Lo evidenzia l’ultimo monitoraggio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute. "Bisogna farsi trovare preparati rispetto all'arrivo delle nuove varianti, si deve continuare a vaccinare", ha dichiarato Fabrizio Pregliasco
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Risulta in calo l’incidenza settimanale dei casi Covid-19 a livello nazionale. Ad evidenziarlo l’ultimo monitoraggio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute. Entrando nel dettaglio, per la settimana che va dal 14/10/2022 al 20/10/2022, il dato è pari a 448 casi ogni 100mila abitanti, rispetto ai 504 casi ogni 100mila della settimana precedente.
Stabile l’Rt
Nel periodo che va dal 28 settembre all’11 ottobre, dal rapporto è emerso che l’indice di contagio Rt sui casi sintomatici risulta stabile a 1,27 (range 1,19-1,39), pari alla settimana precedente, ma superiore al valore di soglia. Diminuisce leggermente l’indice di trasmissibilità basato sui casi con ricovero ospedaliero, anche se risulta ancora oltre la soglia epidemica. Stabile anche il tasso di occupazione in terapia intensiva, pari al 2,4% per entrambe le settimane. Sale invece il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale, pari all’11,0% rispetto lo scorso 10%. Risulta stabile anche la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, pari al 10,5% rispetto lo scorso 11%, così come la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi, pari al 54,7% rispetto il precedente 54%. Stessa cosa si registra anche per la percentuale dei casi diagnosticati attraverso l’attività di screening, pari al 35% per entrambe le settimane.
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Le parole di Pregliasco
In Italia 3 Regioni sono classificate a rischio alto: le altre 16 risultano a rischio moderato e altre due sono classificate a rischio basso. In merito alla situazione epidemiologica nel nostro Paese, e sul basso numero di quarte dosi registrate finora, Fabrizio Pregliasco, virologo e direttore Sanitario dell’Irccs Istituto Ortopedico Galeazzi e Professore associato di Igiene generale e applicata dell'Università di Milano, ha dichiarato in un’intervista a Fanpage: "Bisogna farsi trovare preparati rispetto all'arrivo delle nuove varianti, che, essendo ricombinazioni di lignaggi di Omicron, sembrano schivare le difese immunitarie pregresse. Per questo, si deve continuare a vaccinare. In questo momento il vaccino è stato anche reso disponibile per i bambini dai 6 mesi ai 5 anni d'età, ma il target di riferimento resta sostanzialmente lo stesso. Si deve cioè insistere sui soggetti a rischio di ogni età con problematiche cardiache, respiratorie e che in qualche modo possono avere complicazioni dopo l'infezione, e i soggetti più anziani. Quante più persone appartenenti a queste categorie si vaccineranno tanto meglio sarà la situazione in termini di effetti su ospedali e servizio sanitario nazionale".