale. La ricerca, presentata al recente congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia (Sia) e pubblicata lo scorso novembre sulle pagine della rivista specializzata Current Research in Food Science, è stata condotta dall'Istituto di Farmacologia Traslazionale del Cnr.
Gli effetti di una dieta scorretta
Le cause dell'infertilità maschile possono essere diverse. Stile di vita, i fattori ambientali, lo stress e le condizioni socio-economiche sono fattori significativi. “Una dieta scorretta può, infatti, accentuare gli effetti deleteri e pro-ossidanti dello stress e dell'inquinamento e causare la frammentazione del Dna negli spermatozoi, uno dei fattori alla base dell'infertilità maschile”, ha spiegato Alessandro Palmieri, Presidente Sia e Professore di Urologia all'Università Federico II di Napoli. "La dieta mediterranea è universalmente riconosciuta come benefica per il mantenimento della salute generale e per ridurre l'incidenza delle principali malattie croniche”, ha aggiunto Fabrizio Palumbo, Dirigente Medico presso l'UOC Urologia Ospedale Di Venere di Bari.
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Lo studio nel dettaglio
Nel corso dello studio, il team di ricerca ha monitorato la capacità produttiva di 50 uomini di età compresa tra i 35 e i 45 anni, normopeso, non fumatori, senza malattie croniche o varicocele, e che non facevano consumo abituale di alcolici. Al campione è stato chiesto di seguire uno specifico piano alimentare. Questa dieta includeva il consumo dell'80% di alimenti biologici, l'introduzione di cereali integrali e opzioni a basso carico glicemico, l'eliminazione dei carboidrati raffinati e il consumo quotidiano di verdure a foglia verde e frutti rossi. Ma anche la riduzione dei latticini, il consumo privilegiato di carne allevata con erba e frutti di mare selvatici e la sostituzione dei grassi saturi con grassi sani come olio d'oliva, avocado e noci. "È stato osservato che i soggetti, a 3 mesi dall'inizio della dieta, hanno registrato un aumento del 116% dei livelli di testosterone”, ha spiegato Veronica Corsetti, biologa nutrizionista, ricercatore del Cnr, Presidente dell'Associazione "Fertilelife" e prima autrice dello studio. “Contemporaneamente, con una riduzione dei carboidrati e un aumento di antiossidanti attraverso il consumo giornaliero di frutti rossi e un minimo di 3 porzioni di verdure fresche al giorno”, è stata osservata una “riduzione nella percentuale di spermatozoi con Dna frammentato che è scesa al 23,2% rispetto al 44,2% iniziale", ha concluso Corsetti.
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