Bronchiolite, pubblicate le nuove linee guida: no a cortisone e antibiotici ai bimbi

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Le indicazioni puntano all'uniformità e alla standardizzazione dei trattamenti e alla corretta informazione ai genitori

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Pubblicate le nuove linee guida per il contrasto della bronchiolite, infiammazione dei bronchioli che colpisce soprattutto i bambini molto piccoli, sotto l'anno di vita, e che negli ultimi mesi ha messo in difficoltà i reparti di pediatri italiani. Le indicazioni, elaborate per contrastare il virus respiratorio sinciziale (Vrs), sono state pubblicate sull'Italian Journal of Pediatrics e realizzate con l'egida della Società Italiana di Pediatria (Sip), della Società di Neonatologia (Sin) della Società per le Malattie Respiratorie Infantili (Simri) e di altre 13 società scientifiche pediatriche. Le nuove linee guida sono un aggiornamento di quelle del 2014, alla luce delle ultime evidenze scientifiche.

Le linee guida

Le nuove linee guida puntano all'uniformità e alla standardizzazione dei trattamenti e alla corretta informazione ai genitori. Eugenio Baraldi, direttore del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell'Azienda-Ospedale Università di Padova, spiega che "si utilizzano spesso farmaci per i quali non vi sono evidenze e che questi farmaci possono anche causare effetti collaterali". Per Baraldi si tratta di "farmaci come il cortisone, gli antibiotici, i broncodilatatori che non dovrebbero essere usati, mentre questo ancora accade spesso. Le Linee guida enfatizzano l'importanza di dare informazioni ai genitori dei bambini piccoli per prevenire l'infezione, perché nella bronchiolite uno degli aspetti fondamentali è quello della prevenzione, dal momento che, oltre all'ossigeno, non vi sono né antivirali né vaccini disponibili".

Il reparto di pediatria dell'ospedale di Bergamo Papa Giovanni XXIII dove, dopo tre giorni in terapia intensiva, è deceduto il bambino di sei anni
che si era accasciato al suolo uscendo da scuola lunedì a Roncadelle, in provincia di Brescia, 19 settembre 2019. ANSA/Tiziano Manzoni

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Le terapie

"Dal punto di vista della prevenzione farmacologica - riferisce la Società Italiana di Pediatria - c'è un anticorpo monoclonale per il Vrs già a disposizione, il Palivizumab, che si usa da tanti anni per proteggere i lattanti nati prematuri". Una novità che si sta affacciando sul mercato è "un nuovo anticorpo monoclonale che potrebbe essere dato a tutti i lattanti per una profilassi universale. Tale strategia potrebbe contenere le epidemie stagionali da Vrs e il numero di ricoveri". Ci sono poi diversi vaccini in fase di studio, "ma sono più distanti nell’arrivare alla clinica, all’applicazione".

I consigli ai genitori

Fondamentale il ruolo dei genitori, a cui viene consigliato di indossare la mascherina, non baciare i bambini se si è raffreddati, lavare le mani prima di toccare il piccolo, tenerlo lontano da chiunque abbia il raffreddore e non fumare in casa. Nel caso di prematuri, malattie cardiache o polmonari, chiedere al pediatra se ci sono le indicazioni all'utilizzo degli anticorpi monoclonali per la prevenzione delle infezioni da Vrs. Tutte queste misure aiutano a prevenire anche le infezioni respiratorie causate da altri virus e batteri.

Una veduta interna del pronto soccorso pediatrico dell'ospedale civile di Brescia, 6 aprile 2018. ANSA/ FILIPPO VENEZIA

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