Covid, Iss: nuovo balzo Rt, sale occupazione intensive e reparti

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L'immunologo Sergio Abrignani: "Probabile che arriverà un'altra variante. Ormai Sars-CoV-2 lo conosciamo da quasi 3 anni. Aspettiamo e vediamo"

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Risulta nuovamente in rialzo l’incidenza settimanale dei casi Covid-19 a livello nazionale. A evidenziarlo l’ultimo monitoraggio coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal ministero della Salute. Per la settimana che val dal 30/09/2022 al 06/10/2022, il dato è pari a 441 casi ogni 100mila abitanti, rispetto ai 325 casi ogni 100mila della settimana precedente. In risalita anche l’Rt.

Sale anche l’Rt

 

Nel periodo che va dal 14 al 27 settembre, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,18 (range 0,98-1,52), in aumento rispetto alla settimana precedente, quando è stato pari a 1. L’Rt risulta dunque superiore al valore della soglia epidemica. Sale anche il tasso di occupazione in terapia intensiva dei malati Covid, pari all’1,8%, rispetto lo scorso 1,4%. In rialzo anche il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale, pari al 8,2%%, rispetto al 6,0% del 22 settembre. Per quanto riguarda la percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti, questa risulta stabile rispetto la settimana precedente, pari al 12% rispetto lo scorso 11%. Stabile anche la percentuale dei casi diagnosticati grazie all’attività di screening, sempre al 35% nelle due settimane, e la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi, 53% contro il 54%. A salire è invece il numero delle Regioni e delle Province autonome che registrano un'incidenza di casi di Covid-19 superiore a 600 casi ogni 100mila abitanti. Tra queste troviamo l’Abruzzo, (603,8), il Friuli Venezia Giulia (710), PA Bolzano (863,8), PA Trento (825,2), il Piemonte (654,7), l’Umbria (680,6), e il Veneto (728,9). 

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Le parole di Sergio Abrignani

 

"Se guardiamo a quello che è successo finora, è probabile che arriverà un'altra variante. Ormai Sars-CoV-2 lo conosciamo da quasi 3 anni. E abbiamo imparato che dopo un tempo variabile da 4 a 8 mesi ha generato una nuova variante di preoccupazione. Quindi è plausibile che succeda di nuovo così". A spiegarlo è l'immunologo dell'università Statale di Milano Sergio Abrignani. Ha osservato che "BQ.1.1, soprannominata Cerberus, sembra quella più quotata" sulla carta. Cerberus, prosegue l'esperto nella sua analisi, "secondo chi segue l'evoluzione di Sars-CoV-2 sembrerebbe avere qualcosa che può portare a predire un potenziale per prevalere, ma sono sempre lavori in previsione. Aspettiamo e vediamo".

 

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