Positivo a Covid, vaiolo scimmie e Hiv. L'infettivologo: "Nessun allarmismo"

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"Monkepox e Sars-Cov-2 hanno vie di trasmissione differenti. Il fatto che fossero contemporaneamente presenti rappresenta una coincidenza", ha riferito Arturo Montineri, direttore dell’Uoc Malattie infettive dell’ospedale San Marco di Catania, l'infettivologo che ha avuto in cura il paziente

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Un catanese 36enne, dopo una vacanza a Madrid, è risultato positivo contemporaneamente al vaiolo delle scimmie, al Covid e all'Hiv. Il paziente, che ora è in buone condizioni di salute ed è stato dimesso, è stato ricoverato per poco più di due settimane dal 5 luglio nell'ospedale San Marco del Policlinico universitario di Catania. "Il caso non deve suscitare allarmismi ingiustificati, monkepox e Sars-Cov-2 hanno vie di trasmissione differenti", ha dichiarato Arturo Montineri, direttore dell’Uoc Malattie infettive dell’ospedale San Marco di Catania, l'infettivologo che ha avuto in cura il paziente.  
"Il fatto che fossero contemporaneamente presenti rappresenta una coincidenza. È un singolo caso clinico, quindi la sua rilevanza statistica epidemiologica è relativa", ha aggiunto. (COVID: LE ULTIME NOTIZIE IN DIRETTA - VACCINO COVID: DATI E GRAFICI SULLE SOMMINISTRAZIONI IN ITALIA, REGIONE PER REGIONE)

Il primo caso di coinfezione Covid-19, vaiolo scimmie e Hiv

Come detto, l'uomo ha sviluppato i sintomi al rientro da un viaggio in Spagna, dove ha riferito di aver avuto rapporti sessuali non protetti con alcuni uomini. Il caso, primo mai segnalato in letteratura, è stato descritto sulla rivista scientifica Journal of Infection dai ricercatori del Policlinico di Catania e Palermo.
"Ci sono dei punti di interesse", ha aggiunto l’infettivologo: "Il primo fra tutti è la necessità di avere dovuto gestire contemporaneamente le tre infezioni nello stesso paziente e il fatto che i tre virus non hanno avuto un effetto condizionante reciproco. Il paziente ha avuto un decorso normale privo di complicanze".

"Con tampone positivo non escludere altre infezioni"

Un ulteriore fatto interessante, ha riferito, "è che monkeypox dopo la scomparsa delle lesioni è rimasto positivo al livello della faringe per altri venti giorni; quindi questi pazienti dovrebbero essere sottoposti ad un followup prolungato fino alla scomparsa del virus".
Secondo Montineri "avere un paziente con una sintomatologia simile a quella del Covid, e un tampone positivo non deve fare escludere a priori la presenza di altre infezioni, soprattutto se c'è una storia clinica anamnestica rilevante il caso".

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