
Covid, il Ministero lavora a un allentamento dei divieti negli ospedali: cosa sappiamo
Il ministro Schillaci prepara un allentamento delle regole nelle strutture sanitarie: grazie alla regressione della pandemia non sono più necessari alcuni impedimenti, come ad esempio le visite dei parenti ai malati. Molte regioni, come Lombardia, Emilia-Romagna e Toscana, hanno già cominciato ad allargare le maglie, ma è probabile che molti reparti e molti istituti, anche nello stesso territorio, continuino ad applicare codici di condotta differenti

Le regole degli ospedali, a quasi tre anni dall’inizio dell’emergenza pandemica, sono ancora oggi molto stringenti. "Il Messaggero" ha raccontato la storia di Bruna Bartolini, da giorni sotto le finestre dell’ospedale di Civitavecchia perché non può visitare il padre ottantunenne, ricoverato in ortopedia, “se non il martedì e il venerdì”: un esempio paradigmatico di una situazione generale
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L’IMPORTANZA DEL PARENTE - Eppure è assodato che la presenza dei parenti sia un aiuto forte, spesso decisivo, nell’assistenza di un malato. Spesso può entrare un solo congiunto, per non più di 10 minuti al giorno, a volte neanche tutti i giorni ma solo in alcuni, programmati, durante la settimana. Questi vincoli vengono oggi ritenuti come non più essenziali, visto che la pandemia è in regressione e il numero di malati e di morti continua a scendere
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IL PIANO DEL MINISTERO DELLA SALUTE – Il ministro Schillaci è al lavoro per rivedere queste regole: l’intenzione è quella di allentarle in modo graduale, tenendo conto delle situazioni più critiche, i cosiddetti pazienti fragili, immunodepressi, anziani
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LA DECISIONE DELLE REGIONI – Qualche regione ha deciso di anticipare le mosse del ministero: in Emilia-Romagna, ad esempio, l’accesso per i visitatori torna libero, ma resta obbligatorio l’uso della mascherina Ffp2. In Lombardia l’accesso sarà sempre garantito agli accompagnatori di pazienti minorenni e donne in gravidanza anche nella fase di travaglio, parto e postpartum, oltre a over 80, allettati, pazienti disabili o limitati da barriere linguistiche. In Toscana si torna alle regole pre-pandemia nei reparti di ostetricia e pediatria e in sala parto
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IL VIRUS ANCORA PERSISTE – Come evidenzia Carlo Palermo, presidente nazionale di Anaao Assomed, l’associazione dei medici e dirigenti sanitari italiani, “sappiamo bene che il conforto dei familiari è fondamentale per i pazienti. Ma alcune misure restrittive in genere sono legate alla sicurezza dei pazienti, alla circolazione del virus che, anche se in diminuzione, ancora persiste”
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I FATTORI CHE CONTRIBUISCONO – Nella scelta degli ospedali ci sono però anche altri fattori che contribuiscono. “Certo, in alcuni casi la carenza di personale infermieristico è un elemento che può avere un certo peso nella scelta che alcuni ospedali hanno fatto. Bisognerebbe però evitare l’isolamento dei malati se non c’è necessità clinica, e limitarlo a ragioni organizzative per le condizioni epidemiologiche”, ricorda Palermo
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UNA SCELTA DEGLI OSPEDALI - Va detto che all’interno di una stessa Regione spesso si applicano criteri diversi in ogni struttura sanitaria e in ogni reparto. “Questa faccenda delle visite è rimasta una decisione dei singoli ospedali, spesso molto diversi tra loro per quanto riguarda logistica e organizzazione. È importante, in ogni caso, puntare all’umanizzazione del ricovero, tenendo conto però della sicurezza del paziente e di quella degli operatori sanitari”, sottolinea Carlo Signorelli, ordinario di Igiene dell’Università Vita- Salute San Raffaele di Milano

IMPOSSIBILE TORNARE ALLE REGOLE PRE-COVID - Su un punto sembrano tutti d’accordo: se è pur vero che non si può tornare all’isolamento completo, è impensabile pure sperare di ripristinare le vecchie regole pre-Covid. “La presenza dei familiari fa parte del percorso di cura e aiuta i pazienti" ribadisce Giovanni Migliore, presidente della Fiaso (la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere). "Tuttavia è evidente che dopo il periodo vissuto non possiamo tornare ai reparti affollati da parenti. Ora è necessaria una mediazione”

LA RESPONSABILITÀ DEL DIRETTORE MEDICO DI PRESIDIO –“La responsabilità sul singolo ospedale è a carico del direttore medico di presidio e di quello della unità operativa. Quindi, a seconda delle condizioni logistiche verranno prese le decisioni più opportune”, sottolinea Migliore

LA DIFFERENZA TRA GLI OSPEDALI – Come rimarca il presidente della Fiaso, “ci saranno pertanto ospedali moderni con spazi comuni che hanno possibilità di gestire i flussi e quindi permetteranno visite più numerose, e altri invece che non hanno le stesse caratteristiche e non potranno farlo. Non dimentichiamo che il patrimonio edilizio ospedaliero proviene da interventi non recenti. Molti edifici risalgono addirittura ad anni successivi alla Seconda guerra mondiale”
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