Fecondazione, embrioni con il Dna di 3 genitori sviluppano normalmente

Salute e Benessere
©Getty

La tecnica, già messa a punto nel 2016 in Messico, era già stata dichiarata sicura. Ora ulteriori studi ne certificano l’affidabilità

ascolta articolo

 

Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato

 

Uno studio cinese pubblicato sulla rivista Plos Biology ha dimostrato che negli embrioni ottenuti con il Dna di tre individui non si osservano anomalie nelle prime fasi di sviluppo. La ricerca si affianca ad altre che in passato erano riuscite a dimostrare l’efficacia della tecnica, dichiarata sicura, ponendosi questa volta come una risposta definitiva.

Cosa dice lo studio

Non ci sarebbero anomalie nelle prime fasi di sviluppo degli embrioni ottenuti grazie al Dna di tre individui, utilizzando cioè il Dna dei due genitori e il Dna mitocondriale di una donatrice. Un gruppo di ricercatori cinesi guidati da Wei Shang del Chinese Pla General Hospital di Pechino, ha realizzato uno studio ad hoc per dimostrare la sicurezza di questa tecnica di procreazione medicalmente assistita. Questa, che punta ad evitare la trasmissione di malattie legate al Dna mitocondriale, era già stata messa a punto nel 2016 in Messico, e aveva portato alla luce un bambino nato da ‘tre genitori’. Nonostante non sia una tecnica approvata in tutti i Paesi al mondo, era già stata dichiarata sicura grazie ad altre ricerche. Quest’ultimo studio ne certifica l’affidabilità, ma come è stato svolto?

Un mix di genetica

Approvata in Australia e Gran Bretagna, la tecnica della sostituzione mitocondriale è vietata negli Stati Uniti. In quest’ultimo studio, i ricercatori hanno confrontato gli embrioni concepiti con il metodo utilizzato per concepire il bimbo messicano, con dozzine di embrioni concepiti ‘normalmente’. Entrando nello specifico, la tecnica prevede che il Dna della madre portatrice della malattia mitocondriale venga trasferito nell’ovocita di una donatrice sana a cui è stato rimosso il Dna nucleare. Così facendo si ottiene un ovocita che viene fecondato grazie agli spermatozoi del padre. A cinque giorni dalla fecondazione, nel momento più delicato, i ricercatori hanno osservato gli embrioni ‘tradizionali’, ovvero quelli ottenuti dalla sostituzione mitocondriale, procedono in modo simile nelle prime fasi dello sviluppo, presentando livelli quasi identici di espressione e trascrizione dei geni. Nonostante questo, gli effetti a lungo termine del metodo devono ancora essere chiariti, come ha ricordato il biologo Min Jiang della Westlake University di Hangzhou sul sito di Nature. Proprio per questo la tecnica non è ancora universalmente approvata. 

approfondimento

Procreazione assistita, per i bambini fattori di rischio trascurabili

Salute e benessere: Più letti